“I Consultori non diventino distributori automatici” lo sostiene il Popolo della Famiglia, in un suo comunicato all’indomani della decisione del Consiglio Regionale del Piemonte che liberalizza la distribuzione dei contraccettivi alle minorenni nei consultori.

“Una decisione ideologica, che sarà pagata da tutti i piemontesi e che non risolverà il problema dell’aborto”  E’ quanto hanno dichiarato Maurizio Schininà e Fabrizio Clari, Coordinatori regionali del Popolo della Famiglia, commentando la delibera del Consiglio regionale che intende promuovere nei Consultori familiari l’accesso facilitato alla contraccezione, gratis per le donne sotto i 26 anni e quindi anche per le minorenni.

“Ci rifiutiamo anche solo di pensare – hanno continuato i Coordinatori – che i Consultori familiari, nati per favorire la tutela della donna e la procreazione responsabile, vengano di fatto trasformati in distributori di anticoncezionali; la prevenzione dell’aborto non si realizza diffondendo una mentalità contraccettiva, ma mostrando la bellezza di una sessualità che, all’interno di una coppia stabile, esprima la gioia di una condivisione profonda passando attraverso la conoscenza dei ritmi di fertilità e delle modalità per poterli gestire liberamente e responsabilmente. Auspichiamo – hanno concluso Schininà e Clari– che il Consiglio regionale renda piuttosto tutti i Consultori, attraverso il potenziamento delle risorse umane ed economiche a loro disposizione, veri punti di promozione di una sessualità consapevole e rispettosa della salute sessuale e riproduttiva”.