(Marco Notario)

SAN BENIGNO – Ultimamente si è parlato molto di vescovi e neo-vescovi, di cardinali e di diocesi. Ci fa piacere ricordare che fino a qualche tempo fa in zona c’era… una diocesi in più, quella di Fruttuaria. In realtà era una situazione un po’ anomala.

La Fruttuaria monastica era un’abbazia direttamente dipendente dalla Santa Sede (“sub patrocinio et tuitione Sanctae Romanae et Apostolicae Matris Ecclesiae”), indipendente da ogni potere anche vescovile (“absolutum ab omni potestate et dominatione, vel laica vel sacratae personae”). Poi vennero gli abati commendatari che in varie forme (compresi i vari “Jus patronati”) mantennero questa indipendenza ergendosi anche a diocesi indipendente, tra quelle di Torino e di Ivrea.

Curioso al proposito è la stesso affresco (databile metà XVIII secolo) riscoperto da non molto nel palazzo vescovile di Ivrea (si può leggere a riguardo “Il salone degli affreschi nel palazzo vescovile di Ivrea”, a cura di monsignor Pier Giorgio Debernardi, Ivrea 1997). Nella riproduzione pittorica delle parrocchie della diocesi eporediese non appaiono appunto né San Benigno, né Lombardore, Feletto, Montanaro all’epoca terre abbaziali. Appaiono invece Favria e Oglianico poi passate a Torino. Forse ci sono Brandizzo e Volpiano e un San Nicolao (la vera parrocchia iniziale di San Benigno), ma tutte senza il nome sotto.

A dare una regolata al tutto ci penserà il cardinale Delle Lanze con la diocesi di Fruttuaria, comprendente San Benigno, Lombardore, Feletto, Montanaro, Brandizzo, Front, San Giorgio, San Giusto, Faule, Polonghera, Villanova Solaro e quant’altro. Tutto finisce con Napoleone nel 1803, poi breve parentesi di ripresa con il Congresso di Vienna che però la passa alla Mensa di Ivrea e conclusione totale nel 1848.

Riportiamo in foto tre documenti riscoperti nell’archivio parrocchiale: il sinodo del Delle Lanze del 1752, il sinodo del 1785 del successore Giacomo Pietro Ignazio Maria dei conti di Valperga-Masino (dove è ben chiara la definizione di nullius dioecesis) e pure il sinodo del vescovo di Ivrea Michele Vittorio de Villa del 1753.