(di Fabrizio Dassano)

Sabato scorso, la chiusura di 18 km. di autostrada tra Ivrea e Pont Saint Martin per la durata di 6 ore, per l’allerta meteo associato al rischio geologico della frana di Quincinetto, ha fatto anche vivere momenti di gloria alle strade altrimenti banalmente normali della zona d’accesso alla Valle d’Aosta. E altri momenti un po’ meno memorabili agli automobilisti.

La fragilità idrogeologica del nostro territorio comincia a farsi preoccupante: quello di Quincinetto non è infatti l’unico caso.
La frana della località Biò di Borgofranco è nota da tempo: nel marzo 2014 precipitava materiale – a causa delle piogge – dal versante della strada provinciale 74, cadendo nel rio dei Mulini, esattamente come nel gennaio precedente, quando un altro distacco ostruì il medesimo. Ma nulla di nuovo: era solo la replica di ciò che era avvenuto nell’aprile 2013. Così come nell’aprile del 1986 a Carema dopo una settimana di pioggia.

Andando indietro nel tempo e cioè al 12 giugno 1942 tra le 17 e le 18, il geologo Alfredo Boni descrisse che un violento nubifragio si abbatteva sul ridente paesino di Quassolo, e una enorme massa di limo, di ciottoli, di grossi blocchi travolse e seppellì un numero notevole di case, nella porzione meridionale del paese. Bilancio: 7 persone uccise, tra cui un ragazzo e tre bambini e 117 senza tetto. Ma della frana aveva già parlato il giornalista Luigi Bruno nel giornale “La Dora Baltea” del 1890. Secondo un non confermato erudito del XV secolo, Borgofranco si chiamava nell’antichità Borgofrana… E tralasciamo la storia delle inondazioni della Dora nel medesimo tratto, se no non finiamo più.

Insomma, nel boom economico italiano, venne decisa la costruzione dell’autostrada nel 1958 e tre anni dopo ci fu l’inaugurazione del primo tratto. Nel 2007 si arrivò ad Entreves all’imbocco del traforo. Mirabile pista di lancio per arrivare facilmente alle piste da sci e soprattutto per lo scambio commerciale con la Francia, l’arteria percorre il suo tratto forse più critico proprio al confine tra Canavese e Valle d’Aosta.

Appena ridotta in tempo la grande rotonda di porta Vercelli a Ivrea il gran traffico causato dalla chiusura del tratto autostradale è stato un bello spettacolo per la città e il pubblico non pagante. Tutto questo ha avuto i suoi costi che saranno in breve recuperati: tra tre giorni scatteranno gli aumenti dei pedaggi autostradali anche per l’autostrada più cara del continente europeo: da Torino al traforo del Monte Bianco sono 30,70 € per un veicolo di classe A. Questo secondo il sito ufficiale SAV del gruppo SIAS, prima dell’aumento previsto 1° luglio.