Ci sono gesti tanto piccoli da sembrare invisibili, eppure capaci di custodire e rinnovare ogni giorno l’amore: gesti che non sostituiscono le grandi scelte, ma le rendono vive, concrete, piene di respiro. Vale per i fidanzati, come per gli sposi: un legame cresce davvero quando trova il coraggio di nutrirsi della delicatezza quotidiana. La scorsa settimana 2 episodi, molto diversi tra loro, me lo hanno ricordato con forza.
Il primo è accaduto durante un’adorazione eucaristica a tema vocazionale. Era stato invitato un predicatore straordinario, e l’atmosfera era densa di silenzio, di ascolto, di attesa. Mi emoziona sempre vedere le coppie in momenti così. Con l’occhio del fotografo mi metto alle loro spalle e guardo il Santissimo che si staglia tra le loro silhouette: un’immagine profetica dell’impronta che desiderano dare al loro cammino e della chiamata alla santità che un giorno si compirà nel matrimonio. Basta una mano che stringe un’altra, una testa appoggiata alla spalla, per dirsi l’immensità di ciò a cui sono chiamati e la gioia di viverlo insieme.
Custodisco nel cuore un ricordo simile, tra i più preziosi dei miei sei anni e mezzo di fidanzamento. Eravamo a Oropa: io in ginocchio davanti alla Vergine, lei in piedi accanto. In un momento per me difficile, quella carezza lieve è bastata a colmarmi il cuore. Non serviva altro: solo la presenza di chi accompagna la tua preghiera, la fa sua, e desidera camminare con te nella vita di tutti i giorni. È un ricordo vivo, che affido solo ora ai lettori, e che ancora oggi scalda il cuore come allora. Ma i gesti d’amore non devono necessariamente nascere dentro un’esperienza di fede. Sono preziosi anche i fiori dopo una giornata estenuante, la colazione portata dalla pasticceria, la capacità di cogliere i momenti chiave dell’altro e farli fiorire.
Il secondo episodio che mi ha colpito è semplice e bellissimo: un’amica che, all’ultimo, prende il treno per sorprendere il fidanzato il giorno della discussione della tesi. Sarebbe potuta arrivare soltanto alla proclamazione, ma ha capito quanto fosse importante quel momento per lui. È rimasta in disparte, senza imporsi, lasciando spazio ai compagni di studi. Ma era lì. E questo bastava.
Sono questi piccoli gesti a cambiare le giornate; e, se cambiano le giornate, cambia anche il cammino condiviso. La relazione prende una piega viva, attenta, in cui l’utilità lascia il posto alla gratuità e alla più sincera carità cristiana. Se l’amore è davvero il motore che muove “il sole e le altre stelle”, lasciamo che anche la nostra vita sia mossa da un motore così nobile. E che siano i piccoli gesti a testimoniarlo.


