Anche in questa rubrica vogliamo ricordare la prossima Giornata internazionale del Malato (11 febbraio) tentando di fare il punto sulle strategie a contrasto delle malattie e a favore della promozione della salute. Malattia e salute, infatti, sono concetti che non si possono separare.

Il Piano Nazionale della Prevenzione 2020-2023 discusso nella Conferenza Stato-Regioni pone una speciale attenzione alle malattie croniche non trasmissibili (malattie cardiovascolari, tumori, malattie respiratorie croniche, diabete, problemi di salute mentale e disturbi muscolo scheletrici che sono responsabili, a livello mondiale, di quasi il 70% delle morti e pesano per oltre il 75% sul carico di malattia globale), alle dipendenze e problemi correlati, agli incidenti stradali e domestici, agli infortuni e agli incidenti sul lavoro e alle malattie professionali, all’ambiente e alla sua relazione con il clima e la salute e alle malattie infettive prioritarie.

La lotta alle malattie che scaturiscono da queste 4 macro aree si orienta ad individuare i fattori di rischio e su come questi possono essere modificati attraverso la promozione di stili di vita salutari che mettono al centro la persona e che la rendono responsabile della propria salute e delle proprie scelte. Il miglioramento dello stile di vita va pensato anche a quei malati con patologie croniche o con condizioni di salute non ottimali, che devono poter accedere ad un ambiente favorevole alla salute da tutti i punti di vista e che permetta “un concreto e sereno accesso alle cure sanitarie”.

“Sereno” perché sapere di poter prenotare una visita specialistica ambulatoriale, in tempi stretti e senza sostenere i costi di un intervento privato, fa sentire un senso di protezione che rimanda immediatamente al sollievo ed al benessere. Conta poi la sensibilità del personale medico ed infermieristico, che deve essere in grado di esercitare quella giusta compassione nei confronti della persona malata e della sua famiglia, consapevole che il malato (e chi gli è vicino) vive emozioni, preoccupazioni che prendono il pieno possesso della mente e della quotidianità. Sappiamo però che i medici e tutto il personale sanitario potrebbero lavorare meglio se non si trovassero a sostenere sovraffollamenti, se potessero contare sull’apporto di più risorse umane, se riconsiderassero alcune procedure e buone pratiche di coinvolgimento dei familiari, laddove presenti, nell’assistenza al malato.

Le malattie si contrastano non solo con le cure che la scienza indica, ma anche attraverso una politica di buon governo, capace di inserire i temi della salute in una dimensione più ampia che sostenga anche l’istruzione, il reddito e condizioni generali di vita delle persone. C’è anche bisogno di promuovere la salute e combattere le malattie attraverso l’alfabetizzazione Sanitaria e l’accesso ad una corretta informazione sulle patologie e sulle cure possibili al fine di rendere la persona competente e consapevole nell’affrontare scelte mediche che la riguardano; c’è bisogno di mobilitazione sociale, intesa come processo che coinvolge la comunità intorno al concetto di salute e di malattia.

Questi quattro elementi chiave, definiti tali dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, non sono ancora stati pienamente raggiunti e abbiamo ancora bisogno di tutti per poter lottare contro delle malattie che potrebbero essere limitate non solo numericamente ma come impatto che hanno sul sistema sanitario e sulla qualità della vita del malato.