(elisa moro) – “Grande appassionato del Vangelo … uomo di dialogo e punto di riferimento per numerosi esponenti della vita pubblica e politica italiana”.

Così Papa Francesco ha definito Mons. Luigi Bettazzi, nel messaggio inviato dal Card. Pietro Parolin e letto da Mons. Edoardo Cerrato, all’inizio delle esequie del Vescovo emerito di Ivrea, celebrate martedì 18 luglio in Cattedrale, alle ore 15.30.

L’intervento integrale pronunciato da Mons. Cerrato è disponibile al termine di queste righe, in forma scritta.

Salutando e ringraziando i presenti, in particolare i numerosi sindaci, provenienti dai paesi della Diocesi, ma anche le autorità civili e militari, Mons. Edoardo, commosso, ha ricordato come:

“Avevamo abbozzato i festeggiamenti del suo sessantesimo anniversario di episcopato al Santuario di Prascondù e quelli del suo centesimo compleanno qui in Cattedrale, il 26 novembre… E invece…”.

Volendo inquadrare la figura, complessa e articolata del suo predecessore, il Vescovo ha richiamato la profonda umanità, come tratto distintivo e caratterizzante:

“ho percepito Mons. Bettazzi come un padre – era coscritto della mamma di Mons. Edoardo – e fin da subito si è instaurato tra noi un rapporto fondato sulla sincerità e sul reciproco rispetto”.

Il torrido caldo estivo non ha frenato il flusso di fedeli, provenienti non solo dalla Diocesi, ma da varie parti d’Italia, che hanno voluto partecipare a questo importante momento della Chiesa eporediese, presieduto dal Card. Arrigo Miglio, successore di Bettazzi come Vescovo di Ivrea, oltre che essere stato presbitero e vicario generale della stessa Diocesi.

A concelebrare la Santa Messa, il Card. Giuseppe Bertello e lo stesso Mons. Edoardo Cerrato, oltre ad una ventina di Vescovi e numerosi sacerdoti. Assente e impossibilitato a partecipare il Card. Matteo Maria Zuppi, Presidente della CEI, impegnato a Washington per una missione per la pace, che, tuttavia, non ha fatto mancare il suo affetto e la sua vicinanza attraverso un messaggio, letto all’inizio della Santa Messa.

Una liturgia semplice e solenne, animata dal Coro della Cappella della Cattedrale di Ivrea “Santa Maria Assunta”, diretto dalla Maestra Ausilia Fiorina, e accompagnato, all’organo, dal Maestro Alessandro Veneri.

Un amore fiducioso, quello del Vescovo scomparso, verso Ivrea e gli eporediesi, dimostrato in varie occasioni e non mutato negli anni: questo è quanto il Card. Miglio ha voluto sottolineare in vari passaggi nell’omelia, (riportata integralmente in questo video), ricordando come la vita di Mons. Bettazzi, ultimo dei Padri conciliari, appassionato alpinista, sia stata un’autentica e, a tratti, faticosa, “scalata” non solo di cime alpine:

“è una scalata ardua arrivare a vivere il Concilio nella vita di tutta la Chiesa; è una scalata ardua quella della pace; è una scalata ardua l’impegno per la giustizia”.

Una vita di incontri, famosi e quotidiani, fatta di volti, nomi, strette di mani, ma che ha tracciato, nei ben 33 anni di presenza a Ivrea, un solco indelebile nel cuore e nella mente di tutti, una traccia anche nel mondo civile:

“sei stato la nostra guida – citando le parole del Sindaco di Ivrea, Matteo Chiantore, intervenuto al termine della Santa Messa – sei rimasto sempre al nostro fianco in dialogo, senza farci mai mancare il tuo sostegno. Il tuo esempio di straordinaria coerenza, umiltà e coraggio ci accompagnerà. La tua voce tonante continuerà a vibrare in noi”.

Sulle toccanti note dell’Aria Sacra “Komm, süβer Tod, komm selge Ruh” di Bach, eseguito magistralmente dal Maestro Veneri e dal Maestro Antonio Mosca al violoncello, il corteo funebre si è avviato nella Cappella dei Vescovi del Duomo di Ivrea, dove la salma di Monsignor Luigi Bettazzi, dopo la recita del Credo, è stata tumulata.

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Il nostro video che compone, insieme alla gallery questo servizio apre con le testimonianze, molto attese, di due personalità ecclesiali molto vicine al Vescovo scomparso: Enzo Bianchi e Don Luigi Ciotti.

Si prosegue poi con la processione introitale cui segue l’intervento di saluto del Vescovo di Ivrea, Mons. Edoardo Aldo Cerrato.

Della Liturgia è riportata, in particolare, l’omelia dettata dal Card. Arrigo Miglio che impartisce altresì la benedizione finale, prima che il feretro sia deposto nella Cappella dei Vescovi, dove il Vescovo Emerito riposerà.

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IL TESTO INTEGRALE DELL’INTERVENTO DEL VESCOVO DI IVREA, MONS. EDOARDO ALDO CERRATO

Questo momento di dolore e di serena preghiera unisce la Diocesi di Ivrea a tante e tante persone.

Ringrazio tutti i presenti: insieme alle Autorità Civili e Militari, gli Eccellentissimi Arcivescovi e Vescovi venuti da varie Diocesi del Piemonte e da fuori della nostra Regione. Porto la commossa partecipazione spirituale di coloro che non hanno potuto essere presenti: tra questi Sua Eminenza il Cardinale Matteo Zuppi, Sua Eminenza il Cardinale Tarcisio Bertone e Sua Eccellenza l’Arcivescovo di Torino, nostro Metropolita.

Ringrazio per la loro presenza gli Eminentissimi Cardinali Giuseppe Bertello e Arrigo Miglio, il quale presiede questa celebrazione.

Ringrazio davvero tutti, di cuore.

Il Signore ha chiamato a Sé monsignor Luigi Bettazzi quando già avevamo abbozzato i festeggiamenti per il suo 60° di Episcopato (al santuario di Prascundù il 27 agosto) e il 100° compleanno (in Cattedrale il 26 novembre). Ci uniremo a lui che ringrazierà il Signore in altro santuario.

Monsignor Bettazzi.

Molto meglio di me – che l’ho conosciuto di persona solo al mio arrivo ad Ivrea, quando egli da tredici anni ormai era Vescovo emerito – altri hanno sottolineato in questi giorni, e ancora sottolineeranno, importanti aspetti del vivere, del pensare, dell’agire di monsignor Luigi. Convinto che non si tratta di un elemento marginale, io mi soffermo sulla sua bella umanità, da tutti riconosciuta come grande valore aggiunto.

Fin da subito si è instaurato tra noi un rapporto sincero, preziosa realtà, oggi in particolare; e, basato sulla sincerità del rapporto, un reciproco rispetto che mi ha fatto percepire in monsignor Bettazzi un padre.

La sua età era quella della mia cara mamma: “la mia coscritta” diceva monsignor Luigi ogni volta che la incontrava… “Come sta la mia coscritta? Salutamela!” mi diceva ogni volta…

Erano persone – sia lui che lei – di forte tempra, di robusta volontà, di salde convinzioni: uomini e donne che non si perdevano in quisquiglie perché capaci di sguardi profondi sulla realtà e animati da forte speranza, umana e teologale.

Da una ricca umanità si è confortati, vivificati. Da una povera umanità, anche in presenza di altre doti cospicue di mente e di ingegno, si rimane mortificati.

Al caro monsignor Luigi il mio grazie, anche a nome della sua “coscritta” che da poco lo ha preceduto là dove tutti siamo incamminati: dove tutto è chiaro e dove conta l’essenziale che si è cercato lungo i passi del cammino terreno; là dove risplende quel Volto verso cui puntiamo lo sguardo, desiderosi di vederlo non solo attraverso i veli del mistero…

Ho sotto gli occhi il testamento spirituale di monsignor Luigi: quattro fitte pagine vergate a mano in cui, facendo scorrere, fin dagli inizi, la sua lunga vita, ringrazia Dio Padre e Figlio e Spirito Santo, le persone, le istituzioni e le tante realtà significative che hanno arricchito il suo cammino di uomo e di cristiano; e conclude con un’umile richiesta di perdono, a tanti rivolta.

Carissimo monsignor Luigi, “In paradisum deducant te angeli”!

† Edoardo, Vescovo