Se altrove il tema della fusione tra Comuni è oggetto di chiacchiere da campagna elettorale – si pensi a Ivrea (dove tutti i candidati a sindaco hanno accarezzato la possibilità di una “annessione” del circondario, senza peraltro chiedere l’opinione dei residenti in quei paesi), o a Rivarolo (dove qualsiasi ipotesi a riguardo è stata stroncata sul nascere dal “campanilismo” sventolato dai centri viciniori) -, in Valchiusella si fa sul serio.
“Volete l’istituzione di un nuovo comune, denominato Val di Chy, mediante la fusione degli attuali comuni di Alice Superiore, Lugnacco e Pecco nella Città metropolitana di Torino?”: questo è il quesito al quale domenica 27 maggio saranno chiamati a rispondere con un Sì o un No i residenti nei tre paesi. Le operazioni di voto si svolgeranno dalle 7 alle 23, con seggi allestiti in ciascuno dei tre centri. Il verdetto finale del referendum consultivo sarà deciso dalla somma complessiva dei pareri favorevoli e contrari: vale a dire che non conterà l’eventuale bocciatura nel progetto in uno solo dei tre centri interessati.
L’esito della votazione – tra le primissime del genere non solo in Piemonte – sarà molto importante non solo per il destino prossimo di Alicesi, Pecchesi e Lugnacchesi: l’esempio potrebbe infatti essere presto imitato da altri gruppi di piccoli Comuni, in Valchiusella come in altre parti del Canavese.
La fusione tra Comuni è infatti caldeggiata da più parti, come una soluzione a tanti problemi cui vanno incontro le amministrazioni dei piccoli centri, in particolare quelli di montagna, la cui azione è limitata dalla complessità di leggi e regolamenti cui occorre attenersi, spesso senza averne le risorse materiali e umane (si pensi alle economie di scala e alla maggiore efficienza garantita dalla possibilità di centralizzare servizi finanziari, tecnici, ragionieristici e anagrafici laddove i dipendenti comunali si contano con – poche – dita di una mano). Già oggi non mancano esperienze di collaborazione positive (si pensi all’unificazione dei servizi scolastici con l’istituzione delle “scuole di valle”) e forse i tempi sono maturi per provare a superare campanilismi ormai anacronistici che sono fonte di disagio e arretratezza più che di orgoglio.
A dare una forte spinta all’opzione “unionista” ci hanno pensato anche gli enti di governo superiori: auspicata già da una Legge regionale di 25 anni fa, la fusione è incoraggiata oggi dal Governo centrale con la promessa di consistenti contributi. Anche a questi hanno pensato i sindaci Remo Minellono (Alice Superiore, 720 abitanti), Michele Gedda (Pecco, 221 abitanti) e Giacomo Battista Marchetti (Lugnacco, 378), che da un paio d’anni si confrontano sull’ipotesi di fusione: esaminati i pro e i contro, i primi cittadini sono oggi i principali assertori dell’opportunità di creare un nuovo Comune di mille300 abitanti, certi che con ciò si riuscirà a migliorare la qualità dei servizi offerti alla popolazione, attraverso una riduzione degli atti e una conseguente semplificazione amministrativa.
A ingolosirli ci sono poi anche gli incentivi finanziari che si punta a ricavare dalla fusione: dal Governo centrale dovrebbe arrivare un contributo-premio di circa 250 mila euro annui per dieci anni; dalla Regione circa 90 mila euro il primo anno e altri 20 mila per i successivi quattro.
Quanto alla tempistica, il 2019 (anno in cui giungeranno a scadenza naturale le attuali amministrazioni) potrebbe essere l’anno giusto per la nascita ufficiale del nuovo Comune di Val di Chy, che avrà la sua sede legale a Pecco e quella operativa a Alice Superiore; è inoltre previsto che il nuovo sindaco eletto debba avvalersi di 2 assessori, in modo che la Giunta esecutiva abbia un rappresentante per ognuna delle tre comunità.
Tutto ciò a condizione che domenica prossima il verdetto della popolazione sia positivo. Vedremo.

m.v.