Si trattava di un lavoro nuovo e strano. Neppure di un centro estetico, perché vendeva materiale e attrezzature per estetiste e parrucchieri e articoli per chi vuol far da sé. Le clienti migliori erano le donne che acquistavano i kit fai da te per la ricostruzione delle unghie. Dopo una vita impegnata nell’oratorio e nella parrocchia, alla morte della moglie tanto amata, con la liquidazione era riuscito ad aprire il negozio. Dopo qualche mese aveva pensato di smettere perché gli sembrava il lavoro più inutile del mondo. Pur nel rispetto delle unghie delle donne e della loro bellezza, gli pareva di lavorare per il nulla.
Poi una commessa si era licenziata e aveva dovuto cercare una sostituzione. Aveva impiegato una giovane donna, già con esperienza, sorridente e molto comunicativa.
Sparì il crocefisso appeso in negozio. L’uomo ci teneva tanto, per fede e anche perché era il crocefisso che piaceva a sua moglie, che con gli occhi, soprattutto negli ultimi giorni, cercava sempre. L’inchiesta durò poche ore. La nuova commessa confessò subito il suo fastidio nel vedere quell’uomo crocefisso. La sua vita era già abbastanza difficile e cruda. Il sogno di un benessere economico era svanito subito. Era migrata al nord. Un amore improvviso, un matrimonio affrettato, tradimenti facili, forse un paio di gravidanze interrotte. Una vita in croce, la sua, le bastava.
L’esplosione di rabbia lo aveva turbato, tanto che non era neppure riuscito a licenziarla. Infatti, lo sfogo, accompagnato da insulti, era avvenuto di fronte a testimoni allibiti.
Il turbamento lo aveva seguito per giorni. Poi aveva riappeso il crocefisso e affisso anche un manifesto dedicato alla Pasqua. Una riproduzione dell’opera di Eugène Burnand “I discepoli Giovanni e Pietro che corrono al sepolcro il mattino della Resurrezione”. Aveva preso ad invitare, ogni giorno, le due commesse a mangiare con lui, nella pausa pranzo, nella sua cucinetta sopra il negozio.
Sono passati tanti mesi. Lei era diventata strana. Le aveva presentato il marito. Poi era cambiato il volto e lo sguardo. Infine un giorno aveva confidato di aspettare un bambino e di volerlo tenere. Per la prima volta gli sorrise.
Le vie del Signore sono infinite. Infatti, Dio si era servito di lui e dei kit per le unghie per un’azione di valore infinito. Una vita accettata e portata al mondo.

Filippo Ciantia