Giovanni racconta: “Gesù si manifesta di nuovo – la terza volta –, a sette discepoli sul lago di Tiberiade, sulla riva, all’alba, non riconosciuto, chiedendo loro: «Avete nulla da mangiare? Gettate la rete». Intanto prepara un fuoco di brace con su pesce e pane. Quando ebbero mangiato, incontra Pietro per chiedergli se ancora lo ama”.
Appare e si manifesta, è riconosciuto. Risorto a vita nuova, è come prima pieno di amore e di misericordia nel condividere fraternamente i pasti, nel conversare praticando il perdono.
Appare e si manifesta per risanare relazioni. Pietro le aveva interrotte quando alla serva disse: “Non lo conosco”. Gli altri, eccetto Giovanni, non erano rimasti sotto la croce, erano fuggiti.
Gesù appare in quei primi giorni a Gerusalemme e Emmaus, in seguito sulla via di Damasco, poi in ogni tempo e in ogni strada del mondo, sta come in agguato e sorprende. Aspetta, appare e si manifesta sempre per un incontro e per incontri. Quanti incontri imprevisti con colloquio, con scambio di amore e dichiarazioni come quella di Tommaso: “Mio Signore e mio Dio!”.
E in ogni incontro, il Risorto non ricorda mai il passato. Incontra nel presente. Ci incontra e ci parla a tu per tu.
Domenica, come più volte nei giorni precedenti, il Risorto appare e si manifesta al mondo intero nella figura di Papa Francesco. Quella mattina del 21 aprile, quando giunse la notizia della scomparsa, tutti ci sorprese. Ma all’orecchio, nella mente e nel cuore di tutti, riecheggiò la voce dell’angelo che, ai primi arrivati duemila anni fa all’ingresso della grotta, con la pietra ribaltata gridò: “Perché cercate tra i morti colui che è vivo?”. E la figura del Papa della misericordia e della speranza apparve con il suo tenero sorriso.
Mi ha molto colpito il grido della giovanissima ragazza che aveva appena posato un mazzo di rose bianche sul gradino di ingresso della Basilica di Santa Maria Maggiore, all’arrivo della bara del Pontefice: “Papa Francesco è vivo… Lo vedo! Ha attraversato Roma e la via dei Fori Imperiali, è vivo e cammina con noi”. Sì, il Papa di tutti è vivo per tutti e cammina con tutti.
Gv 21,1-19
In quel tempo, Gesù si manifestò di nuovo ai discepoli sul mare di Tiberìade. E si manifestò così: si trovavano insieme Simon Pietro, Tommaso detto Dìdimo, Natanaele di Cana di Galilea, i figli di Zebedèo e altri due discepoli. Disse loro Simon Pietro: «Io vado a pescare». Gli dissero: «Veniamo anche noi con te». Allora uscirono e salirono sulla barca; ma quella notte non presero nulla. Quando già era l’alba, Gesù stette sulla riva, ma i discepoli non si erano accorti che era Gesù. Gesù disse loro: «Figlioli, non avete nulla da mangiare?». Gli risposero: «No». Allora egli disse loro: «Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete». La gettarono e non riuscivano più a tirarla su per la grande quantità di pesci. Allora quel discepolo che Gesù amava disse a Pietro: «È il Signore!». Simon Pietro, appena udì che era il Signore, si strinse la veste attorno ai fianchi, perché era svestito, e si gettò in mare. Gli altri discepoli invece vennero con la barca, trascinando la rete piena di pesci: non erano infatti lontani da terra se non un centinaio di metri. Appena scesi a terra, videro un fuoco di brace con del pesce sopra, e del pane. Disse loro Gesù: «Portate un po’ del pesce che avete preso ora». Allora Simon Pietro salì nella barca e trasse a terra la rete piena di centocinquantatré grossi pesci. E benché fossero tanti, la rete non si squarciò. Gesù disse loro: «Venite a mangiare». E nessuno dei discepoli osava domandargli: «Chi sei?», perché sapevano bene che era il Signore. Gesù si avvicinò, prese il pane e lo diede loro, e così pure il pesce. Era la terza volta che Gesù si manifestava ai discepoli, dopo essere risorto dai morti.