In occasione del centesimo anniversario della nascita del servo di Dio don Luigi Giussani, fondatore di Comunione e Liberazione, sabato 15 ottobre ha avuto luogo in piazza San Pietro a Roma l’incontro con Papa Francesco di oltre 60mila appartenenti a questo movimento, presente oggi in Italia e in 90 nazioni del mondo. Dopo un momento di preghiera, canti e la proiezione di alcuni interventi del sacerdote milanese don Giussani che ha guidato migliaia di giovani fin dal 1954, il Papa ha voluto sostenere il cammino del movimento ricordando che carisma e autorità sono stati sempre i temi portanti della storia della chiesa.

In particolare, papa Francesco ha ricordato la sua personale gratitudine per il bene ricevuto, come sacerdote, meditando alcuni libri di don Giussani. Grazie alla sua paternità sacerdotale appassionata nel comunicare Cristo, don Giussani è stato padre, maestro e servitore di tutte le inquietudini e le situazioni umane che andava incontrando nella sua storia educativa e missionaria. Ringraziando i successori di Giussani alla guida del Movimento, don Julian Carron e Davide Prosperi, il Papa ha detto di sapere che “non sono per niente facili i periodi di transizione, quando il padre fondatore non è più fisicamente presente”.

Papa Francesco, come anche evidenziato nelle testimonianze di due cielline, Rose in Uganda e Hassina a Milano, ha chiesto a tutti gli appartenenti al movimento di incrementare lo spirito missionario del carisma donato a don Giussani.

Questi sono tempi di rinnovamento e rilancio missionario alla luce dell’attuale momento ecclesiale.

Il Papa ha poi ricordato alcuni aspetti della ricca personalità di don Giussani: il suo carisma, la sua vocazione di educatore, il suo amore alla Chiesa.

In effetti, don Giussani è stato certamente un uomo di grande carisma personale, capace di attrarre migliaia di giovani e di toccare il loro cuore.

Il suo carisma proveniva da qualcosa che aveva vissuto in prima persona da ragazzo: la scoperta del mistero di Cristo.

Aveva intuito – non solo con la mente ma con il cuore – che Cristo è il centro unificatore di tutta la realtà, è la risposta a tutti gli interrogativi umani, la realizzazione di ogni desiderio di felicità e di bene.

Fin dai primi anni del suo ministero sacerdotale, di fronte allo smarrimento per l’ignoranza religiosa di molti giovani, don Giussani sentì l’urgenza di comunicare loro l’incontro con la persona di Gesù che lui stesso aveva sperimentato, senza mai imporre nulla.

Il suo approccio ha generato tante personalità libere, che hanno aderito al cristianesimo con convinzione e passione, in modo personale e creativo, rispettando l’indole di ognuno.

Don Giussani non voleva persone tutte uguali e non voleva nemmeno che tutti imitassero lui, ma che tutti avessero una passione per l’umano, il suo medesimo amore per i giovani, per la libertà e la responsabilità personale di ciascuno di fronte al proprio destino. Infine il Papa ha ricordato che don Giussani è un figlio della Chiesa, anche in tempi di smarrimento e di forte contestazione delle istituzioni.

Per lui la Chiesa era la “compagnia“.

Don Giussani ha insegnato ad avere rispetto e amore filiale per la Chiesa e, con grande equilibrio, ha saputo sempre tenere insieme il carisma e l’autorità, che sono complementari e necessari: “L’autorità assicura la strada giusta, il carisma rende bella la strada”.

Senza autorità si rischia di andare in una direzione sbagliata.

Ma senza il carisma il cammino rischia di diventare noioso, non più attraente per la gente di quel particolare momento storico.

Si potrebbe forse pensare l’organismo umano senza lo scheletro che lo sostiene? Così non è pensabile che la Chiesa viva senza istituzione”.

Papa Francesco ha concluso il suo intervento chiedendo a tutti i ciellini un aiuto concreto, invitandoli ad accompagnarlo nella profezia per la pace.

In questo mondo sempre più violento e guerriero, solo la presenza di Dio in ogni nazione e cultura può andare incontro alle aspirazioni di amore e verità, di giustizia e felicità che appartengono al cuore umano e che palpitano nella vita dei popoli.

L’incontro è terminato con la benedizione ai fedeli presenti e la sempre pressante richiesta di pregare per lui.

Claudia Leone