Diacono, sentinella del suo tempo”: questo il titolo del Corso di formazione per diaconi permanenti organizzato dall´Ufficio Nazionale per la pastorale della salute della CEI, svoltosi dal 27 al 29 gennaio presso il Centro di spiritualità “Il Carmelo” di Ciampino, in provincia di Roma.

I diaconi permanenti vivono una felice stagione di ripresa della loro presenza nella pastorale della salute: il titolo scelto per l’evento richiamava la prospettiva di un approfondimento del loro servizio nel senso di renderlo sempre più attuale e corrispondente alle esigenze dei sofferenti del nostro tempo.

 I diaconi per loro natura perseguono una direzione profetica: la loro attenzione per il mondo della salute è un richiamo per la Chiesa tutta a prestare attenzione a chi attraversa momenti di sofferenza o porta nella propria carne i segni della fragilità.

Al Corso è intervenuto come relatore anche il diacono permanente della nostra diocesi Marco Florio, responsabile dell’Ufficio diocesano di Pastorale della Salute, con un intervento dal titolo “Il canto che tocca il cuore di chi cura e di chi è curato”, riferito all’esperienza del coro nato in tempo di pandemia e composto da personale sanitario.

Recentemente alcuni membri del coro avevano anche partecipato ad una udienza di Papa Francesco in Piazza San Pietro.

La Chiesa è comunità sanante, attraverso l’Eucarestia, attraverso la Parola, attraverso i Sacramenti di guarigione, attraverso la relazione – racconta Florio –. La Chiesa si prende cura, Gesù guarisce. La figura del Diacono permanente, al corso, è stata vista come quella di uno che si mette all’ascolto, si avvicina, conosce, comprende. Conosce, con discrezione, il cammino che chi ha incontrato è disponibie a fare. Costruisce una rete di sostegno. Passa vicino a chi soffre, non gira la testa dall’altra parte e si fa prossimo. È emerso dal corso a cui ho partecipato, che il Diacono Permanente è una persona che ha tante potenzialità anche perché fa una vita ‘normale’: ha moglie, ha figli, lavora, vive la quotidianità come milioni di altre persone. I Diaconi sono chiamati più di tutti a camminare insieme. In ospedale, ogni giorno si cammina insieme, con le persone allettate, con i loro parenti e con tutti i curanti”.

Nell’esperienza del camminare insieme è nato all’ospedale di Ivrea un coro composto da dipendenti e di cui già abbiamo scritto su questo giornale.

Invitato da don Massimo Angellelli, direttore nazionale della Pastorale della Salute, ecco come Marco Florio ha presentato il coro ai partecipanti del Corso.

Ho detto che di per sé all’ospedale di Ivrea non abbiamo fatto nulla di straordinario – racconta Florio –: in tanti ospedali, strutture sanitarie, centri diurni, i professionisti della sanità, anche senza assistente spirituale, hanno messo in piedi cori, gruppi di teatro per animare i pazienti, gli ospiti. È un modo anche di fare gruppo, di distrarsi, di formarsi. Quello iniziato all’ospedale di Ivrea è stato un percorso un po’ diverso principalmente perché l’idea è nata ancora in tempi di restrizioni Covid: faticosamente si entrava nei reparti. Dialogando con una dottoressa salta fuori l’idea di fare la proposta ai dipendenti. Si muovono i primi passi e una trentina di persone aderiscono, tra loro anche due maestre di coro e organiste. Il coro non canterà solo nei reparti, ma anche a teatro e nelle scuole, e continuerà a cantare. La prima uscita del coro, 9 dicembre 2021, nel reparto di ginecologia…”.

In ultimo un avviso: l’Ufficio Nazionale della Salute organizza un momento di preghiera per tutti i curanti a livello nazionale.

A Ivrea verrà fatto presso la cappella dell’ospedale, domani, venerdì 3 febbraio alle ore 16, col titolo “Invece un samaritano… Preghiera di ringraziamento a Dio per i curanti”.

c.m.z

Redazione Web