Pensare all’ultimo momento di proporre una cena in piedi, una sorta di buffet, per cause di forza maggiore: non perché questa fosse la tua intenzione, ma perché ti hanno rubato le sedie…

È accaduto nella notte fra venerdì e sabato scorsi in piazza Borella, dove era posizionata l’attrezzatura per i momenti gastronomici della festa patronale di San Luigi.

Due tavoli e settanta sedie (un prestito del Goap di Vische) il “bottino” sottratto alla Pro Loco presieduta da Bruno Daniele.

Che si è fatto sentire attraverso i social: “La festa patronale nasce perché le persone possano incontrarsi, riunirsi, chiacchierare, mangiare, bere un buon bicchiere insieme, insomma trovare un momento di aggregazione durante un anno di lavoro, ritrovare i rapporti interpersonali di cui abbiamo bisogno. La Pro Loco ha fatto negli anni, e fa tuttora, tutto il possibile per organizzare nel modo migliore, a volte anche commettendo errori, la festa, investendo tempo personale dei componenti, investendo soldi, perché crediamo che Rondissone meriti la propria festa patronale di San Luigi. Con questo vogliamo ringraziare di cuore le persone, così premurose, che hanno pensato bene di rubare le sedie che erano in piazza. Un vero gesto di civiltà, che non va a colpire la Pro Loco nell’aspetto economico, ma le persone che hanno dedicato il loro tempo, lavorando sotto il sole, per lavare e pulire, sistemarle e disporle, tempo che avrebbero potuto tranquillamente dedicare alle famiglie e, invece, hanno deciso di investire per il paese”.

Nonostante il brutto inconveniente, la festa è continuata e la Pro Loco ha dedicato una “stoccata” ai ladri dispettosi: “In piazza è attivo il sistema di videosorveglianza, e il bello delle telecamere è che possono essere molto rivelatrici!”.

Giornata centrale dei festeggiamenti è stata domenica 19 giugno, con la Messa solenne celebrata da don Gino Casardi e la processione lungo le vie del paese e con l’accompagnamento musicale della Filarmonica “Città di Chivasso”.

E martedì sono state ritrovate anche le sedie – non tutte, ma almeno una cinquantina – in un’area nei pressi del cimitero.