Quando sono entrato nel cortile dell’oratorio di Gavirate, una bella cittadina che si affaccia sul lago di Varese, non credevo ai miei occhi: un brulicare di persone, grandi, piccolissime e piccole. I bambini ed i più giovani erano distinguibili e raggruppabili per le loro divise, semplici, comode e funzionali. Un movimento incessante eppure ordinato, allegro, ma senza chiasso. Ho capito che le tante persone sapessero bene cosa facevano con determinazione e serena precisione.

L’Associazione Gruppi Guide Scouts (AGGS) aveva organizzato una cena per sostenere i cristiani in Terra Santa e l’insistenza di mia figlia Maddalena, le cui figlie sono impegnate in questa bella attività, mi aveva alla fine convinto alla partecipazione.

Prima della cena, guide e scout avevano organizzato una mostra a pannelli e foto, nata dalla lettura appassionante di alcuni racconti di testimonianze dalla rivista “Tracce”. Alcuni giovanissimi illustravano ai visitatori i pannelli, raccontando del medico Alberto in missione in uno sperduto ospedale del Ciad, presentando l’attività di Jean-François in Siria per l’associazione Pro Terra Sancta dei francescani, facendoci conoscere il coraggio e la fede di Hanna Jallouf il vescovo siriano di Aleppo, portandoci nella Repubblica Democratica del Congo tra le suore trappiste del monastero di Notre Dame de Mvanda, che rimangono con la povera gente afflitta da guerre e miseria.

Mi ha stupito la decisione con cui questi giovani tra cui le due mie nipoti Chiara ed Elena, spiegavano e illustravano pannelli e foto, aggiungendo ai testi i lori commenti e le loro riflessioni. Ho apprezzato ancora una volta l’essenza della gioventù: “aver fiducia in uno scopo”. Ragazze e ragazzi “tesi ad uno scopo”, ma anche “capaci di dare le ragioni” della “loro” mostra: indicare le scintille di speranza nelle tenebre di guerre e povertà. Insomma, credevano in quello che dicevano e facevano!

Vi incoraggio […] a scoprire e raccontare le tante storie di bene nascoste fra le pieghe della cronaca; a imitare i cercatori d’oro, che setacciano instancabilmente la sabbia alla ricerca della minuscola pepita. È bello trovare questi semi di speranza e farli conoscere” (Papa Francesco)