(Fabrizio Dassano)

Si esce!
Con le limitazioni del caso ma, si esce!

Per festeggiare sono andato in campagna: un giro veloce in motoretta, giusto per poter dire un giorno: “Io ero uscito!”.

Ho raggiunto un piccolo centro in Canavese, un paesino molto carino di circa 2000 anime. Ho dei forti sospetti che lì possa essersi nascosto il misterioso mio ex vicino di casa. Ho iniziato a cercare le case con i pollai, poi le case con i pollai con due galline. Purtroppo non ci sono più i tulipani: sarebbero stati una traccia importante per la mia ricerca.

Per consolarmi, innanzitutto mi sono voluto levare lo sfizio di una colazione al bar. Ho fatto rotta per il lago di Viverone, rigorosamente sulla costa canavesana. C’erano due locali aperti e io sono finito nel primo. C’erano altri due avventori che erano appena stati serviti all’esterno e che quando mi hanno visto arrivare si sono spostati a distanza di sicurezza.

Quindi mi sono avvicinato alla finestra e ho pronunciato alla giovane barista, con voce attutita da dietro una mascherina FFP2, la fatidica frase “cappuccino e croissant”. La ragazza armeggiava al fondo del locale dall’accesso interdetto.

Poco dopo arriva il cappuccino in un bicchiere di carta, bello caldo e tappato da un coperchio di plastica col taglio per sorseggiare tipo biberon per adulti. In un sacchetto di carta il croissant alla marmellata e la bustina di zucchero e la paletta per girare. Vado verso i tavolini ma noto che seppur distanti tra loro sono transennati. Accidenti.

Devo mettere lo zucchero nel cappuccino ma il taglio per inserire lo zucchero è stretto, mi servirebbe un imbutino che abitualmente non porto nel bauletto della motoretta. Devo stapparlo o berlo amaro. Poso sulla moto il resto e armeggio col tappo. Alla fine ci riesco. Ma il tappo non si tappa più.

Comunque, in qualche modo son riuscito a fare la mia prima colazione esterna. Un’anatra mi osserva sorniona. Ma adesso voglio godermi la pace in campagna. Vado nel paesino e spengo la motoretta su un punto panoramico sulle colline di questo angolo di Canavese.

Case e casette, ville e villette, vecchie case di campagna, cortili, tutto immerso in un verde riposante, curatissimo e perfetto. Se ho fortuna, da questo punto potrò individuare il mio ex vicino di casa…

Levato il casco, mi rendo conto che il sacro silenzio del panorama sulle colline e campagne circostanti non è poi così sacro.

Poco distante un motosega con la sua cadenza cantilenante, dall’altra parte una sega circolare. Poco alla volta monta su un vero concerto: i decespugliatori implacabili compiono la loro opera, i piccoli infernali motori a scoppio dei soffiatori fanno il resto.

In quel momento nel prato vicino arriva uno strano essere che però viaggia su delle ruotine ed è silenzioso come un serpente: il robottino rasaerba ideale per prati fino a 5000 metri quadri!

Mi metto il casco e me ne torno in città. Come prima uscita va già bene così!