(Cristina Terribili)

Il nuovo film della Disney Pixar “Luca” ci offre la nuova massima per l’estate: “Silenzio, Bruno!”

Questo è ciò che dobbiamo esclamare quando un pensiero negativo, un dubbio, ci assale e non ci permette di goderci a pieno la vita.

Quanti “Bruno” infestano le nostre menti? Molti, troppi. Per qualcuno i “Bruno” sono pensieri solitari ma sufficientemente ingombranti da occupare gran parte della mente; per altri sono tanti e piccoli, che si muovono costantemente, saltellando tra un pensiero ed un altro e non facendo concludere mai nulla; per altri ancora i “Bruno” consigliano ininterrottamente di aspettare e procrastinare ogni azione a quando ci saranno altre opportunità…

In alcuni casi i “Bruno” parlano a voce bassissima, a volte gridano… In ogni caso limitano, spengono gli entusiasmi, favoriscono la comparsa dell’ansia, contribuiscono a farci cambiare programma. La loro è quella vocina interiore che, sovente, invece di accompagnarci in modo realistico e positivo, fa emergere paure più antiche, insicurezza che non viene mai completamente sconfitta.
Ora la possiamo allontanare con una piccola formula magica: “Silenzio, Bruno!”. Siamo noi stessi che impartiamo l’ordine, siamo noi che, novelli Harry Potter senza
bacchetta, diamo corpo e voce e nome all’avversario che vogliamo sconfiggere.

Perché il povero “Bruno” non ci aiuta quasi mai. Egli nasce e cresce attraverso moniti e sfiducie che si incontrano nel percorso della vita, di tutti quelli che non hanno creduto in noi, che hanno scosso la testa facendoci capire che, a loro avviso, non ce l’avremmo fatta, che per noi sarebbe stato inutile impegnarci in un’impresa importante perché privi, sempre a loro giudizio, delle capacità per fare o dire o pensare.

Non si chiama “Bruno” la vocina che ci fa soppesare il pericolo reale, così come non si chiama “Bruno” la vocina che ci incoraggia, che ci fa risollevare dopo una scivolata su quella stupida buccia di banana.

Se riconosciamo la voce di “Bruno” che parla e la mettiamo a tacere, forse arriveremo ultimi, forse ruzzoleremo in qualche prato, ci sbucceremo le ginocchia ma ci divertiremo tanto. Quando abbiamo chiaro chi o cosa dobbiamo combattere possiamo affinare le strategie giuste, ribadire a noi stessi le nostre qualità, spiegare ad un “Bruno” timoroso o impaurito che, se chiamiamo a raccolta le nostre risorse interiori possiamo cavarcela

Come nel film, ogni volta che accettiamo di misurarci con una giusta causa o con un sogno, noi mettiamo meglio a fuoco chi siamo, permettiamo anche agli altri di conoscerci meglio.

E poi, se proprio il nostro “Bruno” dovesse tirarci per la manica, sbarrarci la strada, possiamo provare a parlare con lui, e dirgli che oggi siamo diversi, e che per quanto possa sembrare assurdo abbiamo un’altra possibilità, abbiamo un’altra storia da scrivere e da raccontare e che, se si mette dietro di noi, con un caschetto sulla testa e con la bocca chiusa, può arrivare a scoprire qualcosa di sorprendente.

E se poi dovesse fare ancora resistenza allora un perentorio “Silenzio, Bruno!” ci starà proprio bene.