Immagine generata con l’I.A.

A metà agosto, in quel di Rivalta, una ragazza 29enne è morta nell’incendio dell’alloggio dove abitava col padre rimasto intossicato. Le cronache dei giornali ci dicono che i due erano seguiti dai servizi sociali perché affetti da “sindrome d’accumulo”.

Ma che cos’è il disturbo da Accumulo Compulsivo (o “Hoarding Disorder”)? Si ritiene che questo disturbo psicologico colpisca fino al 5% della popolazione italiana, ma la quantificazione del dato potrebbe essere sottostimata, dal momento che le persone che ne soffrono si manifestano generalmente solo in seguito a tragedie o alle conseguenze emotive, fisiche, sociali, finanziarie e legali che questo disturbo porta con sé.

Le persone affette sono molto diverse tra di loro, per età, scolarizzazione, status sociale: tuttavia sono accomunate tutte dalla difficoltà, che si manifesta come una vera e propria sofferenza, a separarsi da oggetti indipendentemente dal loro valore o dal loro uso; sono intrinsecamente convinte che gli oggetti accumulati potrebbero essere utili in futuro o acquistare valore nel tempo, essere regalati a qualcuno o riutilizzati.

Il risultato dell’accaparramento è generalmente la congestione di spazi abitativi tanto da costringere a muoversi tra cunicoli o passaggi angusti, che impediscono anche di potersi sedere o dormire, perché ogni arredamento viene ricoperto da altri oggetti fino a diventare completamente inutilizzabile, dal bagno alla lavatrice, dai fornelli alla televisione.

Bisogna sottolineare che il comportamento di accumulo può svilupparsi in persone che hanno subito dei traumi, oppure da fasi della vita caratterizzate da trascuratezza o ristrettezze economiche.
Se curato adeguatamente può risolversi nel 70% dei casi o comunque permettere a chi ne soffre di imparare a gestire meglio il proprio ambiente e la spinta irrefrenabile all’accumulo, ma è necessario intervenire quanto prima. Un intervento di tipo farmacologico a fianco di psicoterapia cognitiva comportamentale può risultare necessaria per evitare l’esacerbarsi della problematica e l’innesco di possibili tragedie.