Foto: La Corale Polifonica della Valchiusella negli anni ‘60

Nel 1959, a Vico Canavese, con l’insediamento del nuovo arciprete don Silvio Margherio, si diede impulso alla formazione di una compagine in grado di collaborare al servizio liturgico in chiesa. Negli anni a seguire questo gruppo crebbe e prese una forma definitiva nel 1964 con la fondazione ufficiale del Piccolo Coro di San Giovanni Battista, nome derivante dal titolo della chiesa locale.

Sentire, pensare, cantare, sognare… questi gli intenti con cui iniziò la storia musicale di uno dei complessi canori che ha lasciato un solco nell’intero panorama musicale e coristico.

Sotto la direzione del ventottenne maestro Bernardino Streito e con la partecipazione di molti valligiani donne e uomini, alcuni dei quali erano stati componenti del Coro Alpino che, sotto la direzione di Egidio Francisco, aveva vinto il Concorso dei Cori a Bardonecchia nel 1955, iniziò una lunga vicenda canora.

Nell’ottocentesco salone parrocchiale presero vita le prove settimanali che ebbero da subito un duplice indirizzo: per la liturgia si imparò la Messa per due voci pari Te Deum Laudamus di Lorenzo Perosi, opportunamente adattata per voci miste, cui venne accostato lo studio di un programma che possiamo definire “profano”, consistente in canti della tradizione popolare, anch’essi adattati alle voci miste, nonché brani classici di Bach, Mozart, Bruckner, Beethoven, compositori che denotarono il futuro indirizzo delle scelte del Coro.

Con tale programma misto prese vita una ininterrotta esperienza concertistica il cui primo appuntamento fu quello di un’esibizione nella chiesa di Ronco Canavese, nel 1964, su invito del parroco don Lorenzo Babando. Nelle prime esibizioni pubbliche, all’armonium sedette la celebre soprano Anna Maria Venditti.

Pur conservando, all’inizio, la duplice funzione di cantoria chiesastica e gruppo corale “profano” il Piccolo Coro ebbe una sua trasformazione che lo portò ad evolversi come complesso autonomo di vocazione laica. La nuova acquisita identità portò inevitabilmente a riconoscersi in modo più articolato con la nascita della Corale Valchiusella il 4 agosto 1966, la quale, nel giro di pochi mesi, con l’esigenza di meglio definire le scelte programmatiche e gli innumerevoli impegni socio-culturali, divenne Corale Polifonica Valchiusella.

Questo sviluppo non portò però alla cessazione della cantoria della chiesa che, con lo stesso direttore e organista Bernardino Streito, proseguì la sua funzione ed è tutt’oggi in attività ogni domenica, ovviamente con un inevitabile rinnovarsi dei componenti.

La Corale Polifonica Val-chiusella in questi primi anni si ispirò, per trarne modello, al Coro Incas (Istituzione Nuova Corale Alpina Seriana) fondato nel 1949 dal noto musicista Mino Bordignon (1921 – 2009) che divenne anche presidente onorario della Polifonica stessa.

La fine degli anni sessanta e il decennio successivo videro nascere le prime incisioni della Corale, fatte su 45 giri. Si moltiplicarono anche gli impegni pubblici: alla Pro Civitate Christiana di Assisi, al Colle del Lys, al teatro Nuovo, al Piccolo Regio e al Conservatorio Giuseppe Verdi di Torino, a Verona, Venezia, Milano, Pisa, Como, Firenze, Roma e all’estero a Chambéry, Grenoble.
In occasione di un incontro di cori canavesani, organizzato dal Coro Alpino Eporediese in piazza Ottinetti a Ivrea, la Corale Polifonica Valchiusella ricevette l’attenzione della regista televisiva e teatrale Maria Maddalena Yon, la quale formulò un invito alla trasmissione televisiva del programma Nazionale della Rai “Spazio musicale”, opera del maestro Gino Negri. Ed è così che la compagine diretta da Streito approdò anche in televisione, dopo essere già stata alla radio.

Grande fu l’entusiasmo per tutti, anche in considerazione del fatto che in quegli anni la televisione era praticamente inaccessibile a chi non era già affermato e celebre.

L’intervento televisivo, nel quale fu eseguito il brano “Le soir à la montagne”, venne registrato negli studi Rai milanesi di Corso Sempione, sotto la regia della stessa Yon, con la presentazione di Gabriella Farinon.

Al Lido di Venezia, luogo a cui Thomas Mann si ispirò per il suo celeberrimo romanzo Morte a Venezia, la Corale si esibì in un breve, applaudito concerto.

Di seguito la Corale, insieme agli Anonymi Cantores di Milano e al Gruppo da camera del conservatorio Verdi di Como, si produsse nella prima assoluta dell’opera “La Parola” di Boris Porena (1927 – 2022). Il maestro Bernardino Streito fu il direttore con alla tastiera il pianista, il tipografo eporediese Davide Bolognino.

Innumerevoli sarebbero ancora le citazioni di concerti e convegni canori di cui la Polifonica Valchiusella fu protagonista.

Tra le tante, in queste righe ho scelto di ricordarne tre: l’esibizione svoltasi nel 2000 al Lingotto di Torino, in occasione del Salone della Musica, dove furono invitati dall’onorevole Rolando Picchioni. In quell’occasione approdarono nuovamente in televisione, sugli schermi di Tele Montecarlo; nel 1992 all’Expo di Genova, in occasione delle Colombiadi, per il cinquecentenario della scoperta dell’America, offrì un programma multicolore per le lingue e per le musiche.

A onor del vero anche nei concerti degli ultimi anni (per ora l’ultimo risale al 2024) il programma è sempre stato molto impegnativo sia musicalmente che come varietà di lingue che solitamente spaziano dal latino, all’inglese, dal tedesco, al francese, dall’italiano ai vari dialetti della penisola; nel 2000 a Trausella, in occasione della XVIII journèe Jean Giono, la Corale ebbe l’onore di dare il benvenuto a madame Silvie Giono, figlia del famoso romanziere francese, il quale in vita cercò sempre le sue origini italiane, scoprendo unicamente di essere piemontese, ma non riuscendo a risalire alla Valchiusella. Questo privilegio lo ebbe solo sua figlia, la quale, dopo aver assistito al concerto, visitò i paesi e i luoghi dei suoi antenati valchiusellesi.
Tra le altre cose, la chiesa parrocchiale di San Grato Vescovo, di Trausella, fu sempre luogo favorito per le tante incisioni della Polifonica Valchiusella a causa della sua straordinaria acustica. Grazie alla bravura del complesso canoro e alla perfetta sonorità, molte registrazioni richiamarono l’attenzione di una grande casa discografica internazionale.
Da menzionare, infine, i concerti benefici, alcuni svolti anche nelle carceri.

(continua sul numero della prossima settimana)