La solennità dei Santi Pietro e Paolo cade di domenica e prevale sulla domenica del Tempo Ordinario. La liturgia attraverso due formulari rende la celebrazione ricca da un punto di vista biblico e da un punto di vista eucologico.

Le due “colonne” della Chiesa cattolica vengono celebrate insieme nello stesso giorno, perché entrambi per vie diverse hanno incontrato, seguito, servito Cristo. Una prima esperienza che la Parola di Dio produce in questa solennità è il senso della liberazione. Pietro viene liberato dal carcere dall’angelo e lui stesso afferma: “Ora so veramente che il Signore ha mandato il suo angelo e mi ha strappato dalla mano…”. Anche Paolo fa l’esperienza di liberazione, nel racconto della lettera ai Galati annuncia la sua personale illuminazione sulla via di Damasco ed esprime questa esperienza di luce dicendo: “Mi chiamò con la sua grazia”. Pietro e Paolo si rendono conto e ci aiutano a comprendere che l’intervento del Signore nella loro vita li ha resi strumenti docili per testimoniare e annunciare le Sue opere grandi.

Un secondo aspetto da sottolineare è l’iniziativa del Signore, il quale colma le povertà dell’uomo. Pietro non possiede né oro né argento ma l’incontro con il Risorto sul lago di Galilea trasforma l’uomo del rinnegamento nell’apostolo che agisce nel nome di Cristo Gesù, il Nazareno e dà la Vita autentica a chi è nell’indigenza. Paolo con la grazia di Cristo arriverà a offrire la vita in un’esperienza di fede che viene paragonata a una battaglia, a una corsa, ma attraverso la fede la sua vita ora può essere rimessa totalmente nelle mani del Signore. Il Signore in Pietro e Paolo ci sta insegnando che solo con Lui la nostra vita può avere una svolta.

Per il Vangelo di Giovanni della liturgia vespertina ci aiutano le parole di Benedetto XVI: “Gesù domanda a Pietro la prima volta: «Simone mi ami tu, con questo amore totale e incondizionato? Prima dell’esperienza del tradimento l’Apostolo avrebbe certamente detto: “Ti amo incondizionatamente”. Ora che ha conosciuto l’amara tristezza dell’infedeltà, il dramma della propria debolezza, dice con umiltà: “Signore, ti voglio bene cioè “ti amo del mio povero amore umano”. Alla terza volta Gesù dice a Simone soltanto: “mi vuoi bene?”. Simone comprende che a Gesù basta il suo povero amore, l’unico di cui è capace, e tuttavia è rattristato che il Signore gli abbia dovuto dire così. Gli risponde perciò: “Signore, tu sai tutto, tu sai che ti voglio bene”. Verrebbe da dire che Gesù si è adeguato a Pietro, piuttosto che Pietro a Gesù!”.

Il Vangelo della domenica ci fa la domanda che Gesù fa a Pietro ma che in pratica rivolge a noi: “Ma voi chi dire che io sia?”. La risposta di Pietro è netta e immediata: “Tu sei il Cristo”, cioè il Messia, il consacrato di Dio mandato a salvare il suo popolo. Pietro e gli altri apostoli, dunque, a differenza della maggior parte della gente, credono che Gesù non sia solo un grande maestro, o un profeta, ma molto di più. Hanno fede: credono che in Lui è presente e opera Dio. Anche questa testimonianza degli Apostoli Pietro e Paolo ci aiuta a fermare di più la nostra attenzione su Gesù Cristo per ripartire da Lui come suoi testimoni. In questa domenica siamo invitati a pregare per il ministero del Santo Padre, Papa Leone XIV e contribuire per la Sua missione con l’Obolo per la Carità del Papa.

Mt 16, 13-19

In quel tempo, Gesù, giunto nella regione di Cesarèa di Filippo, domandò ai suoi discepoli: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo?». Risposero: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elìa, altri Geremìa o qualcuno dei profeti». Disse loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». E Gesù gli disse: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli».