Non è la prima volta: l’accoppiata Mike Flanagan che dirige un film tratto da una storia di Stephen King ha già avuto modo di esprimersi, ad esempio con “Doctor Sleep” o “Il gioco di Gerald”. Flanagan ha la caratteristica di scegliere le storie più legate al senso della vita e più autoriali: non sempre in lui ritroviamo il re dell’horror in quanto tale, o dobbiamo necessariamente avere paura. E così è nato “The life of Chuck” (La vita di Chuck), tratto dal racconto omonimo di King, della raccolta del 2020 “Se scorre il sangue…”. Il film è diviso in tre atti e si va a ritroso nel tempo, al terzo al primo, dalla morte alla nascita del protagonista.
Stati Uniti, oggi (forse). Il mondo sta finendo, stanno avvenendo calamità naturali impreviste e tutto pare sgretolarsi… Internet non funziona, la tecnologia sembra essersi arresa e le stelle una ad una si spengono. Chuck, contabile trentanovenne che lavora in una banca della zona, sta morendo per un tumore al cervello: pare un uomo comune, dall’esistenza ordinaria, ma forse chi l’ha conosciuto ha un’idea differente.
Nel secondo atto siamo trasportati indietro nel tempo, a qualche mese prima. Chuck, che in realtà si chiama Charles Krantz, deve partecipare a una conferenza in banca, e mentre cammina per strada si imbatte in una giovane batterista di colore che suona il suo strumento. Mosso da ispirazione, l’uomo si mette a ballare e coinvolge una passante di nome Janice, i due ballano insieme mossi dall’armonia della musica e dall’emozione del momento.
Nel primo atto conosciamo qualcosa di più della famiglia di Chuck, in particolare i nonni paterni che diventano per lui dei veri e propri genitori.
A scuola si legge Walt Whitman, che dice in una sua poesia: “io contengo moltitudini”, per indicare che ognuno possiede in sè molte sfaccettature, a volte in contrasto, a volte libere; e, come dice Matteo Saudino: questo film è “armonia di opposti”.
The life of Chuck
di Mike Flanagan
paese: Usa 2024
genere: fantascienza, drammatico
interpreti: Tom Hiddleston, Jacob Tremblay, Karen Gillan, Annalise Basso, Kate Siegel
durata: 1 ora e 50 minuti
giudizio: interessante