Un altro pezzo di scuola d’altri tempi se n’è andato.

Il 16 gennaio è mancata Maria Irene Grignolo, per tutti Mirene, insegnante storica della scuola elementare di Torrazza. Chi scrive non ha insegnato in modo continuativo in quella scuola che, all’epoca, dipendeva dal secondo circolo didattico di Chivasso, ma vi ha prestato servizio per brevi supplenze: ma Mirene, una volta conosciuta, non si poteva dimenticare.

La famiglia era originaria di Saliceto, la mamma già insegnante elementare a Torrazza, e lei aveva seguito le orme della genitrice. Aveva frequentato l’Istituto Magistrale al “Maria Ausiliatrice” di Torino, compagna di collegio di Rosanna Fassio, maestra di Montanaro da poco mancata.

A scuola si presentava sempre impeccabile: mai un capello fuori posto, labbra col rossetto e unghie laccate, e poi le scarpe con tacchi da capogiro.

Soffriva di mal di schiena, ma sosteneva che l’ortopedico le consigliava 5 centimetri di tacco… ma i suoi erano almeno il doppio.

L’altro personaggio di Torrazza, responsabile della sede, era Marco Bertolo e, a volte, in primavera (ne sono stata testimone), proponeva al mattino una passeggiata per le stradine sterrate vicine alla scuola.

Ovviamente Mirene partecipava con la sua classe e… i tacchi!

Una vita tranquilla, forse troppo, un mese all’anno al mare come unico diversivo, pochissimi amici, ma una gran voglia di leggere.

Una cultura eccezionale, un linguaggio appropriato con termini specifici e molto colto: cose che, oggi, sono sparite, e il modo di esprimersi di molte persone… beh, lasciamo stare!

Gli ultimi anni non sono stati fra i migliori: non lasciava la sua casa per problemi di deambulazione, ricevendo chi andava a farle visita seduta in poltrona.

Poi il peggioramento che l’ha portata via.

Nell’omelia funebre don Maurizio, commentando il brano di Matteo del giudizio finale, ha sottolineato che Mirene, accanto alle opere di misericordia corporale canoni che, avrebbe certamente potuto aggiungere di aver insegnato a scrivere e a leggere a molte generazioni: perché il lavoro fatto con amore, è uno spiraglio per entrare nell’eternità.

Franca Sarasso

Redazione Web