IVREA – Tragico evento, lunedì sera, alla casa circondariale di Ivrea: un recluso trentanovenne di nazionalità romena si è tolto la vita, impiccandosi con una cintura nel bagno della propria cella. “Era stato arrestato nel cuneese – spiega Paola Perinetto, garante dei diritti dei detenuti del Comune di Ivrea -, e successivamente trasferito a Ivrea. Essendogli stato riscontrato uno stato febbrile, con sospetto di aver contratto il Covid, ha effettuato il tampone a Chivasso, che è risultato negativo. A Ivrea, comunque, è stato messo per 15 giorni in isolamento, come è prassi di questi tempi per tutti i nuovi reclusi”.

Si trattava presumibilmente di una persona fragile, con problemi di dipendenza dall’alcol. “Sembrava tranquillo – prosegue Paola Perinetto -, il medico che l’aveva visitato gli ha procurato le sigarette, come da lui richiesto: non aveva dato particolari segnali di sofferenza. Certo è che l’isolamento, pur inevitabile vista la situazione, su soggetti fragili può causare danni devastanti… Possiamo dire che, in qualche modo, è stato anche lui una vittima del Covid”.

Sulla vicenda è intervenuto anche Leo Beneduci, segretario generale dell’Osapp (Organizzazione Sindacale Autonoma Polizia Penitenziaria), per denunciare “la gravissima situazione in cui versano gli istituti penitenziari italiani. Il carcere di Ivrea è senza un direttore titolare e senza un comandante titolare, oltre ad essere in sofferenza per le gravissime carenze di organico, più volte da noi denunciate”.

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