Venerdì scorso ricorreva il trentennale dell’incidente ferroviario di Caluso in cui persero la vita il macchinista Mauro Guscelli e cinque passeggeri, Elisabetta Borello Ferraris, Angela Bertolotti, Anna De Lucchi, Mary Delfina Frati e Dino Glarey.

Mercoledì 10 giugno 1992, nel primo pomeriggio, il diretto per Aosta, proveniente da Torino, investe il treno locale giunto da Ivrea e fermo al segnale di Caluso.

Il Torino-Aosta trasporta molti lavoratori pendolari che tornano in Canavese.

L’impatto è terribile: la prima vettura di testa si impenna contro il terrapieno sovrastante la galleria e, nello schianto, sei persone perdono la vita e quaranta viaggiatori rimangono feriti.

Un violento temporale scoppia sulla zona e rende difficoltose le operazioni di soccorso.

Ci si rende subito conto che, fra le lamiere contorte, ci sono feriti che invocano soccorso: e si troveranno anche i morti.

I sopravvissuti all’incidente ne porteranno i segni nella loro psiche per sempre: come il secondo agente del convoglio, che non è più tra noi da alcuni anni, Roberto Mortarotti, che è stato a lungo tormentato da incubi notturni.

Nella ricorrenza del trentennale il Comune di Caluso in collaborazione con l’Associazione Nazionale Ferrovieri del Genio (Anfg), con il patrocinio di Regione e Città metropolitana ha organizzato una cerimonia di ricordo sul piazzale antistante la stazione ferroviaria.

Piero Martellozzo, capo Area Piemonte e Valle d’Aosta dell’Anfg e Maria Rosa Cena, sindaca di Caluso, hanno ricordato il funesto evento con parole cariche di partecipazione.

Ambedue hanno anche fatto memoria dell’altro incidente che, sulla stessa linea, in località Arè nel 2018, ha condotto alla morte Roberto Madau, macchinista del diretto per Ivrea, e Stefan Aureliana, accompagnatore del trasporto eccezionale incastratosi sui binari.

Il sindaco ha poi dato lettura del messaggio che il prefetto di Torino ha fatto pervenire per esprimere il suo dolore per questi fatti.

Don Loris Cena, arciprete di Caluso, ha poi celebrato la Messa in suffragio dei defunti.

Ha ricordato come sia presente nella sua memoria l’incidente del 1992: all’epoca era un seminarista e quel giorno l’allora vescovo Luigi Bettazzi era in Seminario per salutare gli aspiranti sacerdoti in vista delle vacanze estive. Avvisato di ciò che era accaduto aveva voluto recarsi subito a Caluso, e con l’arciprete monsignor Giuseppe Pittarelli aveva portato la sua solidarietà ai parenti dei defunti e dei feriti.

All’epoca del secondo incidente, invece, don Loris espletava già il suo ministero nella città dell’Erbaluce e quindi si era trovato coinvolto in prima persona.

Prima della benedizione, la proclamazione della “Preghiera del Geniere“, quindi la posa dei fiori e la benedizione al cippo sul primo binario che ricorda tutti e due gli incidenti, cippo voluto dall’Anfg. Presenti alla cerimonia consiglieri regionali e della Città metropolitana, i sindaci dei Comuni limitrofi, il comandante dei Carabinieri di Caluso, agenti della Polizia, molti gruppi di associazioni d’arma (Alpini di Caluso e Chivasso, Marinai, Carabinieri in congedo), Protezione civile, Cri di Chivasso e, ovviamente, molti rappresentanti del Genio Ferrovieri e parenti delle vittime dei due incidenti.

Franca Sarasso