Domenica 7 agosto è stata celebrata la tradizionale festa della Madonna della Neve, che si svolge in paese seguendo un’antica tradizione: i priori, che sono coloro che compiono sessant’anni, al mattino si recano in chiesa parrocchiale a “prendere” la cassa processionale sormontata dalla ottocentesca lignea statua della Beata Vergine Maria e, assieme al clero, alle autorità civili e alla popolazione, la portano in corteo fino alla cappella della località Cali che sorge alle porte dell’abitato.

Qui il rettore (è questo l’antico titolo del parroco di Traversella) presiede la celebrazione eucaristica, impartendo la prima solenne benedizione della giornata.

All’imbrunire ci si ritrova nuovamente tutti nella cappella votiva, la quale fu eretta a seguito dell’epidemia di peste del 1630 come ringraziamento a Dio dal momento che Traversella non fu toccata dal terribile morbo in quella occasione.

Qui si recita il Rosario e poi la statua viene nuovamente portata in processione e al lume delle fiaccole nella chiesa parrocchiale, dove si cantano le litanie e si fa l’adorazione eucaristica al termine della quale viene impartita la seconda solenne benedizione.

Un rito devozionale importante che sia l’attuale rettore don Matteo Somà, sia i membri del Consiglio Pastorale Dede Bertolino, Rosi Chialiva, Anna Quacchio e Marco Vignadocchio tengono a mantenere viva con tutti i traversellesi, soprattutto col Gruppo Alpini che aiuta per il trasporto del sacro simulacro e insieme a chi è priore nell’anno in corso; e ancora con i devoti che arrivano da fuori, come il sottoscritto che fa servizio all’altare, Marco di Gennaro che si occupa dei vari melodici suoni delle campane che seguono il percorso delle processioni e dell’accompagnamento musicale in chiesa ed infine con tutti coloro che si occupano di tanti piccoli e grandi dettagli.

Quest’anno, alla squadra già consolidata, si è aggiunta la giovane Sofia Ziliani, la quale con la sua armoniosa voce ha animato le varie fasi delle celebrazioni liturgiche.

Ebbe a scrivere negli anni Cinquanta sul bollettino parrocchiale denominato “L’Amico di tutti” l’allora rettore don Giovanni Battista Ghiringhello (che tenne la cura pastorale della parrocchia dal 1913 al 1954): “Or tutti noi abbiamo da imparare da Maria Santissima! Ella fu così umile perché tutta votata a Dio. Ella fu piena di grazia e tale eccezionale potere era la grazia di Dio. Visse per Dio e solo Sua si considerò”.

Andrea Tiloca