(continua dal numero precedente) – Il “Valchiusella”, come viene familiarmente chiamata la Corale, è da oltre sessant’anni è sostanzialmente un coro misto a cappella (fu tra i primi in Italia, quando la commistione tra voci maschili e femminile non era certo ben vista, anzi era addirittura aborrita in certi ambienti musicali), ha sempre svolto una nutrita attività concertistica, portando in scena, tra gli altri, Monteverdi, Verdi, Bach, Beethonven, Mozart, Stravinscky, Kodalym Orff, Martinov, Schönberg, Liszt e molti altri, insieme a qualche brano dello stesso maestro Streito. Come già detto è stata protagonista di prime assolute e diverse incisioni, tra cui si ricorda il cd “Microcosmi” che offre un’ampia visione del repertorio classico e popolare del gruppo.
Il maestro Bernardino Streito, classe 1936, tutt’oggi in attività, suole sovente sottolineare come l’applauso sia il termometro che misura la temperatura dell’avvenuta comunicazione artistica. Egli dice: “L’applauso è la voce del pubblico. Ci sono diversi tipi di applauso che il coro riconosce benissimo: quello di saluto, quello di cortesia, di benvenuto e di commiato…. Tutta una serie di simpatici schiamazzi che corrispondono, all’incirca, alle strette di mano più o meno indifferenti, che ci si scambia nelle relazioni sociali. Ma c’è un tipo di applauso che rivela da parte del pubblico un senso sincero di ammirazione e di gratitudine per quanto il coro gli ha fatto ascoltare, un ringraziamento per l’offerta musicale ricevuta. Qualche volta questo applauso si trasforma in un’ovazione in piedi: un momento di grande emozione”.
Va detto che a ogni fine concerto il maestro Streito, dopo gli applausi del pubblico, chiede ai corsiti di rivolgere essi stessi, tutti insieme, un applauso di ricambio e di gratitudine agli spettatori stessi. Un segno di grande rispetto e educazione.
Ricorda ancora Streito “L’intonazione è esatta se il suono emesso è quello voluto; falsa, ossia stonata, se il suono ha frequenza leggermente inferiore (calante) o superiore (crescente) rispetto al suono voluto”. Questa è stata, penso, anche una sua filosofia di vita. La sua intonazione è sempre stata esatta, attenta al prossimo, alle sue necessità, severa ma solo per correggere eventuali errori, mai maligna, mai prepotente.
Streito, nella sua vita, è stato insegnate di matematica in diversi ordini di scuole del Canavese, insegnate del conservatorio di Como, direttore di coro, oltre che della Polifonica Valchiusella, anche degli Anonimy Cantores di Milano e della Corale dell’Unitre di Ivrea.
Nelle sue mirate e intelligenti avventure canore ha coinvolto tanti musicisti, come l’organista Daniele Sajeva, Benedetta Simoni, tanti amici, la sua amata consorte Elena Guarini, insegnate del liceo Botta di Ivrea, la sorella Maria Caterina Streito detta Chicca, anch’essa insegnante al Botta e tanti appassionati, tra cui il sottoscritto, che gli sono ancora e sempre grati per le ore di arricchimento culturale e umano passate insieme.
Fra le tante amicizie di Streito ricordiamo l’illustre musicista e letterato Edoardo Pedrazzoli, il già citato maestro Mino Bordignon, Massimo Mila che fu suo stimato insegnante e quanti altri ancora. Tra loro vi fu sicuramente anche il nostro amato Vescovo emerito Luigi Bettazzi, che fu assiduo spettatore della Corale e che vide proprio in occasione del concerto del 25 giugno 2023, tenutosi a Vico Canavese, la sua ultima uscita pubblica, accompagnato da Marco Florio.
In una bellissima lettera di qualche anno fa, indirizzata alla Corale, Monsignor Bettazzi scriveva: “Penso a quanto la musica sia stata e sia, per sua stessa natura, strumento di incontro e di dialogo tra i popoli, un dialogo non fatto di parole e di idee, attinenti al piano razionale, ma di intuizioni che sono antecedenti e superiori alla stessa razionalità e di sentimenti, che le sono complementari. Nella musica è tutto l’uomo che si incontra con l’altro uomo, lo sente vicino, ne condivide l’esperienza e la speranza…… La polifonia manifesta una convergenza di voci, con la varietà di melodie e contrappunti, nell’unità della melodia e coinvolge un’intera assemblea nell’espressione di un sentimento comune…… Grazie allo stimatissimo professor Streito e a tutti voi coristi per quanto state facendo. Auguri di buon lavoro, auguri di pace”.
L’elenco delle collaborazioni avute e dei coristi passati in oltre sessant’anni di ininterrotta e indefessa attività è lunghissimo. Ognuno ha lasciato un pezzo di cuore e di vita. Tra i tanti non si può non menzionare il presidente della Corale Piergiorgio Bandella, classe 1929, basso prima e poi tenore sin dagli albori di questa esperienza eccezionale che porta il nome di Corale Polifonica Valchiusella, la quale ha diffuso cultura, armonia, dolcezza e pace valicando gli stretti confini valligiani e canavesani, accarezzando la nostra penisola e altre nazioni vicine, portando lontane armonie vicino a noi e le nostre armonie lontano, in ogni dove e unendo culture e visioni diverse in un unico, grande abbraccio di pace, di consonanza, di equilibrio.

La Corale Polifonica della Valchiusella in una foto del 1° ottobre 1967