(Filippo Ciantia)
Ancora una volta Papa Francesco ci ha stupiti. In Vaticano, la settimana scorsa, ha avuto luogo un ritiro spirituale con partecipanti inaspettati: i leader politici, in guerra tra loro, del Sud Sudan, il più giovane Paese del mondo. Dopo l’indipendenza ottenuta il 7 luglio 2011, Salva Kiir (presidente e di etnia Dinka) e Rieck Machar (di etnia Nuer, vicepresidente e signore della guerra), hanno iniziato a combattersi. Il conflitto si è esteso a tutto il Paese, causando danni umani e materiali enormi.
A queste due persone, certamente responsabili di tanto male, certamente potenti con le loro armate, Papa Francesco, alla fine del “ritiro”, dopo un accorato appello per la pace, ha baciato i piedi, chinandosi faticosamente fino a terra.
Mi sono ricordato del mio incontro con il comandante delle truppe di stanza a Kitgum, nel nord Uganda, durante la guerra. Un’infermiera, Grace, incinta al sesto mese, era stata arrestata. Come direttore dell’ospedale, dovevo fare qualcosa! Arrivando ai cancelli della caserma, passai davanti al cimitero del maggiore “Cion Gwok” (ginocchio di cane: così era stato soprannominato, per aver ordinato di sterminare tutte le persone di tribù Ankole, come il nemico Museveni).
Provai a chiedere, invano, la liberazione della donna. Chiesi, allora, aiuto nella preghiera silenziosa e mi venne in mente improvvisamente Gesù che, entrato in Cafarnao, incontra il centurione che gli chiede la guarigione del servo malato. Allora dissi al maggiore Cion Gwok: “Io sono direttore dell’ospedale e comando molto personale, che mi obbedisce. Tu sei il comandante delle tue truppe, che devono eseguire, sempre, i tuoi ordini. Io non ho argomenti per convincerti, ma tu puoi, se vuoi, fare un gesto di misericordia e perdonare questa donna e liberarla. Se vuoi puoi farlo, perché ne hai il potere”. Fui cacciato in malo modo. Eppure, la mattina successiva Grace fu liberata!
È Gesù che opera, suggerisce le parole e i gesti e permette di salvare le vite, oggi, come duemila anni fa. Papa Francesco lo sa bene: ha anticipato la lavanda dei piedi della settimana santa. Gesù lavò i piedi agli apostoli, incluso Giuda.
“Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici” (Gv 15, 13).