Egli doveva risuscitare dai morti

“Voi cercate Gesù Nazareno, il crocifisso. E’ risorto, non è qui.”
Di buon mattino, al levar del sole, entra la luce nel cuore di queste tre donne che si rimettono in cammino per cercare Gesù. Che cosa avranno vissuto nel lungo silenzio del sabato santo? Ora entrano in un nuovo giorno, il primo della settimana che segnerà una svolta radicale.Vanno al sepolcro portando gli oli aromatici per completare i doveri sepolcrali verso Gesù, sono preoccupate della grande pietra posta a chiusura. Osano alzare lo sguardo per accorgersi con stupore che il loro affanno è stato superato dall’avvenimento. Un giovane rivestito di luce, con la candida veste della vittoria, è lì per loro. La paura le assale, nulla è più come prima.
Gesù di Nazaret, il crocifisso, non è qui, è risorto. Il crocifisso vive, la morte non ha avuto potere su di Lui. La crocifissione è stata un passaggio, ora Egli si manifesta con un nuovo tipo di presenza.
Per loro una nuova missione: andare e portare questo annuncio ai discepoli, a Pietro. Il Risorto li aspetta in Galilea, nella regione dove lo hanno incontrato per la prima volta, dove l’hanno seguito, ascoltato, amato. “Lì lo vedrete, lì vi precede” per ricominciare. L’evangelista Marco conclude il suo Vangelo invitando i suoi lettori a rileggere tutta la vita, l’insegnamento di Gesù alla luce del Risorto. Non una manifestazione spettacolare, ma ordinaria, che immette nelle novità di Cristo.
Le donne fuggono dal sepolcro e non dicono niente a nessuno, perché sono impaurite.
Quanto sentiamo vicina questa fuga, questo silenzio. Il mistero è troppo grande per essere portato, se lo Spirito non interviene e compie il miracolo di rotolare la pietra del nostro egoismo, perché possiamo vivere una vita da risorti nel Risorto e annunciare il kérigma fino ai confini della terra.
L’annuncio rimane sospeso. S’è diffuso nell’aria e non può più essere rinchiuso. La nostra fede ‘seduta’ deve rimettersi in moto, e sperimentare il potere della Pasqua che cambia la nostra paura in fede, la fuga in sequela e il silenzio in annuncio.

Monica Ferrero

Gv 20,1-9

Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che  la pietra era stata tolta dal sepolcro.
Corse allora e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!».
Pietro allora uscì insieme all’altro discepolo e si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò.
Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e osservò i teli posati là, e il sudario – che era stato sul suo capo – non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte.  Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. Infatti non avevano ancora compreso la Scrittura, che cioè egli doveva risorgere  dai morti.