I DOMENICA DI QUARESIMA (ANNO A)

Gesù digiuna per quaranta giorni nel deserto ed è tentato

(Diacono Marco Florio)

Con questo Vangelo di Matteo, ci troviamo alla prima Domenica di Quaresima dell’anno A.

Gesù viene tentato (provato) tre volte nel deserto da Satana, dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti. Il brano presenta Gesù come Figlio di Dio che è stato “lui stesso provato in ogni cosa, come noi, escluso il peccato” (Eb 4,15). Nelle cose in cui Israele nel deserto ha fallito, Gesù supera tutte le prove.

Le tre tentazioni hanno lo scopo di deviare la proclamazione del Regno di Dio, in modo che diventi un regno secondo i criteri di questo mondo. Gesù viene tentato da Satana, fin troppo evidente la sua esistenza, quando viene condotto nel deserto dallo Spirito. Le tentazioni sono prove e fanno parte della vita. Sono conseguenza della nostra libertà. Vivere, infatti significa prendere decisioni: è così per tutti, anche per Gesù. In questa esigenza di prendere decisioni si inseriscono le tentazioni di Satana, verniciate abilmente di ragionevolezza.

La prima tentazione è una tentazione per risolvere un bisogno primario. Satana propone a Gesù di cambiare le pietre in pane. Perché? Egli parte dal presupposto che una volta assicurato il pane, tutto è assicurato. Esattamente come pensa tanta gente, non tanto quando il pane c’è per tutti, quanto piuttosto quando il pane manca e le cose si mettono male. Questo richiama un po’ l’esperienza di Israele nel deserto.

Oggi è la mentalità materialista secondo la quale, se ci si riempie lo stomaco, tutto l’uomo è sazio. Quale inganno, quale stravolgimento. Purtroppo è la mentalità diffusa, è la visione di una vita attorno alla quale si muove la nostra moderna società. Gesù risponde: ”Sta scritto: Non di solo pane vivrà l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio”. Con questa risposta ci ricorda che lo scopo della vita non possono essere i soldi e non può essere il benessere. Gesù moltiplicherà dei pani, ma solo per altri, e ci chiede di fare altrettanto: non respingere, ma accogliere, condividere e non entrare in competizione.

Anche dal punto di vista educativo nelle famiglie, ci ricorda che i figli non si educano moltiplicando le soddisfazioni e i divertimenti, ma andando alla radice dell’inquietudine umana. È stolto allora chi riempie i figli di cose e non di valori. Ne va di mezzo la nostra Anima.

La seconda tentazione propone a Gesù gesti rapidi e spettacolari. Tutto si risolve con un colpo di bacchetta magica, senza sacrifici, senza fatica. La fretta, certamente, non è la strada del bene e noi siamo sempre di corsa. Per questo un giorno Gesù dirà: ”Il regno dei cieli è simile a un granello di senape …. il più piccolo di tutti i semi” (Mt 13,31-32). La fretta è una tentazione anche per noi: noi vorremmo che il mondo cambiasse in pochi giorni, che i nostri sacrifici producessero risultati immediati. Invece no: bisogna attendere. E l’attesa richiede pazienza, la pazienza richiede sacrificio, il sacrificio richiede fede. Questa è la strada di Dio: la strada del piccolo seme.

La terza tentazione è la proposta del potere come primo valore della vita: un valore messo prima anche di Dio. Satana dice: ”Tutte queste cose io ti darò se, gettandoti ai miei piedi, mi adorerai” (Mt 4,9). La risposta di Gesù è immediata e anche sdegnata: ”Vattene, Satana! Sta scritto infatti:” il Signore, Dio tuo, adorerai: a lui solo renderai culto” (Mt 4,10). Dio non è un padrone, ma è un Padre, pertanto adorando Dio non si diventa servi, ma figli. Un giorno Cristo si inginocchierà, ma per lavare i piedi nell’umile atteggiamento del servo. La grandezza davanti a Dio si misura soltanto in termini di amore, di dono e di servizio. Gesù per superare le tre prove ha dovuto essere condotto dallo Spirito in un luogo dove non c’erano distrazioni. Solo così ha potuto dare il meglio di sé.

Questo è un invito anche per noi, in questo Tempo di Quaresima. Liberiamo uno spazio nel nostro cuore, seguiamo il digiuno e l’astinenza che questo tempo ci chiama a vivere, facciamoci condurre dallo Spirito che abita in noi alla ricerca della nostra vocazione ad essere Cristiani che sanno condividere, che sanno aspettare, pregando con fede, adorando Dio, nostro Padre e servendo i nostri fratelli.

(Mt 4,1-11) In quel tempo, Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto, per essere tentato dal diavolo. Dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti, alla fine ebbe fame. Il tentatore gli si avvicinò e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, di’ che queste pietre diventino pane». Ma egli rispose: «Sta scritto: “Non di solo pane vivrà l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio”». Allora il diavolo lo portò nella città santa, lo pose sul punto più alto del tempio e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, gèttati giù; sta scritto infatti: “Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo ed essi ti porteranno sulle loro mani perché il tuo piede non inciampi in una pietra”». Gesù gli rispose: «Sta scritto anche: “Non metterai alla prova il Signore Dio tuo”». Di nuovo il diavolo lo portò sopra un monte altissimo e gli mostrò tutti i regni del mondo e la loro gloria e gli disse: «Tutte queste cose io ti darò se, gettandoti ai miei piedi, mi adorerai». Allora Gesù gli rispose: «Vàttene, satana! Sta scritto infatti: “Il Signore, Dio tuo, adorerai: a lui solo renderai culto”».