Si è concluso venerdì 7 novembre il 59° incontro dei Rettori e Operatori dei Santuari italiani che fanno parte del “Collegamento dei Santuari Italiani”, quest’anno riunitisi a Torino, al Valdocco.

L’appuntamento si è collocato nel Giubileo della Speranza, un tempo straordinario di grazia e di rinnovamento spirituale per la Chiesa, ed è stato vissuto come occasione nazionale di riflessione, formazione e fraternità per i rettori e gli operatori dei Santuari italiani.

Assai attuale e certamente capace di suscitare interesse anche per gli approfondimenti che sono stati proposti, il tema dell’incontro: ”Il Santuario, casa di consolazione e speranza”.

Hanno preso parte ai lavori oltre 150 rettori e operatori dei santuari, provenienti da tutta Italia.

Quattro le relazioni di base, che hanno permesso una discussione ad ampio raggio: “Giovani e disagio sociale”; “Povertà Sociali”; “Fragilità e sofferenza”; “Famiglia e difficoltà relazionali”.

Ma una così marcata impronta “sociologica” non ha per nulla distolto l’attenzione dal cuore tematico delle giornate di preghiera e riflessione.

Cuore tematico quasi “plasticamente” rappresentato da una bella iniziativa che ha attraversato, animandoli con grande efficacia, i giorni di impegno.

Si è trattato della visita, proposta a tutti i partecipanti, presso quattro Santuari delle Diocesi di Torino – Susa, Aosta e Ivrea: si tratta di Maria Ausiliatrice; Consolata; Maria Immacolate Regina della Valle d’Aosta; Madonna del Veuchio (La Madonnina) di Verolengo.

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Il Collegamento dei Santuari Italiani, ovviamente, rappresenta tutti i luoghi di preghiera e spiritualità, mariani e non.

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Ed è proprio la “fotografia” di questa mappa e degli itinerari che su di essa si sono intessuti, a confermare una realtà sempre percepita come tale dal popolo di Dio: i Santuari in Italia sono certamente molti (anche se è arduo reperire un dato preciso) e la maggior parte di questi è dedicata alla Madonna; i Santuari mariani si stima siano oltre 1.500.

Un dato che è bene non perdere di vista, soprattutto ora, quando l’attenzione di tanti devoti potrebbe essere distolta verso orizzonti lontani, meritevoli certo di approfondimento dottrinale, ma forse non idonei a dire dell’autenticità e bimillenaria sincerità della devozione del popolo di Dio alla Madre celeste, mai destinataria di “adorazione”, ma sempre di venerazione e, appunto, devozione.

Sicchè, nella nostra quotidiana e minima esperienza di fede, è certamente produttivo e foriero di benefici e grazie spirituali, prendere sempre esempio da Maria, prima Discepola di Gesù.

Cercare di percorrere quella “via mariana alla santità” che è offerta a ciascuno di noi, fatta di umiltà, rinuncia a sé, nascondimento.

Che si alimenta della preghiera: soprattutto della preghiera del Santo Rosario.

C’è molto da fare, in questo senso, per la nostra personale salvezza e per impetrare grazie per le nostre famiglie e per le nostre comunità, che sono famiglia di famiglie.

Dunque, la visita a quattro santuari mariani dice di per sé che il “Santuario, casa di riconciliazione e speranza” è, nella realtà concreta, nella grande maggioranza dei casi, nell’esperienza reale di uomini e donne desiderosi di seguire Gesù, luogo ove si pone al centro la figura di Maria, colei che ha portato e porta nel Mondo il Salvatore e al Salvatore porta il Mondo.

Abbiamo visto che, tra i Santuari scelti per offrire ai partecipanti alle giornate di studio e preghiera momenti belli e significativi di conoscenza, riflessione, raccoglimento, è stato scelto anche quello della Madonna del Veuchio (che tutti conoscono e amano anche con il nome più “confidenziale” e filiale di “Madonnina”) di Verolengo.

Guidati da Mons. Domenico Sorrentino, Arcivescovo di Assisi e Foligno, da Padre Mario Magro, presidente del CNS e con la presenza del Cardinale Enrico Feroci, i partecipanti hanno raggiunto il Santuario canavesano martedì 4 novembre per celebrare l’Eucarestia.

Ha fatto gli onori di casa il Rettore del Santuario e Parroco di Verolengo e Borgo Revel, Don Valerio D’Amico, il cui intervento possiamo ascoltare nel video che è stato messo a repertorio e che accompagna queste righe.

Ha portato il saluto della Diocesi il Vescovo di Ivrea, Mons. Daniele Salera.

Un momento importante anche per tutta la comunità locale rappresentata, con la consueta sensibilità istituzionale, dal Sindaco Rosanna Giachello.

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