La Parola di questa domenica ci conduce nel buio di un carcere, dove Giovanni Battista, il profeta del deserto, l’uomo che aveva additato Gesù come l’Agnello di Dio, manda i suoi discepoli a chiedere: “Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?“, quasi ad avere una sicura conferma.

Ed ecco il punto più sorprendente del Vangelo di oggi: Giovanni dubita. Lui, il forte profeta del deserto, in carcere incominciò a dubitare. Si aspettava un Messia diverso, vestito di gloria e potere, non di povertà e debolezza. Anche i più grandi, anche i santi, attraversano la notte oscura del dubbio.

In questo cammino di Avvento, riconosciamo la nostra povertà di spirito: quante volte capita anche a noi di dubitare? Dubitiamo dell’amore di Dio quando soffriamo o vediamo soffrire i nostri cari, dubitiamo quando non riceviamo quello che chiediamo, dubitiamo della nostra missione quando non vediamo i frutti sperati, quando la gente preferisce le parole del mondo a quelle del Vangelo.

In quest’ora, in cui la luce del Natale inizia a mostrarsi all’orizzonte, chiediamoci con sincerità quando il buio del dubbio ci avvolge. E adesso che faccio? Mi arrendo o, come Giovanni, continuo a cercare, a domandare, a rimanere fedele anche senza capire tutto?

Gesù non rimprovera Giovanni per il suo dubbio. Con tenerezza infinita risponde: “Andate e riferite a Giovanni ciò che udite e vedete…”. Gesù risponde con i fatti, non con le parole. Risponde mostrando che il Regno di Dio non è fatto di troni e potere, ma di vita restituita, di dignità ridonata, di speranza riaccesa nei cuori dei più piccoli.

Gesù elogia Giovanni, e aggiunge qualcosa di sconcertante: “Ma il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui“. Cosa significa questo? Che la grandezza secondo Dio non si misura con i nostri criteri. Giovanni era grande perché preparava la via, ma chi accoglie il Regno diventa ancora più grande, perché vive già nella logica nuova dell’amore. La vera grandezza sta nel farsi piccoli, nell’accogliere la debolezza di Dio come forza, nel non scandalizzarsi di un Dio che sceglie la croce invece del potere.

E noi, nel nostro quotidiano, cerchiamo la grandezza secondo il mondo o secondo il Vangelo? Siamo disposti a farci piccoli per entrare nel Regno? Chiediamo oggi al Signore la grazia di Giovanni: il coraggio di dire sempre la verità e la forza di rimanere fedeli anche nel buio del dubbio. Non scoraggiamoci, il Signore è davanti a noi!

Mt 11,2-11

In quel tempo, Giovanni, che era in carcere, avendo sentito parlare delle opere del Cristo, per mezzo dei suoi discepoli mandò a dirgli: «Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?». Gesù rispose loro: «Andate e riferite a Giovanni ciò che udite e vedete: I ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciato il Vangelo. E beato è colui che non trova in me motivo di scandalo!». Mentre quelli se ne andavano, Gesù si mise a parlare di Giovanni alle folle: «Che cosa siete andati a vedere nel deserto? Una canna sbattuta dal vento? Allora, che cosa siete andati a vedere? Un uomo vestito con abiti di lusso? Ecco, quelli che vestono abiti di lusso stanno nei palazzi dei re! Ebbene, che cosa siete andati a vedere? Un profeta? Sì, io vi dico, anzi, più che un profeta. Egli è colui del quale sta scritto: “Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero, davanti a te egli preparerà la tua via”. In verità io vi dico: fra i nati da donna non è sorto alcuno più grande di Giovanni il Battista; ma il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui».