Agosto, chiuso per ferie?

Assolutamente no, quanto meno non per le tre Parrocchie di Tonengo, Mazzè e Villareggia, affidate alle cure del Parroco Don Alberto Carlevato.

Un mese ricchissimo, anzi, di coinvolgenti iniziative pastorali che non hanno trascurato nessuno dei momenti offerti dalla Liturgia proprio per guidare, ma soprattutto incoraggiare, la partecipazione di tanti fedeli, della gente di comunità e borgate, desiderosa di rinverdire, anche così, il senso di una comune appartenenza.

Torna spesso alla mente, quando si viene a contatto con l’affetto del popolo per la propria Tradizione, per le proprie radici, per un modo di guardare al futuro che sappia traguardare orizzonti lontani, senza tuttavia smarrire la memoria della propria storia, qualche parola uscita dalla bocca di povere persone che avevano perso tutto nella alluvione del 1987 in Valtellina.

Un cronista domandò ad una Signora anziana perché volesse restare in quel luogo, che fino a poco prima era stato una borgata, il centro dove aveva abitato tanti anni, ma dove ora non restava null’altro, se non fango: tutto era andato distrutto.

La Signora fissò il cronista, con uno sguardo che pareva orientato verso una dimensione ulteriore, certo ben oltre l’obbiettivo della telecamera, poi rispose:

”Anche senza case, noi restiamo paese”.

Si noti che non disse: noi restiamo “in” paese.

Non alludeva tanto o soltanto ad un luogo fisico: intendeva significare che il senso di appartenenza ad una comunità fosse più forte della materia, pur sempre caduca, che ne segna i limiti.

Così anche la memoria di sé, delle proprie origini, della propria cultura, delle fatiche, ansie, ma anche gioie di tanti che ci hanno preceduto, rende la partecipazione a momenti comunitari, cadenzata dalla proposta liturgica, il segno di legami che sono più forti della materia.

Vedremo meglio poco oltre quanto densa di significato e sempre attuale sia la stessa proposta liturgica, come offra richiami persuasivi in quelli che dicono di un evento miracoloso, come quello, ad esempio, vissuto ai tempi della “Madonna della Neve”, oppure della figura e dell’insegnamento di San Rocco.

Ci arriveremo tra poche righe.

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Ma ora conviene ricordare che questo straordinario agosto è tutt’altro che finito e, anzi, è bene incominciare dalla fine per sottolineare come sia stato un mese pieno di gioia.

Che si concluderà in bellezza con la gita a Varazze, sabato prossimo, 26 agosto.

Una gita che è una festa di chiusura di una splendida Estate, come quella vissuta dai ragazzi che hanno partecipato ai Centri Estivi “Emme.Ti.Vi” (non è difficile: sta per Mazzè, Tonengo, Villareggia).

I Lettori del Risvegliopopolare.it ricorderanno che li abbiamo incontrati giusto un mese fa, il 20 luglio scorso, al Santuario del Trompone, dove si sono recati in occasione della

Memoria liturgica del Beato Mons. Luigi Novarese – leggi qui – .

Ed è proprio il richiamo al Centro estivo interparrocchiale, che ci permette di dire subito, sicuri di interpretare i sentimenti proprio di Don Alberto, che tutte queste attività sono state e saranno possibili grazie allo splendido gruppo di Volontari, veramente affezionati al proprio Parroco, che collabora in ciascuna parrocchia, nelle Pro Loco e, per quanto riguarda l’Oratorio estivo, non si può dimenticare il gruppo degli Animatori.

Così come ogni Celebrazione è animata dai bravissimi cantori del Coro interparrocchiale, con l’ausilio dell’organista Sandro Frola.

E, a proposito del Coro, sappiamo come proprio il Parroco, in occasione di queste Festività, lasci volentieri il pulpito a confratelli Sacerdoti in visita da altre realtà ecclesiali, riservando a sé il “podio” del direttore di coro: tutti molto apprezzati anche quando, servendo in appuntamenti diocesani, come ad esempio quello recente del

pellegrinaggio ad Oropa – leggi qui –

accompagnino, con apprezzamento unanime, le Liturgie.

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Dunque, ecco il “calendario” di questo memorabile agosto, punteggiato di tanti momenti di fede e, soprattutto, di devozione mariana.

Perché la dominante di tante di queste proposte liturgiche coglie proprio il bisogno di dare una risposta alla domanda sempre viva, nel popolo di Dio, di incontro con Maria.

Un bisogno, per dir così, “costitutivo”, certo costante nell’insegnamento e nella vita della Chiesa, ma che ci piace, in questa occasione, condensare, in particolare, nell’intuizione davvero essenziale e verace che si deve a San Massimiliano Maria Kolbe.

Sappiamo – a voler restare nel mese di agosto – che il Francescano Martire di Auschwitz immolò la propria vita tornando al Padre proprio il 13 agosto e, così, anche questa ricorrenza ci riporta a contemplare con ancora maggiore adesione alla nostra comune condizione di figli, il mistero di questa maternità.

Ebbe, il Santo francescano fondatore del movimento laicale che chiamò la “Milizia dell’Immacolata”, insegnava: se siamo figli di Maria, siamo fratelli di Gesù.

Ed in questo mese di agosto, davvero – per riprendere una massima di San Luigi Maria Grignion de Monfort, che ritroviamo anche bene in vista nei luoghi di preghiera di Lourdes – possiamo dire “per Maria a Gesù”.

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Si è, così, incominciato con la Festa della Madonna della Neve a Mazzè, il 5 agosto scorso.

Dopo il triduo, la S.Messa in occasione della ricorrenza è stata presieduta da Don Jacek Peleszyk.

Un ritorno a casa, perché il Sacerdote, ora Parroco di Romano Canavese, è stato a lungo Parroco a Mazzè fino a 15 anni orsono.

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Si è poi entrati nel vivo, con un incalzare di funzioni ed appuntamenti pastorali che hanno coinvolto tutte le Parrocchie.

La nostra gallery e la videogallery dicono delle grandi celebrazioni per la Solennità dell’Assunzione al Cielo della Beata Vergine Maria.

Si è iniziato il 14 agosto con le Sante Messe della vigilia a Villareggia e Tonengo, per proseguire il 15 in tutte e tre le Parrocchie: per Mazzè si è trattato della Festa Patronale, che ha visto altresì la processione lungo le vie del paese.

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Il successivo 16 agosto la Madonna ha fatto un po’ di posto a San Rocco; si può ritenere che lo abbia fatto volentieri: Ella sa certamente come fu proprio la mamma del Santo di Monpellier ad educare il proprio figliolo ad una genuina, fervida e sincera devozione mariana.

San Rocco si venera in tanta parte dell’Italia, ma specialmente in Piemonte, non solo per le assonanze con il suo peregrinare lungo la Via Francigena, bensì, come ben sappiamo, perché la sua figura ha sempre suscitato speranza e devozione per impetrare la guarigione delle popolazioni dalle pestilenze.

Le funzioni sono, anche in questo caso, state celebrate in tutte le tre Parrocchie, particolarmente solenne quella del giorno 16 alle ore 11 a Mazzè, presieduta da Don Stefano Revello, Parroco di Rivalta di Torino, sempre assiduo nel Canavese.

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Ecco, dunque, mentre attendiamo le testimonianze del prossimo viaggio ad Arenzano di questo bellissimo gruppo di tre Parrocchie dove si coniugano fede e gusto dello stare insieme, la nostra videogallery: che speriamo sarà presto arricchita.