(testo di renato scotti – immagini di gabriele bisco, elena ghirardelli ph, don alberto) – Sentite e partecipate sono state anche quest’anno le celebrazioni per la Solennità del Santissimo Corpo e Sangue di Cristo nelle parrocchie di Mazzè, Tonengo e Villareggia, affidate a don Alberto Carlevato.
Giovedì 19 giugno, a Mazzè, la processione eucaristica accompagnata dalla locale banda musicale “La Fiorita” ha avuto luogo dopo la Santa Messa celebrata dal vescovo della diocesi di Ivrea, S.E. Mons. Daniele Salera, in onore dei santi martiri Gervasio e Protasio, ai quali la chiesa parrocchiale è intitolata.
Presenti i bambini della Prima Comunione che, nel corso della processione, hanno sparso petali di fiori davanti al Santissimo Sacramento.
Durante la Santa Messa gli animatori del Centro Estivo Emme.Ti.Vi. hanno ricevuto l’“invio” da parte del Vescovo, assumendo pubblicamente l’impegno affinché le attività del Centro non siano solo di aggregazione e di svago, ma siano orientate anche e soprattutto a far conoscere e far amare Gesù sempre più e sempre meglio ai bambini e ai ragazzi che, a partire dal 23 giugno partecipano alle attività proposte dagli Animatori.
Il canto liturgico è stato impeccabilmente sostenuto dalla Cantoria di Quincinetto, diretta dal M° Gianni Carando e accompagnata all’organo dal M° Sandro Frola.
Altrettanto ben preparati e curati sono stati i canti liturgici della Cantoria di Tonengo e della Corale Villareggese eseguiti durante le Sante Messe celebrate in onore del Santissimo Sacramento sabato 21 giugno a Tonengo da mons. Lorenzo Piretto e domenica 22 giugno a Villareggia da don Alberto.
Il canto liturgico è preghiera e grazie ad esso i fedeli sono stati certamente aiutati ad immergersi più profondamente nel mistero grande del sacramento dell’Eucaristia che Gesù istituì nell’Ultima Cena e col quale, mediante la consacrazione del pane e del vino da parte del sacerdote, Egli si rende realmente presente in corpo, sangue, anima e divinità.
La pioggia copiosa di sabato 21 giugno ha purtroppo impedito lo svolgersi della tradizionale processione eucaristica serale a Tonengo di Mazzè, ma è stata comunque impartita la benedizione eucaristica ai fedeli presenti, fra i quali ricordiamo in particolare i bambini della Prima Comunione.
La processione si è invece svolta regolarmente il giorno successivo a Villareggia, dopo la Santa Mesa solenne di Prima Comunione, lungo le vie del paese abbellite per l’occasione con piante e fiori, accompagnata dalla banda musicale “La Fiorita” di Mazzè.
La festa del Corpus Domini venne celebrata per la prima volta nel XIII secolo nella diocesi di Liegi (Belgio) nel 1246, ma venne estesa alla Chiesa Universale solo nel 1264 da papa Urbano IV (1261-1264) con la bolla Transiturus de hoc mundo ad Patremnel, emanata dopo aver approvato l’autenticità del miracolo eucaristico di Bolsena: il sacerdote Pietro da Praga, di ritorno in Boemia dopo essere stato in Italia per chiedere udienza al papa, si fermò a celebrare messa a Bolsena (VT); al momento della consacrazione, fu colto dal dubbio sulla reale presenza di Gesù nell’Eucaristia; l’ostia si trasformò in carne aspersa di rosso sangue; sia papa Urbano che Tommaso d’Aquino (1225 ca–1274) verificarono di persona il prodigio ed il futuro san Tommaso fu incaricato dal papa di scrivere la liturgia che avrebbe accompagnato la già citata bolla, «affinché questo eccelso e venerabile Sacramento fosse per tutti memoriale dello straordinario amore di Dio per noi».
Numerosi sono i miracoli eucaristici verificatisi in tutto il mondo.
Anche per via della prossimità geografica, ricordiamo qui il miracolo eucaristico di Torino avvenuto nel 1453.
Ad Exilles (Alta Val Susa), durante scontri fra milizie, una chiesa venne saccheggiata e un soldato rubò, fra le altre cose, l’ostensorio contenente l’Ostia consacrata dandosi poi alla fuga verso la città di Torino.
Qui, nel luogo dove in seguito al miracolo venne costruita la chiesa del Corpus Domini, il mulo sul quale viaggiava inciampò, la refurtiva cadde a terra e l’ostensorio contenente l’Ostia si elevò al di sopra delle case. Cadde in seguito pure l’ostensorio e l’Ostia consacrata restò sospesa libera e splendente.
Discese, solo più tardi, nel calice elevato verso l’Ostia dal vescovo Lodovico dei Marchesi di Romagnano che, informato e giunto sul luogo, si era prostrato in adorazione pregando con le parole dei discepoli di Emmaus: «Resta con noi, Signore».
La festa del Corpus Domini cade quest’anno a meno di tre mesi dalla canonizzazione del beato Carlo Acutis (1991–2006) che, assieme al beato Pier Giorgio Frassati (1901–1925), sarà proclamato santo il prossimo 7 settembre.
Colpito da leucemia fulminante e morto a soli 15 anni, Carlo fu autenticamente “innamorato di Dio” e spese la sua breve ma intensissima vita per trasmettere questo amore al prossimo.
Considerava l’Eucaristia come «autostrada per il Cielo», il mezzo più potente ed efficace per raggiungere la santità.
Fu l’amore per il mirabile Sacramento a spingerlo a realizzare la Mostra dei Miracoli Eucaristici (disponibile anche on-line) che presenta circa 136 miracoli verificatisi nel corso dei secoli in diversi Paesi del mondo e riconosciuti dalla Chiesa.
Si spese molto per insegnare il catechismo ai bambini in preparazione alla Prima Comunione ed alla Cresima.
E sovente si domandava: “Perché gli uomini si preoccupano tanto della bellezza del proprio corpo e poi non si preoccupano della bellezza della propria anima?“
Al giovane Santo, allora, possiamo e dobbiamo chiedere una speciale intercessione e protezione soprattutto per i bambini delle nostre comunità che da poco hanno ricevuto la Prima Comunione: perché crescano nella fede e in santità; e perché sappiano inginocchiarsi in adorazione di fronte al Santissimo Sacramento, unico vero antidoto per non piegarsi alle logiche del mondo e imboccare, invece, l’«autostrada» per il Paradiso.
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