“Il vino è considerato tra i settori ad alta densità di diritti di proprietà intellettuale. E come tale deve essere trattato per evitare che importanti quote di mercato possano essere sottratte ai nostri produttori. Difendere il vino non è solamente tutelare un’eccellenza italiana, ma soprattutto creare sviluppo e posti di lavoro”. Lo ha detto lo studio GLP durante Vinitaly, la manifestazione che si è tenuta a Verona nel week end scorso.
Di fatto, secondo uno studio dell’ufficio della Unione Europea per la proprietà intellettuale EUIPO, la sola contraffazione nell’ambito della produzione di vino vale in Italia 83 milioni di euro. In Europa, il valore sale a oltre 500 milioni con più di 2mila posti di lavoro diretti persi. “Parliamo di un settore che solamente nel nostro Paese vale 8 miliardi di euro e interessa più di mille800 imprese e 17mila lavoratori. Un ambito decisamente importante e significativo che necessita di essere tutelato in ogni suo aspetto”, continua Petraz fondatore di GLP. Andando a vedere solamente Lombardia, Piemonte e Veneto, tra le regioni più attive – infatti nel 2015 hanno raccolto il 40% dei marchi depositati in Italia (dati UIBM) – sono ben poche le aziende vitivinicole che hanno pensato di tutelare la loro etichetta. “In Italia molto spesso c’è una mancanza di conoscenza in questo ambito: da un lato si ignorano o sottovalutano i rischi di una mancata tutela, dall’altro non vengono compresi i vantaggi diretti ed indiretti che una politica di tutela comporterebbe – afferma GLP -. Nel settore vitivinicolo sono molteplici le possibilità di proteggere e quindi valorizzare la propria identità: non solo il nome e il logo sia del produttore che del vino, ma anche l’etichetta della bottiglia nella sua totalità, nonché il design o modello, che permette la tutela di tutto ciò che definisce il prodotto dal punto di vista estetico come le linee, i contorni, la forma, i colori”.