Come è giusto che sia, inizia a sentirsi il profumo delle vacanze estive.

Il premier Giuseppe Conte ha fatto sapere che si potranno fare le vacanze, andare al mare e in montagna. Ovviamente con un convivente che non bada a spese: il Coronavirus, che non si separerà da noi tanto presto.

Ecco le vacanze con il libretto delle istruzioni, sia per i villeggianti che per gli operatori turistici. Questi ultimi si stanno dando da fare per organizzare spiagge e rifugi di montagna secondo le regole anti-contagio. Sono animati dalla voglia di ripartire, che è la stessa di chi ha dovuto subire una serrata in città particolarmente catastrofica dal punto di vista economico.

Guai se non ci fosse la voglia di ripartire. Ma la voglia non basta. Così come non basterà la voglia di andare in vacanza, per poterci andare veramente. Desideriamo che il futuro sia sereno, ma i numeri e i calcoli non ci dicono questo.

E non lo dicono neppure le partite Iva, lavoratori e professionisti vari che hanno chiuso, chi per due mesi e chi per sempre, con lo strascico di licenziamenti che solo nel commercio e nel turismo potrebbe coinvolgere oltre 400 mila lavoratori. Potrà andare in vacanza, ad esclusione di chi ha le seconde case, solo il 20% degli italiani.

Lo dice la Confcommercio, in audizione alla Commissione Industria del Senato. Il virus da “sanitario” è diventato “economico”, e nemmeno i più pessimisti immaginavano un 2020 – pure bisestile – così nefasto per le persone e catastrofico per le economie.

Le aree di povertà si stanno allargando; poveri sempre più poveri, e poi i nuovi poveri, quelli della classe media che sono scesi di qualche gradino, annaspando per tenere la testa fuori dall’acqua. Si spera nel rimbalzo del Pil nel 2021, che non è proprio dietro l’angolo per chi deve mettere insieme il pranzo con la cena.

Le mense Caritas, e altre istituzioni caritative, sono avvisate. Ci sarà da fare. Ma prima delle vacanze ci sono i negozi, pronti a rialzare le serrande da lunedì: tra la voglia di rifarsi il guardaroba e poterselo permettere c’è una grande differenza.

Tra volere e potere ci sta di mezzo il Decreto Legge di maggio del Governo.