Sensibilizzare l’opinione pubblica sul problema dei Disturbi del Comportamento Alimentare (DCA) e offrire speranza a chi sta lottando contro questo problema. E’ l’obiettivo della Giornata Nazionale del Fiocchetto Lilla, che si terrà il 15 marzo. La Giornata, promossa per la prima volta nel 2012 dall’Associazione di Genova “Mi Nutro di Vita”, parte da un padre, Stefano Tavilla, presidente della stessa Associazione, che ha perso la figlia a soli 17 anni per bulimia.

In occasione di questa giornata, l’Associazione “In Punta di Cuore” – Associazione senza scopo di lucro, di utenti, familiari e amici che hanno trovato accoglienza e cura presso il Centro DCA dell’ASL TO4, che ha sede presso l’Ospedale di Lanzo, e di sostenitori del progetto – ha organizzato una serie di iniziative che si svolgeranno a Lanzo Torinese, con la collaborazione dello stesso Centro, della Città di Lanzo Torinese e con il patrocinio della Regione Piemonte.

Il programma della giornata

Tutte le iniziative si svolgeranno nella giornata di giovedì 15 marzo. All’Ospedale di Lanzo, dalle 9 alle 12, l’Associazione “In Punta di Cuore” proporrà un banco informativo. Sempre a Lanzo, si svolgeranno dalle ore 16 la distribuzione di fiocchetti lilla e il lancio di palloncini (piazza Rolle), alle 17,30 un incontro tra genitori, il responsabile del Centro DCA dell’ASL TO4 e istituzioni locali aperto a tutti presso il salone polifunzionale LanzoIncontra e dalle ore 19 l’illuminazione di alcuni edifici di Lanzo di colore lilla.

 I Disturbi del Comportamento Alimentare e i dati che raccontano l’entità del fenomeno

I Disturbi del Comportamento Alimentare, che apparentemente tutti sembrano conoscere poiché la parola alimentazione trae in inganno, sono, purtroppo, malattie complesse e insidiose della sfera psichica, caratterizzate dall’ossessione dell’immagine corporea, del peso e del cibo. Necessitano di cure complesse, che richiedono grande capacità di integrazione in équipe. Sono la prima causa di morte delle malattie psichiatriche e, se non riconosciute in tempo e non curate in modo appropriato, portano alla cronicizzazione con costi altissimi per l’individuo, che spesso è giovane, per la sua famiglia e per la società .

E ora qualche dato per aiutare a comprendere l’entità del fenomeno. Da “Le Buone Pratiche di cura nei Disturbi del Comportamento Alimentare”, pubblicazione promossa dal Ministero della Salute e dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri-Dipartimento della Gioventù, uscita nel febbraio 2014, si possono ricavare i dati che seguono.

In Italia, i disturbi del comportamento alimentare coinvolgono circa tre milioni di giovani, di cui il 95,9% donne e il 4,1% uomini. La letteratura internazionale indica che, rispetto alla popolazione generale, i casi di anoressia nervosa sono compresi tra 1,4 e 2,8% (con valori inferiori riferiti per la popolazione maschile: 0,24%), percentuale che arriva al 4% se si aggiungono anche i disturbi sottosoglia. I casi di bulimia nervosa sono circa il 5% e tutti gli altri disturbi del comportamento alimentare il 6%.

Il numero di nuovi casi in un anno sono 102 per 100.000 abitanti per l’anoressia nervosa e 438 per 100.000 abitanti per la bulimia nervosa. I disturbi bulimici sono in rilevante aumento negli ultimi decenni.

Il numero di decessi in un anno, rispetto a coloro che soffrono di un determinato disturbo del comportamento alimentare, sono i seguenti: per l’anoressia nervosa tra 5,86 e 6,2%, per la bulimia nervosa tra 1,57 e 1,93% e per gli altri disturbi tra 1,81 e 1,92%.

Alcuni studi affermano che la percentuale di utenti che afferiscono ai centri clinici con domanda di cura per disturbi del comportamento alimentare è del 27,5% per anoressia nervosa, 21,5% per bulimia nervosa e 11,4% per gli altri disturbi. Questi dati sono preoccupanti se si considerano il crescente numero di casi e l’elevato tasso di mortalità. Inoltre, circa il 60-70% delle persone con disturbi del comportamento alimentare che si rivolgono ai servizi di salute mentale ottiene risposte terapeutiche aspecifiche e non ottimizzate per la cura e la gestione dei DCA. Senza considerare la difficoltà, spesso, nell’individuare precocemente queste patologie e nel raccordare la domanda di cura e i servizi di assistenza offerti. Da qui il bisogno di creare centri dove la patologia possa essere affrontata in modo appropriato e multidisciplinare integrato.

Nel Centro DCA dell’ASL TO4 – dove opera in stretta sinergia un’équipe multispecialistica – nel 2017 sono state effettuate 3.223 visite, sono afferiti 52 nuovi casi, sono stati dimessi 35 utenti e, attualmente, le persone seguite insieme alle loro famiglie sono 380. Lo stesso Centro porta anche avanti progetti di formazione/informazione rivolti agli insegnanti degli Istituti scolastici superiori con la finalità di prevenire i disturbi del comportamento alimentare nei ragazzi. L’équipe multispecialistica dedicata alla cura delle persone affette da disturbi del comportamento alimentare è costituita da medici psichiatri, da psicologi, da medici specializzati in dietetica e nutrizione clinica esperti nel settore. Referente aziendale e Responsabile del Centro è la dottoressa Maria Ela Panzeca, medico psichiatra.

L’Associazione “In Punta di Cuore”

Nel Centro DCA dell’ASL TO4, le famiglie in carico trovano, oltre alle cure a loro dedicate da parte dell’équipe multispecialistica del Centro stesso, altri spazi di incontro e di confronto nell’ambito dell’Associazione “In Punta di Cuore”, nata il 22 settembre 2015. Il Centro e l’Associazione organizzano, presso l’Ospedale di Lanzo sede del Centro, incontri mensili collettivi di confronto e formazione, che sono diventati, per le famiglie, un punto di riferimento regionale.

“In punta di cuore” vuol significare che, con delicatezza, calore e amore, si può essere accolti e accogliere le persone in difficoltà. Con l’Associazione le famiglie sono uscite allo scoperto vincendo grandi difficoltà e hanno sperimentato che insieme e “in punta di cuore” si possono creare luoghi di cura pubblici. Luoghi, cioè, dove si costruisca una rete, un’alleanza, tra l’équipe multidisciplinare, le famiglie, la comunità e altri centri di cura, anche per assicurare omogeneità di trattamento e assistenza nel servizio pubblico. Tutto ciò è avvenuto e avviene nell’ambito del Centro DCA dell’ASL TO4, con la collaborazione dell’Associazione “In Punta di Cuore”, nella certezza che solo compatti e integrati si possano affrontare i Disturbi del Comportamento Alimentare, patologie che disgregano e frammentano. Solo operando in reali reti di presa in carico delle persone affette da DCA e di sostegno ai familiari con il coinvolgimento delle istituzioni del territorio si possono arginare e sconfiggere queste patologie.

Si tratta, infatti, di patologie che culminano in modo devastante nel corpo, ma nascono dall’intreccio di fattori affettivi e sociali; non sono, quindi, un fatto privato di alcune famiglie sfortunate, ma il doloroso punto di arrivo di un percorso fatto di idee, di comportamenti, di immagini che attraversano la società a tutti i livelli, condizionandone scelte e orientamenti. Per questo il Centro DCA dell’ASL TO4 e l’Associazione “In Punta di Cuore” hanno cercato e trovato subito aiuto nella città, nell’agorà, come avveniva nell’antica Grecia, dove i problemi si affrontavano nella piazza principale della polis, della città. Siamo tutti a vario titolo coinvolti perché in gioco c’è la tutela della salute della comunità, dei nostri giovani.