Non sappiamo rispondere alla domanda che trovò impreparato persino Giobbe: perché la sofferenza ed il dolore innocente?

Ma possiamo credere che una risposta persuasiva sia preparata per ciascuno di noi, se guardiamo alla straordinaria fecondità – questa sì, davvero concreta e tangibile, persino a suo modo “razionale” – che spesso è la cifra e l’esito della remissione fiduciosa alla volontà del Padre, anche quando questa voglia dire di un’accettazione della sofferenza e del dolore.

Giobbe non riusciva a capire e si poneva la domanda che ci poniamo anche noi: perché? Perché a me?

Era, invero, ben poco aiutato dalla moglie e dai suoi amici, i “consolatori molesti”.

Ed il Padre ricorre ad un artificio che, infine, mette le cose a posto anche per come mette noi stessi al nostro posto.

Ponendo a quel suo figlio prediletto, nel quale potremmo riconoscerci, una domanda apparentemente lontana dal “centro” del problema: tu lo sai quando vanno a partorire le camozze?

Giobbe riconosce il proprio limite: non lo sa.

Anche perché la timida capretta (camosci?) è abile nel cercare nascondigli che reputa idonei ad assicurare riparo e sicurezza a sé, in quel momento di particolare vulnerabilità, ed alla prole.

Se non sappiamo nemmeno questo (ed oggi, in fondo, sappiamo molto, ma certo non tutto sui misteri del creato) come possiamo pretendere di capire i disegni di Dio?

Tanto basta perché questo ineguagliabile affresco sul dolore umano ci offra l’immagine del grande Sofferente che capisce ciò che possiamo capire anche noi: se il disegno di Dio è talvolta misterioso, sicchè non riusciamo a “comprenderlo”, a contenerlo, a ricondurlo alle nostre anguste categorie umane, è comunque sempre misericordioso.

 

La grande lezione del Beato Mons. Luigi Novarese ci ricorda proprio questo: la nostra remissione alla volontà di Dio, l’affidamento di ogni nostra ora, ogni momento della nostra vita, alla sua Madre, possono dare un senso alla sofferenza ed al dolore rendendoli in qualche modo persino fecondi.

Ne sono esempi e segni concreti le tante opere, le Associazioni come i “Silenziosi Operai della Croce”, i “Volontari della Sofferenza”, la “Lega Sacerdotale Mariana”, i “Fratelli degli Ammalati” e, infine, la dedizione quotidiana a centinaia di fratelli e sorelle che sono nella prova, illustrano.

Un’Opera diffusa in tutta Italia, in Europa, nelle Americhe.

La gallery a corredo di questo servizio, con i tanti volti di suoi figli e figlie,  non ne è che un piccolo segno.

Esempi, si diceva, segni concreti: dicono in modo eloquente e, questo sì, compatibile anche con l’angusto limite delle nostre categorie umane, che tutto ciò sia nato dal “sì” dalla preghiera, dall’ “eccomi” di un ragazzo di Casale Monferrato capace di prendere “ogni giorno” la propria Croce.

E non perché pensasse di essere Santo: perché aveva capito che, anche quando tutto sembra perduto, non siamo comunque soli.

La Madonna non abbandona nessuno.

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Venerdì 12 maggio nel Duomo della sua città, proprio Casale Monferrato, sono arrivati in tanti a dire che quella lezione non è dimenticata, è seme di un rinnovato impegno.

Siamo qui convenuti per una ricorrenza importante.

L’11 maggio di 10 anni fa, in San Paolo Fuori le Mura, a Roma, Mons. Luigi Novarese fu proclamato Beato, elevato agli onori degli Altari.

Di quel giorno di dieci anni orsono crediamo meriti ripercorrere

– cliccando qui –

una bella biografia commentata del Beato: parole efficaci e informate, utili per trarne tanti insegnamenti.

Oggi è bello fare memoria e festeggiare quest’anniversario.

Un giorno – se è permesso un piccolo cenno “territoriale” – che, almeno un po’, vide rappresentato il Canavese, se è vero che la S.Messa fu presieduta dal Card. Tarcisio Bertone e la liturgia animata dal Coro diocesano di Ivrea, diretto da Don Alberto Carlevato.

Che è, inoltre, uno dei protagonisti di quella grande osmosi pastorale capace di unire spiritualmente tanta parte del Canavese (Mazzè, Villareggia, Tonengo, ma non solo) con il Santuario del Trompone e con le mirabili Opere assistenziali e sanitarie che ivi sono sorte.

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Alla celebrazione di venerdì scorso, insieme ad altri Vescovi che ben conoscono la realtà dei Silenziosi Operai della Croce, ha partecipato il Vescovo di Ivrea, Mons. Edoardo Aldo Cerrato.

La Liturgia è stata presieduta dal Card. Matteo Maria Zuppi, Arcivescovo di Bologna e Presidente della Conferenza Episcopale Italiana, ad ulteriore dimostrazione di quanto la Chiesa riconosca importante il magistero e l’opera di Mons. Luigi Novarese.

Prima che si iniziasse la Celebrazione il Cardinale ha acconsentito a rivolgere un saluto particolare ai Lettori del “Risvegliopopolare.it” e crediamo di interpretare i sentimenti dei Lettori rendendogli l’espressione della nostra filiale riconoscenza.

 

I tanti fedeli che hanno partecipato alla Celebrazione hanno mostrato di avere molto apprezzato l’omelia e le parole del Cardinale, che è riuscito con qualche difficoltà a raggiungere la sagrestia, a Liturgia conclusa, veramente attorniato da tanti che ne chiedevano la benedizione, da tanti bambini che hanno voluto salutarlo, da molti ammalati desiderosi di una sua parola: il Presule a nessuno si è negato ed ha trovato tempo per tutti.

Il video che, insieme alla gallery, documenta questo bell’appuntamento di fede, di crescita nella fede, di devozione mariana, riporta integralmente l’omelia del Cardinale, alcuni pensieri condivisi con il Vescovo di Casale, Mons. Gianni Sacchi, la benedizione della Reliquia e quella finale.

La Liturgia (ed anche questo è offerto nel video) è stata mirabilmente accompagnata dai canti della Corale allestita tra le Parrocchie urbane della città di Casale Monferrato, diretta dal Maestro Signora Annamaria Figazzolo.

Non meno pregevoli le musiche: all’organo il Maestro Dott. Matteo Camagna, organista della Cattedrale, accompagnato alla tromba dal sempre brevissimo Roberto Foglia.