Tenuta Roletto
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domenica 7 Dicembre 2025

Reale mutua
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Oggi, 15 novembre

BETANIA DI VISCHE - Il Vescovo Daniele predica gli esercizi spirituali per coloro che Dio "non ritira dal Mondo" - Molto seguita la meditazione che ha avuto per sfondo il Cap. 2 degli Atti degli Apostoli -

 

Occasione offerta dalla Diocesi ai laici, per “fermarsi”, “incontrarsi” e riflettere sulla propria “spiritualità laicale” da vivere in modo personale e comunitario nella vita alla quale siamo chiamati come fedeli laici.

(elisabetta acide)  – Nella vita abbiamo “occasioni importanti” alle quali, a volte, non...

Incontro di formazione proposto dall'Ufficio Catechistico Diocesano

IVREA - Grande partecipazione all'incontro dei Catechisti diocesani per la formazione con Don Andrea Cavallini - Molto importante il tema trattato: "Il senso religioso del bambino - INTEGRALE IN VIDEO - La lezione di Don Cavallini, poi l'omelia di Mons. Daniele Salera e il conferimento del mandato ai Catechisti -

Come proporre la Fede ai bambini ed ai ragazzi in una società secolarizzata?

Un bellissimo clima di attesa e sorrisi di persone che si rivedevano tutte insieme dopo un bel po’ di tempo: ecco come abbiamo vissuto l’incontro dei Catechisti a Ivrea per un momento di formazione e per ricevere il Mandato da...

La Virgo Fidelis, festa istituita da Papa Pio XII l'11 novembre 1949

PONT CANAVESE - La Compagnia di Ivrea dell'Arma dei Carabinieri agli ordini del Capitano Armir Gjeci ospite della Parrocchia retta da Don Gian Paolo Bretti per la celebrazione della Festa dedicata alla loro Patrona - Ha presieduto Liturgia il Ten. Col. Don Diego Maritano, Cappellano Militare dei Carabinieri, Comando Legione Piemonte e Valle d'Aosta - IL VIDEO E LA GALLERY DI 40 IMMAGINI

Il 21 novembre si ricorda anche la Presentazione di Maria al tempio ed il sacrificio dei Carabinieri nella battaglia di Culqualber in Etiopia, nel 1941. 

(giancarlo guidetti) – Chiesa gremita presso la parrocchia di S. Costanzo di Pont Canavese per la celebrazione della festa della “Virgo Fidelis ” patrona dell’ Arma dei Carabinieri, sabato 22 novembre...

San Martino, il Vescovo che con il dono del mantello fece fiorire l'estate

VILLAREGGIA - Sempre viva la devozione a San Martino di Tours - Festa patronale di Fede, devozione, amicizia - Un po' di storia e poi la cronaca di giorni intensamente vissuti nella gioia e nella Speranza - La poesia a San Martino - VIDEO E GALLERY

Sempre numerosa la partecipazione di popolo alle iniziative proposte dal Parroco Don Alberto Carlevato

(Testo di Martina Acotto, immagini di  Lucia Carra, Gabriele Bisco, Martina Acotto, Sandro Frola, Claudio Frassà, Mirella Nigra, Paolo e Sara Iorio) –  San Martino di Tours è uno dei Santi più venerati in Occidente. Nato...

Alle giornate di studio quest'anno tenutesi a Torino dal 3 al 7 novembre hanno partecipato più di 150 rappresentanti di Santuari di cui è costellata la Penisola

VEROLENGO / LA MADONNINA - I Rettori ed Operatori dei Santuari italiani riuniti a Torino per il 59° Incontro Nazionale di riflessione e preghiera hanno visitato il Santuario che è punto di riferimento per la spiritualità di un territorio vasto, ai confini tra le Diocesi di Ivrea, Torino, Vercelli, Casale Monferrato - Il Vescovo di Ivrea Mons. Daniele Salera ha portato il saluto - IL VIDEO

Accolti dal Rettore del Santuario Don Valerio D'amico per la Liturgia presieduta da Mons. Domenico Sorrentino, Arcivescovo di Assisi e Foligno, concelebrante il Card. Enrico Feroci - 

Si è concluso venerdì 7 novembre il 59° incontro dei Rettori e Operatori dei Santuari italiani che fanno parte del “Collegamento dei Santuari Italiani”, quest’anno riunitisi a Torino, al Valdocco. L’appuntamento si è collocato...

Una chiave per comprendere la vita, orientare le scelte e scoprire la bellezza di un Dio che accompagna e guida ogni persona

RIVAROLO CANAVESE - Il Catechismo, sei anni di cammino per la crescita umana e spirituale di ragazzi e ragazze - Il servizio generoso e appassionato dei catechisti -

Un grazie sincero va ad Anastasia, Suor Angela, Berthe, Donatella, Franca, Francesca, Giulia, Suor Hoda, Laura, al Diacono Livio, Rosaria, Ornella, Raffaele, Robertilla e al Diacono Simone

(Don Antonio Luca Parisi) – Il percorso di catechesi delle Parrocchie di San Giacomo e San...

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"IN UNITATE FIDEI" - Lettera Apostolica di Papa Leone XIV nel 1.700° anniversario del Concilio di Nicea - Presentata dalla Prof. Elisabetta Acide - Qui il testo integrale del documento pontificio - 

L'accorato appello del Sommo Pontefice - “Incoraggiare in tutta la Chiesa un rinnovato slancio nella professione della fede” -

(elisabetta acide)  – Sono trascorsi 1.700 anni: 325-2025; Papa Leone XIV, con la Lettera...

L'inizio del nuovo Anno Pastorale, vissuto nel segno di una sinodalità capace di unire e condividere

BORGO REVEL - Quando i confini tra provincie e Diocesi non dividono, ma uniscono - Avvento, occasione per una intensa osmosi pastorale che dalla piccola comunità parrocchiale di Sant'Anna si apre a territori e persone in un cammino di fede - 

Tante le iniziative, vediamole insieme

(elisabetta acide) – Il nuovo Anno Liturgico prende avvio con il “Tempo di Avvento”. Tempo...

Hanno concelebrato il Parroco Don Raffaele Roffino ed il Vice Parroco, Don Antonio Luca Parisi, assistendo il Diacono Simone Mezzano - 

RIVAROLO CANAVESE - Il secondo gruppo di 21 Cresimandi riceve il Sacramento della Confermazione -Nella Solennità di Cristo Re dell'Universo il Vescovo Mons. Daniele Salera presiede la Liturgia, dispensando preziosi insegnamenti nel corso dell'omelia - I nomi di tutti i ragazzi e le ragazze formate dalle Catechiste Suor Angela Liguori e Robertilla Vivian -

Molto apprezzati i canti offerti dalla Corale parrocchiale diretta dalla Signora Elena Geranio; all’organo il Maestro Arnaldo Conta Canova, al flauto traverso la Signora Anita Zuffi.

Pomeriggio di grande gioia, quello di sabato 22 novembre a Rivarolo Canavese: è giunto il momento...

CUCEGLIO – I presepi ant ij süch sempre più famosi – La trasferta aretina e i prossimi appuntamenti

Trasferta nella Provincia di Arezzo nella scorsa settimana, per una parte del Direttivo dell’Associazione “I presepi ant ij süch” di Cuceglio.
Il Segretario Fabrizio Conto, accompagnato dai Consiglieri Stefano Bonatto e Mario Riva hanno infatti consegnato tre presepi “nei such”, che saranno esposti alla sesta mostra di arte presepiale a Sansepolcro. Una mostra molto importante che, con i suoi  20.000 visitatori, è una delle più importanti del Centro Italia.
Organizzata dall’Accademia Enogastronomica della Valtiberina è stata una scommessa vinta per la virtuosa associazione di Sansepolcro, per la qualità dell’esposizione e la valorizzazione della splendida Chiesa di Santa Maria dei Servi.
I presepi esposti saranno circa 150, provenienti da tutta Italia.
La mostra aprirà il 6 dicembre alle ore 18 e chiuderà, come da tradizione il 6 gennaio.
Accolto da Domenico Gambacci, Presidente dell’Accademia Enogastronomica della Valtiberina, il Direttivo Cucegliese ha potuto ammirare la bellezza del luogo in cui i presepi verranno esposti ed inoltre è stata l’occasione per allacciare un altro rapporto di amicizia e collaborazione con un’altra realtà importante, legata al mondo dei presepi.
Va inoltre ricordato che, come ormai avviene da diversi anni, alcuni presepi di Cuceglio saranno esposti alla Mostra di presepi a Torino, presso Maria Ausiliatrice e saranno anche alla mostra di presepi a Verolengo.
I tre presepi esposti sono stati realizzati da: MARINA BESSOLO (Cuceglio), GIUSEPPE ROLANDO (Sparone), CHIARA ED EMANUELE RIVA e GIANFRANCA TARRO (Cuceglio.

Infine, i prossimi importanti appuntamenti.
Domenica 7 dicembre Card. Arrigo Miglio celebrerà la S. Messa festiva alle ore 10 in Chiesa Parrocchiale e visiterà i presepi.
Martedì 16 dicembre Mons. Daniele Salera,Vescovo di Ivrea, visiterà i presepi e celebrerà la S.Messa di apertura della Novena di Natale alle ore 17 in Chiesa Parrocchiale
 

L’uomo obbediente racconterà la sua vittoria (di Filippo Ciantia)

Dieci anni fa, il 26 novembre, ci lasciava don Luigi Mazzucato, direttore per 53 anni della nota ONG CUAMM Medici con l’Africa.
Di come fosse arrivato a tale incarico raccontava: “A me è stato chiesto di svolgere questo servizio quando il Vescovo Bortignon, al quale avevo promesso filiale rispetto ed obbedienza, decise di mandarmi, alla fine di agosto del 1955, a dirigere il Collegio Universitario Aspiranti Medici Missionari, a cui sinceramente non avevo mai pensato”.
In don Luigi colpisce l’umile obbedienza che ha caratterizzato la sua figura. Obbedire significa innanzitutto “prestare ascolto” e successivamente “essere sottomesso”, quale atto consapevole della coscienza.
Dopo l’obbedienza al suo vescovo, don Luigi ha obbedito alla sfida del Concilio, attraverso un’opera segno ancor oggi di “gaudium” (gioia) e “spes” (speranza), nelle situazioni più drammatiche e difficili. Ha esercitato una particolare obbedienza alle persone a lui affidate, che spesso sceglieva o che le circostanze lo portavano ad accompagnare. Non dimenticava mai di fare gli auguri di buon compleanno e mostrare paterna attenzione alle nascite dei bambini nelle famiglie “in missione”, le “sue” famiglie.
La sua più grande obbedienza è stata ai segni dei tempi. Le sfide erano per lui l’invito di Dio a donarsi tutto per costruire un mondo più giusto attraverso un servizio di carità in cui ha coinvolto tantissime persone, permettendo loro di compiere quella “rara vocazione” che aveva invaso tanti cuori giovani.
L’obbedienza più limpida è stata alla Provvidenza. Nelle situazioni più difficili non si perdeva mai d’animo. Anzi, questa fiducia lo rendeva audace nel chiedere a molti di dare più del possibile, di lasciare le proprie sicurezze e una certa agiatezza. Sapeva bene che il suo “Parón” avrebbe provveduto.
L’obbedienza più commovente fu certamente quella di fronte al grido del povero, dei poveri concreti, che diventavano fratelli e sorelle non appena a lui si rivolgevano, attraverso vescovi, governi o circostanze strane, per avere un aiuto.
Quando ricevette da tanti suoi amici l’ultimo saluto nel Duomo di Padova in quel triste e glorioso 29 novembre 2015, sulla bara in legno chiaro, c’erano il vangelo aperto, cioè meditato e vissuto, ed una rosa bianca, segno di un amore limpido e vero.
“L’uomo che ascolta potrà parlare sempre” (Prov. 21, 28)

PAROLA DI DIO – «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino!»

Is 11, 1-10
Dal libro del profeta Isaìa
In quel giorno, un germoglio spunterà dal tronco di Iesse, un virgulto germoglierà dalle sue radici. Su di lui si poserà lo spirito del Signore, spirito di sapienza e d’intelligenza, spirito di consiglio e di fortezza, spirito di conoscenza e di timore del Signore.
Si compiacerà del timore del Signore. Non giudicherà secondo le apparenze e non prenderà decisioni per sentito dire; ma giudicherà con giustizia i miseri e prenderà decisioni eque per gli umili della terra. Percuoterà il violento con la verga della sua bocca, con il soffio delle sue labbra ucciderà l’empio. La giustizia sarà fascia dei suoi lombi e la fedeltà cintura dei suoi fianchi. Il lupo dimorerà insieme con l’agnello; il leopardo si sdraierà accanto al capretto; il vitello e il leoncello pascoleranno insieme e un piccolo fanciullo li guiderà. La mucca e l’orsa pascoleranno insieme; i loro piccoli si sdraieranno insieme. Il leone si ciberà di paglia, come il bue. Il lattante si trastullerà sulla buca della vipera; il bambino metterà la mano nel covo del serpente velenoso. Non agiranno più iniquamente né saccheggeranno in tutto il mio santo monte, perché la conoscenza del Signore riempirà la terra come le acque ricoprono il mare. In quel giorno avverrà che la radice di Iesse si leverà a vessillo per i popoli. Le nazioni la cercheranno con ansia. La sua dimora sarà gloriosa.
Sal.71
RIT: Vieni, Signore, re di giustizia e di pace.
O Dio, affida al re il tuo diritto,
al figlio di re la tua giustizia;
egli giudichi il tuo popolo secondo giustizia
e i tuoi poveri secondo il diritto.
  RIT: Vieni, Signore, re di giustizia e di pace.
Nei suoi giorni fiorisca il giusto
e abbondi la pace,
finché non si spenga la luna.
E dòmini da mare a mare,
dal fiume sino ai confini della terra.
  RIT: Vieni, Signore, re di giustizia e di pace.
Perché egli libererà il misero che invoca
e il povero che non trova aiuto.
Abbia pietà del debole e del misero
e salvi la vita dei miseri.
  RIT: Vieni, Signore, re di giustizia e di pace.
Il suo nome duri in eterno,
davanti al sole germogli il suo nome.
In lui siano benedette tutte le stirpi della terra
e tutte le genti lo dicano beato.
  RIT: Vieni, Signore, re di giustizia e di pace.
Rm 15, 4-9
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani
Fratelli, tutto ciò che è stato scritto prima di noi, è stato scritto per nostra istruzione, perché, in virtù della perseveranza e della consolazione che provengono dalle Scritture, teniamo viva la speranza.
E il Dio della perseveranza e della consolazione vi conceda di avere gli uni verso gli altri gli stessi sentimenti, sull’esempio di Cristo Gesù, perché con un solo animo e una voce sola rendiate gloria a Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo.
Accoglietevi perciò gli uni gli altri come anche Cristo accolse voi, per la gloria di Dio. Dico infatti che Cristo è diventato servitore dei circoncisi per mostrare la fedeltà di Dio nel compiere le promesse dei padri; le genti invece glorificano Dio per la sua misericordia, come sta scritto:
«Per questo ti loderò fra le genti e canterò inni al tuo nome».
Mt 3, 1-12
Dal Vangelo secondo Matteo
In quei giorni, venne Giovanni il Battista e predicava nel deserto della Giudea dicendo: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino!». Egli infatti è colui del quale aveva parlato il profeta Isaìa quando disse: «Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri!».
E lui, Giovanni, portava un vestito di peli di cammello e una cintura di pelle attorno ai fianchi; il suo cibo erano cavallette e miele selvatico. Allora Gerusalemme, tutta la Giudea e tutta la zona lungo il Giordano accorrevano a lui e si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati.
Vedendo molti farisei e sadducei venire al suo battesimo, disse loro: «Razza di vipere! Chi vi ha fatto credere di poter sfuggire all’ira imminente? Fate dunque un frutto degno della conversione, e non crediate di poter dire dentro di voi: “Abbiamo Abramo per padre!”. Perché io vi dico che da queste pietre Dio può suscitare figli ad Abramo. Già la scure è posta alla radice degli alberi; perciò ogni albero che non dà buon frutto viene tagliato e gettato nel fuoco. Io vi battezzo nell’acqua per la conversione; ma colui che viene dopo di me è più forte di me e io non sono degno di portargli i sandali; egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco. Tiene in mano la pala e pulirà la sua aia e raccoglierà il suo frumento nel granaio, ma brucerà la paglia con un fuoco inestinguibile».
***
UN PENSIERO SULLA PAROLA, A CURA DELLA PROF. ELISABETTA ACIDE
“Non giudicherà secondo le apparenze e non prenderà decisioni per sentito dire; ma giudicherà con giustizia i miseri e prenderà decisioni eque per gli umili della terra”.
Il “giudizio equo”, che non sbaglia, il giudizio equo per gli “umili della terra”.
Bello questo accostamento: “umiltà”  con quella origine latina humilis, “basso” o “modesto”, ma originato dal termine humus, che significa “terra”.
L’umiltà, allora, è  “provenire dalla terra” e  non “ergersi” sopra la “terra”, rimanere nella propria modestia rispettosa.
Un Dio che “ama la terra e coloro che la abitano con rispetto e modestia”, e dunque un Dio che farà “equa giustizia”.
Un Dio che è “sapienza, intelletto, consiglio, fortezza…” e poserà il suo “spirito del Signore, spirito di sapienza e d’intelligenza, spirito di consiglio e di fortezza, spirito di conoscenza e di timore del Signore”, su quel “germoglio”.
Il profeta Isaia ci parla di “virgulto” che “spunta” da un “tronco”, dunque tagliato… ma “vivo”.
La bellezza della vita… la forza del germoglio, la novità di Dio… il virgulto di Dio.
La “dinastia davidica”, re che non hanno saputo “conservare” la “regalità”.
Promessa al re Davide:
“Quando i tuoi giorni saranno compiuti e tu dormirai con i tuoi padri, io susciterò un tuo discendente dopo di te, uscito dalle tue viscere, e renderò stabile il suo regno. Egli edificherà una casa al mio nome e io renderò stabile il trono del suo regno per sempre” (2Sam 7,12-13).
Ma Dio “donerà” un germoglio… spunterà…dal tronco di Iesse.
Iesse, padre del re Davide, dalle cui “radici” spunterà… la genealogia (cfr. Mt 1,1-6) così raccontata con perizia nel Vangelo e abbondantemente rappresentata in tante miniature e dipinti in particolare a partire dal Medioevo (ricordiamo le mirabili rappresentazioni come ad esempio il mosaico absidale della Basilica di san Clemente a Roma, la tavola di Pacino da Bonaguida, quello raffigurato negli stipiti del Battistero di Parma da Benedetto Antelami o quello di Giuseppe Arcimboldi nel Duomo di Monza. Senza dimenticare l’albero di Jesse affrescato nella chiesa ora sconsacrata di San Marco a Vercelli).
L’ “eterno divenire” dell’universo.
In Lui la “pienezza dello Spirito”.
Rinnovata alleanza, nuova relazione.
Un bambino-dono. Un vessillo tra i popoli.
Un “bambino” in grado di “rinnovare”, di “ammansire”, di “far pascolare”, di “far cibare insieme”, di “far sdraiare insieme”, di “far giocare insieme”, di “guidare”… di “giudicare con giustizia ed equità”.
Di “ricomporre”.
Un bambino-dono.
Nascita, nuova “creazione”.
“Emmanuele” Dio-con noi (ricordiamo i capitoli 6-12 del libro del profeta Isaia definiti: “il libro dell’Emmanuele”, meglio il “Vangelo dell’Emmanuele” cfr. Is 7,14).
E il profeta “condensa” in quei versetti la “storia”: creazione, peccato, diluvio… per una “promessa di pace”.
“In quel giorno avverrà che la radice di Iesse sarà un vessillo per i popoli”: nuova alleanza tra Dio e ogni  popolo: Un Messia sorge.
Perché Dio “affida…  al figlio di re la tua giustizia; egli giudichi il tuo popolo secondo giustizia
e i tuoi poveri secondo il diritto” (salmo).
Un Dio che “domina da mare a mare… fino ai confini…” ma un dominio fatto di pietà, libertà, benedizione, di fioritura di giustizia ed abbondanza di “pace”.
Sovrabbondanza di pace, sconfinato Amore, da quel “germoglio” di bene, di vita, di alleanza:
“Dio dimostra il suo amore verso di noi nel fatto che mentre eravamo peccatori, Cristo è morto per noi” (cfr Rm 5,8)
“Tutto ciò che è stato scritto prima di noi, è stato scritto per nostra istruzione” (seconda lettura): la Parola,  fonte di ogni istruzione, la Parola nella storia, nelle vicende degli uomini “amati da Dio”, che “il Signore ama”.
Nella storia e nelle vicende di uomini e donne nelle quali è vivo l’amore “tenace, perseverante e costante” di Dio.
Amore che consola e non abbandona: “Questo mi consola nella mia miseria, la tua Parola mi fa vivere” (Sal 118,50).
Amore che accoglie e chiede di accogliere: “Accoglietevi gli uni gli altri come anche Cristo accolse voi”.
Amore che abbraccia e chiede di abbracciare.
“gli uni verso gli altri”… con gli stessi sentimenti di Cristo… quanto è difficile… anche a Natale!
Lo affermerà Gesù e san Giovanni lo scriverà nel suo Vangelo: “Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri (cfr. Gv 13,34).
Amatevi, accoglietevi, consolatevi, sopportatevi, guardatevi, tessete relazioni positive, vivete in armonia, praticate il bene e la giustiza…tra di voi… voi per primi.
Sappiate agire “per la gloria di Dio”.
Pace di Dio per l’uomo.
Non solo a Natale.
Riconciliazione, per tutti.
Responsabilità dell’uomo.
Conversione.
Conversione dell’uomo e della storia.
Conversione che parte dall’accettazione, dall’accoglienza e diventa pace.
“Convertitevi” (Vangelo).
E’ il grido di Giovanni, Giovanni il Battezzatore, colui che da piccolo ha “saltellato nel grembo” quando Maria è entrata nella casa della cugina… ed ora  percorre con voce tonante il deserto, le montagne… la sua voce è arrochita dal vento che solleva tra le rocce la sabbia…ma  la sua voce si alza potente.
“Convertitevi”…
Parole profetiche che annunciano parole di “conversione”…
“Convertitevi”.
Un uomo vestito come un profeta, un uomo “nuovo profeta”: “è vicino…”.
Chissà quale reazione tra i contemporanei… andavano da lui, si facevano battezzare, facevano chilometri per sentire la sua voce… ma chi è? È lui?… che cosa annuncia…
“Vipere…”
Parole dure.
Giovanni ha il coraggio dell’annuncio, la voce della profezia.
Convertitevi.
La presunzione dell’uomo che pensa di “far entrare Dio nella sua vita”… Dio viene… Dio è “spontaneo”… Dio si incammina… Dio …
Giovanni invita a “liberarsi” dalla presunzione: “Siamo figli di Abramo…”
Dio viene.
Dio viene per noi, Dio viene per tutti, Dio viene per ogni persona…
Dio viene per uomini e donne che vogliono essere “nuovi”, “figli di Dio”.
Dio viene… ma deve avere “spazio”… se sono già “pieno” di me, di “cose”, di idee, di pregiudizi… Dio non ha “spazio”.
“Convertitevi”… lasciate “spazio” a Dio.
Dio viene ma in me deve trovare spazio.
Dio viene a parlarci di un Padre che ci rende figlie  fratelli.
Dio viene a mostrarci quel volto di un Padre che abbraccia con misericordia.
Dio viene a portarci la pace attraverso la croce.
Dio viene  nella nostra quotidianità con la sua straordinarietà fatta di giorni, di Parole, di gesti, di sguardi,di tenerezza, di perdono, di abbracci…
Dio viene a raccogliere e spazzare, a bruciare…
Dio viene a seminare e far mietere…
Dio viene con sguardo paziente e lungimirante… Dio vede spighe buone dove io vedo zizzania.
“Convertitevi”.
Dio ha un “progetto”… ma ha bisogno di me…
Giovanni ci “sveglia” con la sua voce che fa vibrare il silenzio del deserto.
Giovanni ci scuote dalla tranquillità delle nostre certezze.
Giovanni “rompe” il silenzio e sprona il nostro coraggio.
Alberi tagliati e fuoco che brucia…
Miele e cavallette come cibo, peli di cammello, cintura ai fianchi… e voce potente.
Per spianare una strada… per la conversione.
Per “convertirmi” occorre “interrogarmi”, devo “percorrere strade” di sincerità e coraggio, devo “viaggiare” sui sentieri del deserto delle domande per sentire le “risposte”.
Convertirsi è “fare spazio” perché quello spazio sia “riempito da Cristo”.
Come il Battista… un annuncio a gran voce… e poi lo spazio a Cristo.
Grandezza del profeta: “ritirarsi” quando la voce è stata annuncio, “mettersi da parte” quando qualcuno è “più forte di me”… neppure i sandali… l’annuncio che “lascia la voce alla Parola”.
Convertitevi.
Giovanni a gran voce grida: Shub.
E l’eco di quella distesa del deserto roccioso di Giuda ripete incessantemente quelle lettere come una eco: shub, shubbbbbb….
Per la lingua  ebraica la traduzione di conversione è  “shub”. Il significato di shub è “tornare indietro“, forse meglio, “invertire la rotta”.
L’echeggiare di quella parola è un “avviso”… quasi la voce del nostro navigatore in auto: “tornate indietro quando potete”.
Ed invece Giovanni invita a fare altro: Shub…  camminate, andate incontro… fate “passi avanti”… Diventate persone “in cammino”.
Il Regno arriva, sta arrivando, viene, è qui…
Giovanni non ha il compito di “spiegare” il Regno, ma di dire che “esiste un regno”.
“Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino!”.
Grande comunicatore, meglio di qualsiasi influencer contemporaneo…
Basta una frase e subito tre evidenze: il regno c’è, è vicino, incominciate a camminare.
Diventate “pellegrini del Regno”, guardatevi intorno, andate incontro a Chi “viene incontro”.
Convertitevi.
Sulle orme di Dio, di un Dio che cammina, che precede, che è “vicino”, “accanto”, “prossimo”, “qui”.
Convertitevi, per l’opportunità del bene, per la bellezza della “vicinanza”, per la gioia della prossimità.
Convertitevi, per mettere in cammino tutti voi stessi.
Convertitevi nel segno della Parola.
Convertitevi e solo così crederete al Vangelo.
Shub… andate incontro a Cristo.
Non “tornate indietro quando potete”… percorrete la via di Cristo perché Cristo è incamminato verso di voi.
Convertitevi credendo.
 
 

Verso Natale: riscoprire l’attesa, vivere la speranza, coltivare l’esultanza – Il Vangelo dell’Avvento – 7 dicembre 2025

In questa seconda domenica di Avvento, la Parola pone alla nostra attenzione Giovanni, la voce che grida nel deserto. Guardiamo questo profeta: veste povero, mangia quel che trova, vive lontano dalle comodità. Eppure tutti accorrono a lui! Perché? Perché porta una parola di verità che scuote i cuori: “Convertitevi!”
Giovanni è forte, diretto, non ha peli sulla lingua. Chiama persino i capi religiosi “razza di vipere“! Ma attenzione: non lo fa per giudicare, ma per amore. Come un padre che vede il figlio in pericolo e grida per salvarlo. Giovanni sa che il Signore viene, e vuole preparare i cuori ad accoglierlo.
“Fate un frutto degno della conversione“, dice. Non basta dire “sono cristiano“, “vado a Messa“, “ho ricevuto i sacramenti“. Dio guarda il cuore, guarda i frutti della nostra vita. E quali frutti portiamo? Frutti di amore, di perdono, di servizio? O frutti di egoismo e indifferenza?
Ma ecco il punto più bello: Giovanni annuncia uno più grande di lui, uno che battezzerà in Spirito Santo e fuoco! È Gesù che non viene solo a lavarci con acqua, ma a trasformarci nel profondo, ad accendere in noi il fuoco dell’amore di Dio!
Come Giovanni nel carcere, anche noi attraversiamo momenti bui, dove Dio sembra lontano, dove i dubbi ci assalgono. “Sei davvero tu, Signore?“, chiediamo nelle prove. Ma Gesù ci risponde sempre, mostrandoci la sua misericordia, la sua presenza fedele. Anche quando non capiamo, Lui c’è.
E ricordiamo: nel battesimo siamo diventati tempio dello Spirito Santo! Che grazia immensa! Siamo dimora di Dio, più grandi di qualsiasi profeta, non per i nostri meriti, ma perché Cristo vive in noi.
In questo momento di attesa, domandiamoci se stiamo portando frutti degni nella nostra vita cristiana, se quando attraversiamo momenti bui, ci aggrappiamo a Gesù o ci chiudiamo nella paura. Chiediamoci se siamo consapevoli di portare in noi la presenza di Dio.
In questo Avvento, prepariamo davvero la via al Signore. E come Giovanni, diventiamo anche noi voci che gridano nel deserto del mondo: “Il Signore viene! Preparategli la strada!“. E non solo; prepariamogliela noi per primi!
Mt 3,1-12
In quei giorni, venne Giovanni il Battista e predicava nel deserto della Giudea dicendo: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino!». Egli infatti è colui del quale aveva parlato
il profeta Isaìa quando disse: «Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri!». E lui, Giovanni, portava un vestito di peli di cammello e una cintura di pelle attorno ai fianchi; il suo cibo erano cavallette e miele selvatico. Allora Gerusalemme, tutta la Giudea e tutta la zona lungo il Giordano accorrevano a lui e si facevano battezzare da lui
nel fiume Giordano, confessando i loro peccati. Vedendo molti farisei e sadducei venire al suo battesimo, disse loro: «Razza di vipere! Chi vi ha fatto credere di poter sfuggire all’ira imminente? Fate dunque un frutto degno della conversione, e non crediate di poter dire dentro di voi: “Abbiamo Abramo per padre!”. Perché io vi dico che da queste pietre Dio può suscitare figli ad Abramo. Già la scure è posta alla radice degli alberi; perciò ogni albero che non dà buon frutto viene tagliato e gettato nel fuoco. Io vi battezzo nell’acqua per la conversione; ma colui che viene dopo di me è più forte di me e io non sono degno di portargli i sandali; egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco. Tiene in mano la pala e pulirà la sua aia e raccoglierà il suo frumento nel granaio, ma brucerà la paglia con un fuoco inestinguibile».

Verso il Natale: tempo dell’attesa, che è speranza ma anche pazienza (di Cristina Terribili)

Con l’arrivo di dicembre scatta la cosiddetta “ora X”. C’è nell’aria una certa qual tensione tra le persone, un dinamismo frettoloso, una corsa accelerata dall’incombere delle festività e con ciò che si portano appresso.
Facciamo le prove, se ci riusciamo, per attendere Natale con calma e lentezza per combattere quell’iperattività che stanca e che non fa godere di nulla. Usiamo dire che il Natale è la festa dell’attesa: ma l’attesa significa pazienza, significa speranza ed esercitare questi valori sembra essere passato di moda, sembra fare riferimento a concetti lontani nel tempo e nella nostra esperienza.
Eppure è solo la pazienza che permette di sostenere le avversità quotidiane, che consente una riflessione profonda contrastando l’impulsività e gli agiti dettati da emozioni troppo violente. La pazienza permette di accogliere, accettare, dare fiducia a sé stessi e agli altri, disporsi positivamente e tollerare meglio ogni avversità e contrasto, ma soprattutto raggiungere benefici futuri.
Solo con la pazienza è possibile guardare con attenzione, scegliere con cura, raggiungere successi che richiedono perseveranza. La pazienza è una virtù ma anche una competenza che si può esercitare e che si può estendere a tutti i campi relazionali ma anche delle professioni e dell’auto-realizzazione.
Quale potrà essere il beneficio di esercitare sin d’ora la pazienza in attesa del Natale? Non soffrire di quello stress e di quella sgradevole sensazione di fatica e di spossatezza che si prova nell’approssimarsi ai giorni di festa, ad accogliere con più consapevolezza e serenità anche quegli ospiti o quegli eventi che sono meno graditi e a porre l’attenzione su quegli elementi di dolcezza e di tenerezza che questa ricorrenza porta con sé.

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