(Fabrizio Dassano)
Dopo la kermesse del Salone Internazionale del Libro, eccomi qualche giorno a Gorizia per un’altra manifestazione che attira studiosi e appassionati di storia. Si tratta della XV edizione di “èStoria” che si è conclusa nella domenica delle elezioni con numeri da capogiro. Una conferma dell’interesse per la storia in Italia e in Friuli Venezia Giulia: tutto esaurito per i diversi eventi, con 60mila presenze a Gorizia e 2 milioni online, grazie alle dirette streaming.
Il tema era la “famiglia”: da quelle reali degli Asburgo e dei Savoia, alle grandi famiglie ebree, alle famiglie normali nel corso dei conflitti di un tempo e alle “famiglie” professionali, come quella dei ferrovieri. Perché la famiglia esiste nella storia da quando è comparso sulla terra l’homo sapiens: ha segnato il suo cammino evolutivo fornendo un punto di riferimento e un fattore produttivo determinanti per il vivere comune dei nostri antenati e continua a essere assolutamente centrale, pure in forme mutevoli, ai nostri tempi.
Nel corso dei secoli, la famiglia è divenuta un elemento inconscio essenziale nell’ambito delle grandi tappe del progresso umano. Oggi vive una trasformazione antropologica dai contorni rivoluzionari, ma rimane al centro della storia umana presente.
Tra gli ospiti più illustri della manifestazione goriziana, c’era Carlo Ginzburg che ha raccontato il mestiere di storico e poi, sottotraccia, il programma “Trincee” ben presente come costante di questa città conquistata dagli italiani all’impero asburgico nel 1916 con un bagno di sangue. Il festival si è concluso la domenica del voto.
Anche a Ivrea sta per calare – dal 31 maggio al 2 giugno – la “Grande Invasione”, il Festival della Letteratura giunto al settimo anno che propone un interessante programma e che farà arrivare libri e autori in varie parti della città, portando anche qui quel positivo clima festivaliero che riguarda i libri e i suoi lettori; e c’è anche un festival nel festival tutto dedicato agli occhi curiosi dei bambini, futuri lettori di domani. Evidentemente c’è una guerra in atto all’analfabetismo cosiddetto di ritorno, ovvero il fenomeno dell’aumento del numero di persone che funzionalmente sanno leggere (e scrivere) ma non sanno più capire un testo complesso. Con tutti gli annessi e i connessi (personalmente, io non so più leggere una bolletta del gas o della luce e per me il contratto dell’assicurazione è più complesso dell’Ulisse di James Joyce).
Tanti gli interrogativi sul sistema della produzione culturale: diminuiscono i lettori e ci sono solo più scrittori? L’editoria elettronica soppianterà il prodotto di carta? “Mantra” che durano da anni ma i festival letterari sopravvivono benissimo lo stesso, anche in questi periodi molto strani.
Beh… diciamo che a Gorizia sono già avanti: il tema del prossimo convegno (28 – 31 maggio 2020) è già stato lanciato: sarà quello della “Follia”.