Oggi c’è una tendenza a rifuggire la fatica come fosse una malattia. Tutto deve essere facile, veloce, indolore. La tecnologia semplifica ogni gesto, l’educazione moderna tende a spianare ogni ostacolo, e i genitori, mossi da un amore sincero ma mal interpretato, fanno di tutto perché i figli non conoscano la durezza dello sforzo e del sacrificio.
Ma la fatica non è una condanna, è una maestra esigente, ma giusta. Ti insegna chi sei, fin dove puoi arrivare, quanto vali davvero. È il banco di prova del carattere. Chi non ha mai sudato, chi non ha mai resistito alla tentazione di mollare, chi non ha mai affrontato il dolore dell’impegno, vive in superficie, non sa quanto coraggio può generare la fatica.
La fatica educa, forma il corpo, ma soprattutto lo spirito. È il linguaggio universale di chi vuole crescere, migliorarsi, meritare. Ogni passo in salita, ogni notte insonne, ogni sforzo non vano scolpisce dentro di noi la dignità del lavoro, la fierezza del dovere, la pace che solo chi ha dato tutto può provare. Non esiste formazione più autentica. Nessun talento fiorisce senza fatica; nessuna libertà si conquista senza il sudore della responsabilità.
La fatica umanizza, ci rende umili, perché ci ricorda i nostri limiti; ma anche forti, perché ci mostra che possiamo superarli. Ci insegna la solidarietà, perché chi ha faticato riconosce e rispetta la fatica altrui. In un mondo che idolatra il successo immediato, la fatica è un atto di resistenza morale: ci riporta alla verità delle cose, al valore del tempo, alla bellezza del costruire. La fatica eleva, ha una dimensione spirituale oggi dimenticata; è fedeltà a un compito, è silenzioso amore per ciò che si fa. È preghiera senza parole. In essa si nasconde il senso profondo del coraggio quotidiano di chi non cede, di chi continua a credere.
La fatica non umilia, nobilita. È la via per ritrovare la propria grandezza.
Abbiamo bisogno di riabilitare la fatica, di insegnarla ai figli, di non temerla da adulti, di non delegarla alle macchine. Bisogna tornare a guardarla in faccia, in un’epoca che promette scorciatoie per tutto, scegliere la fatica è praticamente un atto rivoluzionario.


