(Filippo Ciantia)

Domenica, alla fine della Messa, si è rivolto all’assemblea Fedele, un uomo maturo di 62 anni, che ha perso il lavoro e, essendo già avanzato negli anni, è stato considerato inutile. Ha raccontato in poche, efficaci parole la sua storia e ha offerto di acquistare una rivista che prende il nome da una famosa canzone (almeno per chi ha una certa età e un gusto per l’arte dei cantautori veri) di Enzo Jannacci: “Scarp de’ tenis”. Infatti, chi ha perso tutto deve portare scarpe agili e che costino poco.

Per una felice intuizione di Carlo Maria Martini e di Pietro Greppi, nell’arcidiocesi di Milano negli anni ‘90 nacque una rivista che, da allora, racconta le esperienze di riscatto delle persone senza tetto, dei “barbun”, accolte dalle tante Caritas, gocce di accoglienza sparse nei nostri paesi e nelle nostre città.

Viene venduta sui sagrati delle chiese da queste stesse persone che sono rinate a dignità attraverso l’accoglienza e il lavoro. La vendita della rivista, cui contribuiscono noti giornalisti e scrittori, permette un sostegno a queste persone e aiutano tanti, attratti da storie di rinascita e speranza.

Grazie, Signore perché ti riveli in questi piccoli e semplici incontri, inattesi!
“È tempo che ai poveri sia restituita la parola, perché per troppo tempo le loro richieste sono rimaste inascoltate”
(Papa Francesco)

Ho partecipato – con tutte le precauzioni dettate dalla prudenza necessaria in questi difficili tempi – alla festa per gli auguri di Buon Natale della cooperativa sociale Mirabilia Dei, che si definisce con poche parole: “Viviamo insieme accogliendo persone disabili. Anzi, no. Con loro facciamo famiglia”. Si tratta di case dove alcune famiglie vivono il loro matrimonio nell’accoglienza di persone speciali che mancano dei legami affettivi loro indispensabili.

Grazie Signore che mi fai incontrare occhi gioiosi nel dare e nell’essere accolti. Che mi fai sentire parole antiche, parole cristiane, vissute nell’oggi, nell’impossibile rivoluzione portata nel mondo dallo struggimento perché gli altri, anche i più deboli e fragili, siano felici.

“Oggi stiamo seduti, alla vigilia di Natale, noi, gente misera, in una gelida stanzetta. Il vento corre di fuori, il vento entra. Vieni, buon Signore Gesù, da noi, volgi lo sguardo: perché tu ci sei davvero necessario”.
(Bertold Brecht, Leggenda di Natale)