AGLIÈ – Domenica 12 maggio è stata celebrata la festa della borgata di Santa Maria della Rotonda, la più piccola ma anche la più antica frazione di Agliè.

Una storia millenaria

Superata la paura per la fine del mondo (annunciata dalla famosa profezia del “Mille e non più Mille”), in molte parti d’Europa e anche nella diocesi di Ivrea si registrò un fiorire di costruzioni religiose: la chiesetta della Rotonda compare in questo momento per opera di un prete di nome Leone, che si dice costruì una chiesa nel villaggio di Macugnano laddove preesisteva un tempio dedicato alla dea romana Diana Cacciatrice. La chiesa fu poi abbandonata e un altro sacerdote certo Lamberto la restaurò e la sottomise nel 1115 all’Abbazia di Fruttuaria.

Macugnano è il toponimo più antico del territorio di Agliè comparso in un documento; per la toponomastica è un termine di derivazione prediale, indica il possesso del territorio da parte di un certo Macconius, probabilmente un centurione romano che dopo la vittoria dei Romani sui Salassi ebbe in dono, all’epoca della centuriazione del territorio eporediese, dopo 16 anni di onorato servizio presso l’esercito romano, 50 iugeri di terreno equivalenti a circa 12 ettari e mezzo e un certo numero di schiavi salassi per coltivarlo.

Si suppone che egli abbia impiantato la sua colonia proprio a Santa Maria dove alla collina di Macugnano si innesta, come braccio piccolo di una elle, la “Calunnia”, una collinetta che chiude ad angolo retto il territorio di Santa Maria e ne garantisce un microclima favorevole agli insediamenti e alle coltivazioni, specialmente per quella della vite.

Nei catasti antichi questa collinetta è chiamata “Calonea” o “Colonea”, il che potrebbe far pensare alla colonia di Macconio. Questa zona ancora oggi è attraversata dalla provinciale che porta a Vialfrè e a San Martino e che fino al 1800 era l’unica strada che metteva in contatto la pianura basso canavesana con Ivrea (mentre la strada che oggi unisce questi territori, tra Bairo e Pramonico, allora era solo un sentiero).

Il primo documento attestato che menziona “Macuniacum” risale al 1019 , esattamente mille anni fa: è un atto di donazione di Ottone Guglielmo, figlio di Adalberto II marchese di Ivrea, alla Abbazia di Fruttuaria. Il nome di Agliè compare solo nel 1156 in un documento che parla dei diritti sul ponte di Mazzè che il conte Guido aveva fatto a favore di un gruppo di “consortes” tra cui “Johannes de Caza” e “Guilielmus de Aladio”.

 

Una festa per l’intera borgata

Durante la festa del rione sono state ricordate queste origini ed è stata inaugurata la “Fontana dij Verneijt”, di proprietà demaniale, restaurata grazie all’impegno di Benedetto Elia e Fulvio Zoppo coadiuvati da alcuni borghigiani e da amici di buona volontà.

È stata una cerimonia semplice, ma toccante: l’arciprete don Luca Meinardi ha impartito la benedizione, il sindaco Marco Succio ha ringraziato tutti, compresi i funzionari del demanio che hanno permesso il restauro, approvando la pratica presentata dal Comune, perché “solo grazie alle radici e al senso di comunità è possibile portare a nuova vita piccole testimonianze della nostra storia”. Il primo cittadino ha poi sottolineato l’importanza di questo restauro: “Un piccolo lavatoio privo di valore economico e di funzionalità, ma carico di significati per gli abitanti della frazione che per molti anni l’anno utilizzato quotidianamente per lavare i panni”. La professoressa Rosanna Tappero ha illustrato la storia del manufatto e ha ricordato la fatica di quando “le nostre nonne” facevano “lisia”.

Infine una delle ultime quattro lavandaie viventi, che andavano regolarmente alla fontana prima dell’avvento delle lavatrici, la 91enne Luciana Prola ha tagliato il nastro tra gli applausi dei numerosi presenti.

La festa si è conclusa con una bella agape fraterna sotto il capannone allestito per la ricorrenza ed era cominciata con la processione verso la chiesetta della Rotonda guidata dal diacono Antonio e conclusa di fronte alla grotta di Lourdes, dove i partecipanti sono stati accolti dalla Comunità della Rotonda che ha offerto un sostanzioso rinfresco. Proprio nella chiesetta, curata e adottata dalla stessa comunità, il parroco don Luca Meinardi ha celebrato la Santa Messa allietata dal coro parrocchiale.