(Cristina Terribili)

L’attenzione alle variazioni climatiche, la richiesta di un maggiore interesse verso il riuso, un rinnovato sentimento ecologista, ha fatto non solo notizia, ma ha portato anche a cambiamenti più o meno significativi nella nostra vita di tutti i giorni. Si è passati alle borracce al posto delle bottigliette di plastica, ad evitare le piccole perdite d’acqua così come al risparmio dell’energia elettrica. La raccolta differenziata si accompagna ad un maggiore impegno contro gli sprechi alimentari, al chilometro zero, alla qualità di quello che ci nutre.

Dal punto di vista fisico, dunque, tutto bene. Ma, parafrasando un celebre psicologo americano – Bateson, con il suo libro “Verso un’ecologia della mente” –, la nostra mente può avviarsi verso un processo ecologico? Possiamo insomma parlare anche di una ecologia della mente, utilizzando gli stessi termini che usiamo per l’ambiente, possiamo applicare alla mente i concetti di risparmio energetico, di raccolta differenziata, di pulizia, solo per citarne alcuni? Come possiamo avviare un percorso che abbia, come risultato, una maggiore efficienza mentale?

Cominciamo a considerare il sonno. Un buon sonno, il corretto ritmo sonno/veglia, permette il riposo e la realizzazione di alcuni processi specifici per la memorizzazione.

Oltre al riposo dato dal sonno c’è anche il riposo che la mente gradisce attraverso lo svolgimento di attività piacevoli. La mente è un sistema che è sempre attivo, che non si “spegne” mai, beneficia però di attività piacevoli: passeggiate, contemplazione, ascolto della musica, giardinaggio o bricolage, sorridere o piangere davanti ad un film. Sono solo alcuni esempi di come la mente, sebbene impegnata, abbia anche modo di ricaricarsi.

Se abbiamo una mente riposata, che ha avuto la possibilità di ricaricarsi, dobbiamo avviare il sistema, farlo partire in qualche modo. Esattamente come per i nostri computer: se ci sono tante informazioni da analizzare, tante icone da caricare sullo schermo, il processo di avvio è più lento.

Anche la nostra mente se ha troppe finestre di lavoro aperte consuma una discreta quota di energia. Dobbiamo imparare ad organizzare ed archiviare correttamente quanto già sviluppato dalla nostra mente creando delle cartelle dei nostri pensieri. Organizzare e archiviare pensieri, non lasciare la scrivania della nostra mente intasata da troppe attività ormai svolte facilita l’accesso a nuovi obiettivi, permette di essere più lucidi per accogliere nuovi processi di pensiero.

Quello che fa spendere e sprecare tanta energia alla nostra mente sono soprattutto i pensieri, quelli improduttivi, quelli che si intrufolano e fanno di tutto per ottenere dello spazio. Quei pensieri sono dei veri e propri virus. Inficiano la nostra mente fino a farla avviluppare in un turbine, un ciclone senza fine.

Altra tossina per il nostro cervello è il cibo che contiene troppo zucchero. Se ad un’automobile inseriamo troppa benzina, fuoriesce dal serbatoio; nella nostra mente invece lo zucchero crea costanti accelerazioni che portano tutto il sistema a deteriorarsi. Lo stesso effetto lo hanno anche le sostanze stupefacenti.

Infine, ma non ultimo in senso di importanza, una grande fatica per la nostra mente sono le relazioni disfunzionali, quelle che non arricchiscono il nostro spirito, che non permettono la piena espressione dei propri valori, che inquinano la mente con pensieri o azioni negative.

Quindi via libera alla raccolta differenziata: ripuliamoci da pensieri e da relazioni che non apportano nulla di buono alla nostra vita, che ci sottraggono energia, tempo, silenzio, riflessione.

Curiamo il nostro sonno e la nostra tavola per depurare i nostri organi, perché siamo un sistema integrato e ogni sua parte deve ottenere la giusta attenzione e cura, ma soprattutto rendiamo bella la nostra vita attraverso sentimenti e persone positive.

Ricarichiamoci attraverso la bellezza della natura, amplificando i nostri sensi per vivere al meglio la nostra esistenza in questo universo.

A quel punto non faremo nessuna fatica nel prenderci cura dell’ambiente o di chi ci è vicino. Noi siamo un sistema profondamente connesso con altri sistemi e nulla ci sembrerà più estraneo.