Il presidente di ANCI Piemonte - Alberto Avetta - al termine della riunione 
del comitato direttivo dell'Associazione dei Comuni svoltasi a Roma nei giorni
scorsi ha affermato che "nessuno mette in dubbio la centralità del tema 
immigrazione: è una questione troppo delicata per prestarsi a considerazioni 
superficiali.Lo è ancor più per un'associazione come l'ANCI che deve idealmente
rappresentare tutti i sindaci e tenere insieme migliaia di amministratori che 
si ispirano a visioni politiche diverse". E ovviamente ognuno di questi sindaci 
ha poi posizioni diverse davanti a tematiche, comme quelle sulla legge di stabilità 
e quella della sicurezza, ma i temi sono assolutamente trasversali. 

Il Comitato direttivo ha affrontato questioni molto tecniche, come le nuove 
norme incidono profondamente sull'azione dei sindaci e come avere certezze 
sulle modalità della loro applicazione, quali di fatto introducono un modello 
inedito. E poi le domande: è utile che i sindaci
non sappiano quanti migranti sono ospitati sul proprio territorio? E
poi, l’elezione di domicilio è sufficiente perché queste persone
abbiano accesso ai servizi sanitari? E ancora, i soggetti più
vulnerabili ovvero le famiglie con disabili, anziani o minori possono
essere gestiti attraverso gli Sprar? 

Avetta ribadisce che "l'ANCI non intende assumere posizioni politiche e non 
si farà trascinare in campagne elettorali. Come sempre, il nostro obiettivo è 
quello di contribuire a migliorare le norme nell’interesse di tutti i cittadini".

Le tre richieste che i sindaci rivolgeranno lunedì al presidente del
Consiglio dei ministri Giuseppe Conte sono queste: conservare
l’accesso allo Sprar dei soggetti vulnerabili (lo stesso Ministero
dell’Interno ha invitato a sorvegliare l’uscita dagli Sprar con una
circolare); l’applicazione di modalità uniformi per la presa in
carico dei richiedenti asilo da parte delle Asl; il riconoscimento del
diritto per i Comuni di conoscere numero, età e sesso delle persone
ospiti nei centri di accoglienza.