Al Forte fino al 18 novembre si potrà visitare la mostra “Earth’s Memory” che offre in anteprima mondiale i risultati del progetto “Sulle tracce dei ghiacciai”: viaggio fotografico-scientifico ideato e diretto dal fotografo Fabiano Ventura che raccoglie un percorso lungo 13 anni, nato per documentare gli effetti sconvolgenti dei cambiamenti climatici sul Pianeta.

Ventura, insieme a un team di registi e ricercatori, ha condotto otto spedizioni (dal 2009 al 2011) sui maggiori ghiacciai montani della Terra: Karakorum (2009), Caucaso (2011), Alaska (2013), Ande (2016), Himalaya (2018) e Alpi (2019- 2020-2021).

A completare l’esposizione (che vede 90 confronti fotografici) sono i video delle spedizioni e le interviste ai vari ricercatori coinvolti, le collezioni di abbigliamento di ieri e oggi, le raccolte di documenti e mappe di valore storico-scientifico.

I contenuti sono presentati con le più moderne tecniche di interactive design e data visualization: proiezioni su grande schermo, videoinstallazioni e immagini immersive.

I ghiacciai non sono corpi morti, ma organismi in perenne trasformazione – scrive Enrico Camanni (scrittore, giornalista e alpinista) nell’introduzione alla mostra – i ghiacciai nascono, crescono, si trasformano, fondono e a volte muoiono. In una parola: vivono… Noi specie umana siamo gli unici naufraghi da salvare in questo affondamento epocale, perché la scomparsa dei ghiacciai è il segno del nostro fare e del nostro distruggere”.

Sara Martinetti