Da Mondovì; dopo un periodo di romitaggio, si trasferì a Casotto, dove dei solitari vivevano nello stile di san Bruno, fondatore dei Certosini.

Fu tra i primi religiosi della Certosa di Casotto. Vi morì da fratello laico e la sua tomba fu da subito meta di pellegrini.

Straordinaria la raffigurazione del «miracolo della mula», con una zampa dell’animale in mano. Si sarebbe difeso dai malintenzionati per poi riattaccarla al corpo dell’equino.