Una serata di grande significato per la comunità ecclesiale e civile di Castelnuovo Nigra, non meno che per tutta la Diocesi di Ivrea.

La restituzione all’uso liturgico di uno strumento come un organo antico è, infatti, un segno importante di quanto siano condivisi i valori che rispettano l’arte e la liturgia, ma soprattutto, l’unione di intenti, i percorsi di collaborazione ed amicizia:

“Il restauro delle nostre chiese, dei preziosi arredi e degli strumenti musicali presenti in tante di esse, è un atto che si iscrive nella fede e nel cammino della vita cristiana, ma è anche testimonianza di rispettosa attenzione verso la cultura di una comunità e del rispetto dovuto alle generazioni che ci hanno preceduto”.

Possiamo trarre queste parole dal messaggio di saluto che il Vescovo di Ivrea, Mons. Edoardo Aldo Cerrato, ha rivolto, tramite Don Alberto Carlevato, Parroco di Villareggia, Tonengo e Mazzè, ma altresì “regista” di tanti eventi di cultura musicale come questo (che è stato organizzato dalla Cantoria parrocchiale) ai tantissimi fedeli intervenuti, primi fra essi il Sindaco, Signora Enrica Domenica Caretto.

Il Pastore della Chiesa eporediese e canavesana (la lettura integrale del suo messaggio, affidata a Don Alberto, è proposta nel video, di cui diremo tra breve) era infatti trattenuto a Bra (città natale del Santo) per le celebrazioni del 90.mo anniversario dalla canonizzazione di San Giuseppe Benedetto Cottolengo.

(leggi qui il nostro precedente articolo sull’argomento)

Un momento alto, dunque, anche dal punto di vista della coesione sociale, della promozione culturale di un territorio.

Un momento tanto più significativo se pensiamo che idealmente si è collocato alla vigilia dell’inizio del mese di maggio, il mese mariano e che le tante persone accorse per udire – dopo molto tempo – la voce possente e, insieme, delicata ed armonica dell’antico organo a canne, parevano essere come di fronte alla Madre Celeste, raffigurata nella splendida pala d’altare, ovale, che riprende la Vergine con il titolo di Madonna del Santo Rosario.

A ricordare come, in quel lontano 7 ottobre 1571 Ella volle la salvezza dei suoi figli per preservare la cristianità dalle insidie di un mondo percorso da tensioni, odio, guerre ed ostilità.

Protagonista la musica, come abbiamo anticipato, in questa serata che, però, è stata pervasa anche da una semplice, quanto avvertita ed intensa spiritualità.

A incominciare dai canti: qui riprendiamo, quale “sigla” di apertura (per poi sentirlo per intero al termine del filmato) lo splendido inno intessuto sui versi del Salmo 19; ne citiamo soltanto i primi, sempre capaci di commuovere:

“I cieli narrano la gloria di Dio,
e l’opera delle sue mani annunzia il firmamento.
Il giorno al giorno ne affida il messaggio
e la notte alla notte ne trasmette notizia”.

Qualcosa di idoneo a ricordarci, semmai ce ne dimenticassimo nel convulso succedersi delle ore e giorni che scorrono nella nostra esperienza terrena, che basterebbe questo “affidare il messaggio e trasmettere notizia” della gloria di Dio, per inverare, corrispondendola nella speranza di un esito persuasivo, ogni ricerca di senso.

Anche nel corso della preghiera che ha preceduto la benedizione impartita dal Parroco Don Angelo Rapuano, un momento di spiritualità alta, con la lettura di quella parte (3, 12-17) della Lettera di San Paolo agli Efesini, che pare tracciare la strada di ogni comunità cristiana:

“Rivestitevi (…) di sentimenti di misericordia, di bontà e di umiltà (…) di mansuetudine, di pazienza, sopportandovi a vicenda e perdonandovi scambievolmente.

La parola di Cristo dimori tra voi abbondantemente; ammaestratevi ed ammonitevi con ogni pazienza, cantando a Dio di cuore e con gratitudine salmi, inni e cantici spirituali”.

Poi, come abbiamo visto, la benedizione cui è seguita una presentazione “tecnica” della serata, a cura di due protagonisti: il direttore del coro (che, come anticipato, ha organizzato l’evento), Maestro Andrea Rolando e, ospite certo molto atteso, il rappresentante dell’Impresa artigiana che ha curato il restauro dell’antico strumento a canne, Signor Alessandro Rigola.

Infine, ultimo, ma non certo per importanza, il Prof. Sandro Frola, organista conosciutissimo in tutta la Diocesi ed in quelle limitrofe, che ha davvero “ridato” voce, con uno splendido repertorio di cui presentiamo una significativa sintesi, all’organo di questa bella Chiesa parrocchiale di San Sebastiano.

Buona visione e buon ascolto, grazie al servizio multimediale del nostro Giancarlo Guidetti.

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