(Elisabetta Acide) –  Inaugurata dal  parroco don Valerio D’ Amico la tradizione di ricordare S. Cecilia domenica 19 novembre, in prossimità del giorno della santa, la ricorrenza è stata accolta con entusiasmo dal gruppo cantori di Borgo Revel, che per l’occasione hanno accompagnato la Santa Messa con due composizioni di Mons. Marco Frisina, preparate per l’occasione.

Partiamo da un po’ di storia da Vita dei Santi: Santa Cecilia viene festeggiata il 22 novembre.

Nata da una nobile famiglia a Roma, sposò il nobile Valeriano, la tradizione narra che il giorno delle nozze nella sua casa risuonassero organi e lieti canti accompagnandola all’altare.

Confidato allo sposo il suo voto di castità, egli si convertì al Cristianesimo. 

Tornato nella propria casa, Valeriano vide Cecilia prostrata nella preghiera con l’Angelo che da sempre vegliava su di lei e, ormai credente convinto, pregò che anche il fratello Tiburzio ricevesse la stessa grazia e così fu.Il giudice Almachio aveva proibito di seppellire i cadaveri dei Cristiani, ma i due fratelli convertiti alla fede si dedicavano alla sepoltura di tutti i poveri corpi che incontravano lungo la loro strada. Vennero così arrestati, sopportarono atroci torture piuttosto che rinnegare Dio e poi vennero decapitati.

Cecilia pregò sulla tomba del marito e del cognato, ma poco dopo venne chiamata davanti al giudice, che ne ordinò la morte per soffocamento nel bagno di casa sua, ma si narra che “la Santa invece di morire cantava lodi al Signore“.

Convertita la modalità di esecuzione della pena in morte per decapitazione, il carnefice colpì il suo collo tre volte senza riuscire a reciderlo e, nonostante la gravità delle ferite procurate dal carnefice, la giovane morì dopo ben tre giorni.

Fu Papa Urbano I, sua guida spirituale, a renderle la degna sepoltura nelle catacombe di San Callisto. 

Nel 1599, durante dei restauri ordinati in occasione dell’imminente Giubileo del 1600, venne ritrovato un sarcofago con il corpo di Cecilia sorprendentemente in un ottimo stato di conservazione.

Cecilia divenne patrona della musica per un’errata interpretazione di un canto latino, la traduzione “Mentre suonavano gli strumenti musicali , la vergine Cecilia cantava nel suo cuore soltanto per il Signore, dicendo: Signore, il mio cuore e il mio corpo siano immacolati affinché io non sia confusa”, tradizionalmente veniva associata al banchetto di nozze di Cecilia: la donna cantava a Dio con l’accompagnamento dell’organo.

Così si cominciò, a partire dal XV secolo a raffigurare la santa con un piccolo organo a fianco.

In realtà secondo  una diversa interpretazione, gli “organi” non sarebbero gli strumenti musicali, ma gli strumenti di tortura e l’antifona descriverebbe Cecilia che “tra gli strumenti di tortura, cantava a Dio nel suo cuore”.

Alla tradizione musicale si accompagna il “servizio” di cantori e organista per le celebrazione liturgiche, dove lo sappiamo, il  “musicista di Chiesa” è consapevole che il fine ultimo non è il diletto dell’orecchio, pur importante e auspicato, ma la gloria di Dio attraverso il canto e la santificazione dei fedeli.

Borgo Revel, da anni conserva una ricca tradizione canora, sempre mantenuta da chi aveva a cuore il decoro e dignità dell’accompagnamento musicale nelle celebrazioni. Nel corso del tempo, molti parrocchiani hanno offerto le loro doti canore e tecniche musicali con impegno, perizia e competenza per mantenere questa lodevole tradizione. La musica è una risorsa straordinaria che avvicina a Dio, soprattutto se accompagnata da quell’atteggiamento di santa Cecilia, che cantava a Dio nel suo cuore.

La celebrazione della festa di santa Cecilia, colei che è patrona dei musicisti, è occasione di riflessione per il gruppo “Andar a Messa cantando” che con impegno cerca di accompagnare  con musica appropriata le diverse occasioni e celebrazioni liturgiche nella logica che la musica sacra è esperienza spirituale, gloria di Dio e santificazione dei fedeli.

Sant’Agostino alla fine del quarto secolo affermava in un passaggio delle Confessioni : “Quante lacrime versate ascoltando gli accenti dei tuoi inni e cantici, che risuonavano dolcemente nella tua chiesa! Una commozione violenta: quegli accenti fluivano nelle mie orecchie e distillavano nel mio cuore la verità, eccitandovi un caldo sentimento di pietà. Le lacrime che scorrevano mi facevano bene”.

La giornata, vissuta con il parroco, dal gruppo dei cantori e musici, è stata anche l’occasione per approfondire la conoscenza e occasione di “parlare lungo il cammino”. Lo ricordiamo, in periodo sinodale il gruppo Cantori, non ha fatto mai mancare la presenza nelle occasioni di celebrazioni domenicali e particolari (ricordiamo la Veglia Missionaria diocesana di marzo 2022, la veglia della Pace di ottobre 2023, la veglia dei santi del 31 ottobre 2023) le feste parrocchiali e relative processioni, ma anche come impegno di cammino comunitario: lo ricordiamo, i componenti del gruppo sono stati sempre presenti alla “formazione dei lunedì” organizzata dalla parrocchia, impegnati per la realizzazione del Musical Vite e tralci di giugno 2024, cerca di coniugare l’impegno e formazione anche con una preparazione che a partire dal Vangelo, aiuta a comprendere i testi dei brani eseguiti.

Il gruppo ha cercato, in comunione con il parroco, di creare occasioni di incontro e scambio, ricordiamo la s Messa con il coro di Chivasso, parrocchia s Giuseppe lavoratore , concerto voci in cammino , la s. messa della festa di S. Maria Assunta del 14 agosto 2023 a Castelrosso e l’animazione della Veglia Pasquale al santuario della Madonnina nell’aprile 2022. Momento di particolare condivisione le “prove”, presenza assidua e continua, dove, pur nella fatica, si è “presenti”, si è gruppo comunitario a servizio della parrocchia, si è chiesa, e quando il parroco “arriva” alle prove e partecipa è sempre importante occasione di “comunione”.

Apprezzato momento, dopo la celebrazione della santa Messa nella Chiesa Parrocchiale di S. Anna delle ore 9,00, l’AperiCanto organizzato dal gruppo IMAtot e offerto da alcuni parrocchiani in segno di ringraziamento al gruppo cantori che con impegno accompagnano le celebrazioni liturgiche, quale spazio di condivisione ed ancora di più, il momento conviviale vissuto a Candia Canavese presso un Ristorante , perché lo sappiamo, a tavola sedeva spesso Gesù e si intratteneva. Così è stata una domenica di “intrattenimento” e di “prossimità”, dove davvero lo spazio della tavola imbandita è diventata occasione di parole e di idee, di canti e di riflessioni.

I cantori hanno trovato un “segnaposto” particolare: alcune caramelle per “rinfrancare la gola” per il canto e la preghiera di intercessione a S. Cecilia, affinché l’impegno del canto, sia sempre sostenuto dalla consapevolezza che l’animazione degna della liturgia è servizio importante, perché proprio  dalla liturgia sgorga la vita della Chiesa 

Non dimentichiamo… nella prima lettera pastorale alle comunità, dalle pagine di un Bollettino interparrocchiale “La Madonnina”, don Valerio, si è presentato come “capotavola” (dal bollettino “…un capotavola mi sono sentito tante volte e tutti sappiamo che se la tavola e” molto lunga si rischia di parlare e ascoltare solo quelli vicini ecco come vorrei stare in mezzo a voi servire con delicatezza e discrezione i commensali e ascoltare e far ascoltare la musica: il concerto armonioso dei carismi che da loro pro fluisce”): veramente non avevamo mai avuto occasione di sedere a tavola con il parroco in modo “ufficiale” (sappiamo quante priorità ha sempre un parroco con due parrocchie e diversi incarichi): adesso lo possiamo dire, la tavola non era lunga, era “allegra” eppure “discreta”, ha concesso a tutti i posti ascolto e condivisione, parola e riflessione… e lo sappiamo, quando si è a tavola, ci si comprende meglio. In quella tavola siamo stati “coro”, con diversi carismi ed armonie.

L’augurio è che il capotavola trovi altre occasioni di “concerti”.

Il gruppo cantori ha donato al parroco don Valerio, in segno di ringraziamento, ma anche di condivisione, un ciondolo a forma di chiave di violino d‘oro e due angioletti cantori, segno dell’importanza dell’armonia delle voci, pur nella diversità, dell’ “accordo” in presenza di toni e voci diverse, per poter fare “musica d’insieme”. Per poter cantare insieme, occorre imparare a sentire la melodia ed ascoltare gli altri, “lasciare spazio”, valorizzare senza sopraffare: questo sarà il nostro impegno negli anni sinodali che stiamo vivendo, non per “cantare insieme” come insieme di voci, ma per essere “coro”, che crea l’unità “altra”, unica ed irripetibile dei cristiani in cammino che sanno ascoltare, ascoltandosi.

Il coro è non un elemento estraneo all’assemblea nella celebrazione, è parte del popolo di Dio che vive la celebrazione, il suo compito è di accompagnare la comunità nella lode di Dio attraverso il canto e  deve essere anche accompagnato dalla comunità stessa, perché è a servizio di essa. Si attendono nuovi volontari per condividere il servizio al canto a sostegno della liturgia, come espressione viva e vivace di una comunità che oltre a camminare, vuole cantare e pregare insieme.

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Cogliamo questa occasione per ricordare altre due importanti iniziative diocesane che si preparano nella settimana entrante, sia per onorare Santa Cecilia, sia per valorizzare ulteriormente il ruolo della musica sacra nella Liturgia.

Il giorno 22 novembre, memoria liturgica della Santa, i cori diocesani si ritroveranno a Villereggia con Don Alberto Carlevato ed il Vescovo, Mons. Edoardo Aldo Cerrato.

Sabato 25 novembre, giorno centenario dalla nascita di Mons. Luigi Bettazzi, in Cattedrale ad Ivrea un concerto per ricordare la grande passione per la musica sempre custodita nel cuore del Vescovo emerito di Ivrea

– leggi qui la presentazione dell’iniziativa nel nostro precedente articolo – .

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