Nella chiesa ortodossa di San Giorgio in Cernica a Chivasso, cattolici, ortodossi e valdesi si sono incontrati per pregare per il Creato: hanno guidato la liturgia don Tonino Pacetta di San Giuseppe Lavoratore, don Martino Ferraris di Castagneto, il pope Nicola Vasilescu e la nuova pastora valdese Joy Lin Galapon.

Il pope Nicola ha accolto i partecipanti con un caloroso ringraziamento per la nutrita presenza di fedeli.

La preghiera per il Creato fu promossa dal patriarca Dimitrius Primo nel 1989 e dovrebbe essere celebrata il 1º settembre, giorno in cui inizia l’anno liturgico per gli ortodossi (anche se è stata spostata in una data più comoda per tutti, ndr).

Anche Cei e Federazione delle Chiese Evangeliche hanno aderito all’iniziativa, unendosi nella preghiera.

Il canto “I cieli narrano” ha dato inizio alla funzione, cui sono seguiti il saluto di apertura, la confessione di peccato e l’annuncio di perdono.

La pastora valdese ha guidato la prima riflessione ricordando che l’uomo moderno ha un atteggiamento sbagliato nei confronti del Creato – che è la nostra casa – e deve, perciò, cambiare il suo atteggiamento.

Deve essere data priorità alla salvaguardia dell’ambiente da parte di tutti, perché noi siamo custodi non solo di ciò che Dio ci ha affidato, ma anche dei nostri fratelli.

Ha concluso augurandosi che, rinnovando il nostro patto con Dio – cioè tornando sui nostri passi ed essendo rispettosi della natura –, la Sua Grazia si espanda su tutta la Terra.

Dopo la proclamazione della Parola, don Tonino ha tenuto l’omelia ed evidenziato come l’estate appena trascorsa, caratterizzata da caldo insopportabile e mancanza di piogge, faccia toccare con mano i disastri combinati dall’uomo.

L’uomo è parte della terra perché è stato tratto da essa.

Noi siamo parte del Creato, e ha citato l’amore di San Francesco per gli elementi naturali contrapposto all’egoismo dell’uomo che vede nella natura solo una possibilità di sfruttamento.

Lo spirito di Dio attraversa la nostra fragilità e in noi emerge la Sua Immagine.

Piante, animali, la terra nutrice, gli uomini affamati e quelli egoisti sono stati i soggetti delle preghiere di intercessione cui è seguita la recita del Padre Nostro.

Infine la benedizione e il congedo.

La liturgia è stata animata da coro ecumenico della parrocchia di San Giuseppe Lavoratore e cantori ortodossi.

La serata è terminata con la condivisione di un rinfresco offerto dai padroni di casa, che ha permesso di scambiare due chiacchiere con coloro che hanno a cuore non solo la salute della nostra madre Terra, ma anche quella di fratelli e sorelle che la popolano.

Fanca Sarasso

Redazione Web