Domenica 22 gennaio, alle 18,30 in Duomo, è stata celebrata da don Davide Smiderle – prevosto e priore della Veneranda Società di San Sebastiano – l’annuale Messa in onore del patrono degli Abbà del Carnevale chivassese.

Venti i protagonisti dei carnevali passati presenti alla liturgia, elegantissimi, avvolti dai loro mantelli.

In mezzo alla navata centrale Ugo Novo, l’ultimo Abbà, che fra tre settimane lascerà a Franco D’Aguanno, Abbà 2023, le chiavi della città per un periodo di regno pur breve ed effimero.

La Messa è stata animata dal coro En Clara Vox diretto da Davide Galleano, torinese, classe 1992, diplomato in flauto traverso al Conservatorio del capoluogo, esperto di canto gregoriano e corista nell’ensemble gregoriano svizzero More Antiquo.

Il coro, che la prossima stagione compirà vent’anni di vita, è formato da giovani canavesani che vogliono riproporre i canti sacri delle celebrazioni liturgiche nel periodo tra ‘800 e ‘900.

Gli autori presentati sono prevalentemente piemontesi, qualcuno canavesano.

All’organo il maestro Sandro Frola, diplomato al Conservatorio di Cuneo.

Negli ultimi anni ha tenuto concerti da solista e come accompagnatore di formazioni strumentali e vocali: l’inno della V Centenaria Incoronazione della Vergine d’Oropa è di sua composizione.

I brani proposti erano di Luigi Lasagna, Ucien Deiss, Marcello Giombini, Michele Bonfitto, Padre Davide da Bergamo, Domenico Machetta e Léon Boëllmann.

Don Davide nell’omelia ha evidenziato, partendo dalla seconda lettura, le definizioni di Chiesa: una, santa, cattolica, apostolica. Cristo è l’unico capo della Chiesa da lui fondata e, come dice Paolo nella lettera agli Efesini, professiamo “una sola Fede e un solo Battesimo”; e, ha ammonito il celebrante, dobbiamo guardarci da chi ci mette uno contro l’altro e provoca divisioni.

Stiamo vivendo la settimana per l’unità dei Cristiani, ma anche all’interno della Chiesa cattolica ci sono divisioni che emergono. Devono essere evitate le divisioni settarie e la Chiesa deve essere aperta a tutti, deve accogliere tutti”.

La liturgia è terminata con la rituale foto di gruppo.

Franca Sarasso

Redazione Web