Nel pomeriggio di venerdì scorso è stato benedetto e inaugurato il restaurato pilone votivo dedicato al Beato Angelo Carletti da Chivasso in regione Brozola.

Nella prima metà del secolo scorso questa porzione della città, all’estrema periferia, era occupata da boschi.

Fra queste piante, durante la Seconda Guerra Mondiale, i chivassesi si rifugiavano per sfuggire ai bombardamenti.

Chivasso era un nodo ferroviario importante e il 12 maggio 1944 era stata colpita dalle bombe degli Alleati per impedire i rifornimenti ai nazi-fascisti: molti i morti e i feriti.

Al termine del conflitto alcuni abitanti decisero di erigere un pilone votivo al patrono come ringraziamento per aver avuto salva la vita. Con l’andar del tempo l’edicola venne un po’ abbandonata, anche se qualcuno, ogni tanto, lasciava un lumino acceso davanti a un’immagine sacra piuttosto sbiadita e l’erba si arrampicava su per i muri.

Chi scrive deve confessare che, nonostante numerosi passaggi in quel luogo per raggiungere l’argine – luogo molto frequentato da chi vuole fare quattro passi –, non aveva mai notato quella costruzione. Fatto sta che tre chivassesi, Paolo Cesarato, Giovanni Lorenzetto e Giuseppe Oliverio, tutti residenti nel quartiere della Corona, hanno deciso di restaurarlo e ridargli dignità con lavori di muratura e intonacatura.

Hanno poi chiamato un pittore, Giacomo Giordano, per il restauro delle pitture.

Terminata l’opera, è stata concordata con il prevosto del Duomo don Davide, la data per l’inaugurazione.

È stata quindi celebrata la Messa cui hanno partecipato un centinaio di persone, fra cui il sindaco Claudio Castello e il consigliere Giovanni Scinica.

Durante l’omelia il celebrante ha commentato la seconda lettura, tratta dalla lettera di San Paolo agli Efesini, in cui si evidenzia il nostro essere eredi di Cristo e predestinati; ha sottolineato come spesso si senta parlare di destino, buono o cattivo a seconda dei casi, degli uomini.

Il nostro destino è la vita eterna che Cristo ci ha guadagnato con la croce – ha detto –, e Dio non dimentica nessuno di noi che siamo sue creature; non dobbiamo temere, poiché la sua misericordia è grande”.

Poi ha ringraziato gli artefici del restauro che hanno realizzato un suo desiderio: durante le passeggiate serali nel periodo di lockdown aveva notato l’edicola semi-abbandonata e si era ripromesso di chiedere all’Amministrazione comunale un aiuto per il ripristino.

La Provvidenza invece è stata grande e si è manifestata con questo segno.

A fine celebrazione il sindaco ha ringraziato i cittadini che hanno provveduto al ripristino del pilone e il parroco che ha voluto dare considerazione a un’opera nata dalla pietà popolare.

Franca Sarasso