Dopo un mese di pausa, la 23ª stagione de “Il teatro dei passi perduti”, allestita dall’associazione Foravia in collaborazione con l’assessorato alla Cultura chivassese, riprende il suo percorso sabato 26 novembre alle 21 al Teatrino Civico, con Tiziana Francesca Vaccaro a portare in scena “Sindrome Italia. Il tempo della lontananza e le cicatrici delle nostre badanti”, musiche Andrea Balsamo, illustrazioni Elena Mistrello.

Dieci anni sono racchiusi in una lettera, quella che Vasilica scrive ai figli per raccontare il tempo che li ha tenuti lontani, il perché di una partenza verso un paese straniero, la terra promessa dei pettegolezzi di campagna.

Sola in quella terra, si è presa cura di persone straniere, estranei, così come lei è ora estranea a se stessa, estirpata alla radice.

Dall’Italia alla Romania passando per Palermo e Milano, “Sindrome Italia” è il racconto di un ritorno, delle cicatrici della migrazione, di una femminilità in lotta, è la storia di una e insieme di moltissime donne, le nostre “badanti”.

Nel 2005 due psichiatri ucraini intuiscono che due donne in cura nel loro reparto presentano un quadro clinico diverso dagli altri. Sintomi che hanno imparato a riconoscere: cattivo umore, tristezza persistente, perdita di peso, insonnia, stanchezza e fantasie suicide. Queste donne sono due giovani madri e in comune hanno una storia precisa: gli anni vissuti in Italia lavorando come colf e badanti, lontane dalle loro famiglie e dai loro figli. Hanno in comune il ritorno nella terra d’origine senza più sapere a quale famiglia appartengano come se un’antica armonia si fosse all’improvviso spezzata.

Quel complesso di malattie mentali invalidanti ricollegabili alle attività lavorative svolte in Italia, assumerà il nome di “Sindrome Italia”, la “malattia delle donne dell’Est”.

Cosa immaginano per il loro futuro queste donne che arrivano dalla Romania, dalla Polonia, dall’Ucraina, dalla Moldavia? Cosa hanno lasciato a casa? Chi sono state prima di abbandonare la loro famiglia per occuparsi della famiglia di qualcun altro?

In Italia sono quasi due milioni le donne migranti. Dopo aver lasciato famiglie e Paese d’origine convivono con persone anziane che seguono fino a quando muoiono, per poi ricominciare daccapo ogni volta in una famiglia che non è e non sarà mai la tua, nella solitudine, troppo spesso nel dolore…

I biglietti costano 10 euro, prenotazioni 011/91.13.811 oppure associazioneforavia@gmail.com.

Redazione Web